Violentata

Post N° 19


Ringrazio tutti, davvero!Non posso più entrare spesso, anzi, ora entro raramente, e per brevissimo tempo, e mi dispiace di non potervi salutare meglio, e ognuno."...Mi prese lì, appoggiata alle pareti del bagno, con la porta aperta……..era felice e questo era il suo modo di dimostrarlo. La seconda sera fu ancora più terribile della prima.La prima sera c’era stato lo sciocche ad attutire il colpo…ed inoltre, la vaga, debolissima speranza, fino all’ultimo, che qualcuno sarebbe venuto a salvarmi.Ma la seconda sera no!Il mio destino era segnato, non vedevo altro nel mio futuro che profilattici e facce da 50000 lire.Era venerdì, e come tale, le ragazze mi dissero che il lavoro aumentava: lunedì, martedì e mercoledì erano giornate un pò  fiacche, mentre già il giovedì le cose cambiavano. Venerdì e sabato era una specie di boom: evidentemente, gli uomini (non tutti, per fortuna) dopo una settimana di duro lavoro, venivano a sfogare le loro frustrazioni, le loro voglie e le loro perversioni lì, con una delle mie “colleghe”……..anche con me! Verso le due di quella notte, una delle ragazze, un’albanese di nome Evisa, viene verso di me e altre due ragazze (che in quel momento, stranamente, eravamo libere) con il sangue che gli usciva dal naso, il trucco sbavato, e una mano ferita.Non riuscì a capire nulla di ciò che diceva alle altre due, ma dopo seppi ciò che gli era accaduto: era salito sulla macchina di un cliente, credendo che fosse solo. Invece dal sedile posteriore era sbucato un altro uomo, che aveva tentato di tenerla per i capelli. Lei però, era stata molto più svelta, e aprendo la portiera si era buttato dalla macchina in corsa. Tutto sommato gli era andata abbastanza bene, perché, mi dissero,un’altra ragazza che aveva fatto la stessa cosa c’aveva rimesso la pelle: la macchina con i balordi dentro aveva fatto retromarcia e gli era passata sopra… Stranamente però, nessuna delle ragazze sembrava voler aiutare Evisa. Aveva bisogno di un medico, di qualcuno che gli medicasse la ferita e che la visitasse bene. Poteva aver subito qualche trauma cranico. Il sangue dal naso non si fermava. Nel frattempo, venne un cliente per me……è inutile ripetervi il rituale: cambiava solo la faccia, ma il resto era identico al primo, a quello dopo, a quello precedente…e sarebbe stato identico a quello successivo.Dopo aver finito il “lavoro”, torno al mio posto, e dalla macchina vedo Evisa sdraiata dietro un cespuglio. Forse aveva troppo dolore. Decisi che l’avrei accompagnata a casa. Riuscì a spiegare al cliente che volevo che mi accompagnasse a casa, insieme alla mia amica, e lui accettò.Scesi dalla macchina, e andai da lei. L’aiutai ad alzarsi e a salire in macchina. Poco dopo eravamo sotto casa. Ringraziai il cliente, che tutto sommato era stato molto gentile, e aiutai Evisa a salire a casa. C’erano solo due ragazzi a casa, che giocavano a carte  e bevevano whiskey. Uno di loro era il ragazzo di Sara, Olti. Ci guardarono un po’ sorpresi di vederci rincasare a quell’ora, di venerdì. Ma poi videro le condizioni di Evisa e ripresero a giocare, senza preoccuparsi minimamente di lei. Erano passati meno di cinque minuti, quando arriva Beni e Arian.  Era nero in volto. Non ne capivo il motivo, cos’aveva?Ad un tratto, si avvicina, prende la borsetta e comincia a frugarci dentro. Trova il mazzetto con i soldi e comincia a contarli: erano 650000.Senza dire nulla, mi dà uno schiaffo… credo che un fulmine al ciel sereno mi avrebbe stupito meno! Cos’avevo fatto? Perché mi colpiva? Non ebbi il coraggio di dire nulla, ma continuai a pulire il braccio di Evisa con dell’acqua ossigenata. Circa due ore dopo, rientrano le altre ragazze… stanche, distrutte e affamate.Che strano! Non si sentivano diverse da una qualsiasi operaia: anche loro erano stanche e affamate, proprio come se avessero passato una giornata a lavorare in fabbrica.  Dissi alla mia paesana dello schiaffo… ma lei non si stupii, anzi, era come se lo sapesse già.Mi disse che Beni, facendo il solito giro con la macchina, aveva chiesto di me. Gli avevano detto dov’ero, e lui era salito in macchina sbattendo la portiera.“Si,- ho detto - ma perché?Perché mi ha schiaffeggiato?”“Perché era venerdì!”- disse lei.“E allora?”“In una serata dove quasi tutte noi abbiamo fatto circa 1.000.000-1.200.000 tu sei rientrata a casa presto…e probabilmente con pochi soldi!”“Sì, ma tu hai visto come stava lei…cosa dovevo fare?”“A loro non importa! Loro, anche se lei morisse, possono sempre procurarsi un’altra ragazza. Loro vogliono solo i nostri soldi!”