Violentata

Post N° 6


Sorrideva e mi offriva il suo ombrello.Ricordo come se fosse ora i suoi occhi azzurri di un bellissimo taglio all’insù, le labbra carnose che celavano denti candidi e perfetti; i capelli neri, ricci e bagnati un po’ lunghi, tagliati “alla moda”(che ovviamente da noi era arrivata dieci anni dopo)Eravamo tutti e due sotto la pioggia, con questo ombrello in mezzo, che non riparava nessuno dei due.“Dai Julia, vienimi vicino, o ti bagni”-disse.E’ stato come se mi avesse buttato un secchio di acqua fredda(  tutta quella pioggia non bastava): sapeva il mio nome!Non gli chiesi chi era, né come  faceva a sapere il mio nome. Semplicemente corsì via, un po’ impaurita.Non avevo paura di lui!Avevo paura di me, di ciò che avrei potuto pensare, immaginare,volere standogli vicino.Lui era troppo per me!Tre giorni dopo, all’uscita della scuola, lo rividi che parlava con due suoi amici. Appena mi vide, si avvicinò.“Perché sei scappata così?”“E tu perché sai il mio nome?“Perché me l’hanno detto!”“Chi?”“Non importa, qualcuno a cui l’ho chiesto.”“Qualcuno che mi conosce?”“No, una fattucchiera”-Rise. Risì anch’io.C’eravamo fermi in mezzo alla strada, nessuno dei due parlava.“Mi piaci, perciò ho chiesto di te”Cominciamo a camminare in silenzio, fino alla fermata dell’autobus.“Ci vediamo domani?”-gli dissi, ma subito dopo mi mordevo il labbro.“Non riuscirai a liberarti facilmente di me!”-disse.Mi diede la manoNon si usava baciare una ragazza sulla guancia in pubblico, a meno che questa non era la tua fidanzata o una parente.La stretta di mano era il solo modo “lecito” di saluto.E così iniziammo a vederci tutti i giorni. Il tratto non era lungo, ma per me stava diventando uno scorcio di paradiso.Entravo a scuola e non vedevo l’ora di uscirne, per poterlo rivedere.Andavo a casa e non aspettavo altro che arrivasse l’indomani.Una volta entrammo nell’androne di un palazzo, e ci baciammo.Era diverso dalla prima volta! Le mie labbra non restarono chiuse, e il sapore non era “strano”.Era bellissimo!Baciarsi era bellissimo!Baciare lui era bellissimo!Quell’androne diventò il nostro rifugio.Un giorno Pol (così lo chiamavano gli amici ed io, ma il suo nome vero era diverso), non venne.Nemmeno il giorno dopo.Non riuscivo a capire cosa fosse successo.A casa sua non potevo andare, una ragazza per bene non può frequentare la casa di un ragazzo.Ricordo ancora quei due giorni trascorsi seduta in classe vicino alla finestra e lo sguardo fisso sulla strada.Il terzo giorno mi aspettava fuori.Disse che non era potuto venire quei due giorni per sbrigare alcune cose.Disse che non sarebbe più venuto.Che se ne sarebbe andato dal paese…..forse in Germania, forse in Italia……….