Violentata

Post N° 21


Non sapevo cosa dire. Lei stringeva il braccio e con il labbro che sanguinava sembrava così tranquilla.Io no!Improvvisamente mi tornò in mente l’ospedale. Strinsi la pancia come se sentissi ancora dolore li, in fondo. Mi tornò in mente il volto di mia madre, rigato di lacrime, mi tornarono in mente le parole di mia sorella. Io non avrei mai avuto il problema di Sara. Non avrei mai pianto perché incinta. Io no!Era la mia magra consolazione, era il modo di vedere il rovescio della medaglia.Ma mai prima mi ero sentito cosi diversa come mi senti in quel momento.“Non so cosa dire- dissi- non so cosa farei al tuo posto.”“Sei fortunata-disse Sara- tu almeno non puoi dare un figlio a uomini come questi!”Fu come se qualcuno mi avesse dato un pugno allo stomaco. Come faceva a saperlo lei?Glielo chiesi.“Qui lo sanno tutti- disse- Beni disse che proprio per questo motivo aveva pagato 500 dollari in più”Ora capivo perché ero stata pagata 2500 dollari. Ora capivo perché Beni non usava alcun tipo di precauzione quando mi prendeva.Cominciai a piangere. Anche Sara.  Stranamente quel giorno non vedevo l’ora che facesse buio. Volevo uscire da li, e non m’importava che ciò voleva dire andare e prostituirsi. E’ incredibile, ma al male non c’è mai fine.Appena arrivai c’era qualcuno che mi aspettava. Non ci feci caso, dissi la mia formula magica a salì in auto. La sorpresa fu enorme: era Edoardo, il cliente di Sara, il ragazzo che il pomeriggio ci aveva accompagnato a fare spesa.Ma la macchina on era la stessa. Avevo cominciato a capire un po’  di italiano e da quello che estrapolai, capi che aveva preferito cambiare auto per non farsi riconoscere da Sara…ma tempo dopo avrei capito che non era l’unico motivo.Mi disse che ero bella, e altre cose che non capivo. Mi disse che si era innamorato di me, quel giorno, a prima vista. Mi disse anche che sapeva che non ero albanese…..e mi disse che mi amava, nella mia lingua. Se l’era fatto imparare da un ragazzo dello stesso paese mio- disse.Ed io comincia a ridere. Era un bel ragazzo, lo avevo già notato quel giorno. Ma quella sera, quelle circostanze, me lo resero irresistibile. Nessuno mi aveva detto “Ti amo” nella mia lingua in Italia. A dire il vero, nessuno mi aveva più detto ti amo da molto tempo,in nessuna lingua.Edoardo non aveva preso la solita strada, quella dove portavo i clienti, che lui ovviamente sapeva. Anzi, cambio direzione, e si diresse verso Bergamo e svolto a destra della cavalcavia che segnava l’inizio di Dalmine. Guidava e mi parlava. Molte delle cose che mi diceva non le capivo assolutamente, ma me ne fregavo. Stavo cosi bene con lui. Era il primo uomo dopo tanto tempo che non mi si buttava addosso appena salivo in macchina. Era il primo uomo che parlava con me senza infilarmi le mani dappertutto. Era anche uno dei più bei ragazzi che avessi mai conosciuto. Mi avvicinai e mentre guidava, gli misi la mano sotto il mento e lo girai verso di me. Gli diedi un bacio, sulle labbra. Avevo appena infranto una delle più importanti regole della mia professione: mai baciare i clienti in bocca. Non è perché lo disse Giulia Roberts in “Pretty woman” , no .Il motivo era più che altro igienico. In un lavoro come quello (se lavoro si poteva chiamare) non si poteva mai baciare un cliente,perché si rischiava di prendere ogni tipo di malattia.Ed io me n’ero appena infischiata.Stavo baciando un bellissimo ragazzo, e la cosa mi piaceva. Ad un tratto però, lui si fermò. “No- disse - io non voglio fare sesso con te. Io ti voglio corteggiare. Per me tu sei solo Stella, e non ciò che fai!”“No, io Julia, no Stella!”“Si- disse – tu sei Julia, la mia Julia!”Pronunciò il mio nome in modo perfetto. Non credevo fosse cosi fcile per un italiano pronunciarlo cosi bene, ma non me lo posi molto il problema.Il tempo era volato.Era circa l’una di notte ed io non avevo in tasca nemmeno una lira. Pensai a ciò che mi avrebbe aspettato se fossi tornata a casa a mani vuote e cominciai a tremare. Dissi a Edoardo che sarei dovuta tornare al lavoro.Lui sembrava non aver capito ciò che gli dicevo. Glielo dissi di nuovo. Si volto e prese un giubbotto sul sedile posteriore Frugo nelle tasche e tirò fuori un mazzo di soldi. Me li porse. “Dirai che stanotte sei stata con un cliente, a casa sua!”-disse.Non potevo accettare i suoi soldi. E poi, non era nemmeno venuto a letto con me. Ma lui insisteva… e mi baciava.