Violentata

Post N° 13


Piccola postilla. Grazie a tutti, siete davvero stupendi. Volevo anche dirvi che oggi la mia vita è molto diversa da ciò che avete letto finora, e che continuerete a leggere. Sono molto serena, ho un lavoro che adoro, ed una persona meravigliosa accanto. La vita mi ha ripagata alla fine, di tutto! "Ma ormai era tardi, troppo tardi…o forse no…dovevo ancore fare il viaggio da Lecce a Milano, e non sapevo precisamente quanto sarebbe durato, ma avrei avuto un altro po’ di tempo per poter lanciare un segnale d’aiuto…certo, sul treno ci sarebbe stata tanta gente, e sarebbe stato facile chiedere aiuto… Ma avevo fatto i conti senza l’oste. Salimmo sul treno, e mi diresse verso una cuccetta…dove c’erano due altre coppie: due ragazze e due ragazzi. Le ragazze erano due mie compagne di sventura, due albanesi, i ragazzi erano amici del mio caro Beni. Si salutarono tra di loro, abbracciandosi e ridendo. Non capivo ciò che dicevano, ma era ovvio che si parlava di noi tre… ci definivano “kurva” una parola che ho scoperto avesse anche in albanese lo stesso significato che ha nella mia lingua, e cioè, “puttana”!  Fino a quel momento, non avevo prestato nessuna attenzione all’aspetto fisico di Beni. Lo feci lì sul treno. Lo guardai con attenzione, cercando di vedere in lui qualcosa di bello, ma nulla: era orrendo, magrissimo, con due occhi grandissimi e infossati  sotto una fronte sporgente. Al posto dei zigomi, aveva due ossa terribilmente sporgenti. Aveva denti grandi e gialli ed una bocca enorme. Non era il mio stato d’animo a rendermelo tale, lui era orribile. E poi aveva una pistola…ciò lo rendeva un mostro… Viaggiammo tutto il giorno, e non so come ma ero riuscita ad addormentarmi. Al risveglio fui quasi felice che per qualche ora non ero stata “tra di loro” ma in un sonno profondo, e fortunatamente senza sogni che ultimamente erano incubi veri. Forse erano le 21 quando arrivammo a Milano, o forse più tardi, ora non ricordo.Non avevo mai visto una stazione ferroviaria così grande. C’era una marea di gente che correva su e giù, e nessuno sembrava accorgersi di nessuno…tantomeno di me , o della pistola di Beni. Lì ci aspettavano dei suoi amici.  Erano in tre, tutti uomini, ed avevano due macchine: io e Beni salimmo su una Golf, mentre le altre due coppie, salirono su una BMW nera…me le ricordo bene quelle macchine, le avrei viste tutti i giorni, per tre settimane… Nella macchina dove viaggiavo io, oltre a me e lui, c’erano anche Arian e Goni (i nomi me li avrebbe detto dopo una mia paesana, proprietà loro anche lei)Vidi che Beni e Arian parlavano molto tra di loro, quasi come se fossero stati parenti…e lo erano. Dopo seppi che Arian era il marito della sorella di Beni (Tutti i nomi dei miei aguzzini sono veri, credo che non abbiano il diritto di dirmi nulla sull’uso che faccio dei loro nomi, dopo l’uso che loro hanno fatto a me). Insomma, era tutto organizzato in famiglia… Uscimmo da Milano, e l’unica cosa che ricordo di quel viaggio furono le luci e le macchine: erano miglia, o forse milioni…non ne avevo mai viste tanto prima. Viaggiamo per circa ¾ d’ora, o forse di più, non ricordo bene. Arrivammo a Bergamo, in un albergo di quart’ordine…”Mamma grande” si chiamava…ho ancora memorizzato il numero telefonico  di quell’ albergo(che  nel caso venissi fermata dai carabinieri e rimpatriata, avrei dovuto chiamare dal mio paese quel numero-fossi matta), nonostante mi fermai lì solo per tre giorni.  Il proprietario, non mi chiese documenti, nulla, mi fece sedere su una sedia, guardandomi con disprezzo . Poi parlò per qualche minuti con Beni e Arian, e dopo aver messo in tasca un mazzetto di soldi, corse verso una porta, che dopo, avrei scoperto fosse la cucina. Noi invece, andammo in camera…certo, perché loro già si conoscevano, già avevano portato altre ragazze in quell’albergo, e non c’era bisogno che qualcun ci mostrasse la strada…era casa loro             La stanza era abbastanza grande, con un armadio grandissimo (non né avevo mai visto prima uno simile)  e un letto enorme. Nella stanza, oltre me e Beni, doveva dormire anche Arian  e Goni e le loro “ragazze” , quindi in sei. Ero come stordita. In meno di un mese, la mia vita era cambiata radicalmente…avevo lasciato il mio paese, inseguendo il sogno di un amore che si era rivelato la peggiore delle delusioni; poi ero andata in Grecia…che era consistito in una stanza-cella dove venivo ripetutamente picchiata e violentata; ed ora ero in Italia, in questo albergo, che sembrava un covo di prostitute e maniaccia….Dio mio, perché?