Violentata

Post N° 23


 I giorni non passavano più velocemente come all’inizio…adesso non vedevo l’ora che si facesse buio, per andare a Dalmine, a incontrare Edoardo. Ma ultimamente lui passava sempre meno, e si fermava pochissimo, ma abbastanza per baciarmi, e dirmi che mi amava. Non poteva fermarsi molto, altrimenti qualcuno dei ragazzi-papponi lo avrebbe potuto notare.Intanto io continuavo imperterrita il mio lavoro…ma ora era diverso, ora ero sicura che sarebbe finito  presto, molto presto. Già immaginavo il mio futuro, diverso dal mio presente, e soprattutto, migliore del mio passato. Sognavo un lunghissimo viaggio, un viaggio senza fine, sulla Calibra rossa, con affianco Edoardo. La destinazione non era importante, un posto valeva l’altro…importante era che non mi sarei trovata più li, e che non avrei più visto i denti enormi e gialli di Beni, in quella smorfia che doveva essere un sorriso.Passavo cosi le sere, a sognare…e, strano ma, non mi pesava più come all’inizio stare li, e fare ciò che facevo…era sempre meglio che stare a casa e essere presa da Beni, comunque.Ma forse mi stavo rilassando troppo, perché Beni aveva intuito qualcosa. Una sera ci fu una specie di blitz sul lavoro…la BMW si affianco alla macchina del mio cliente, mentre questi mi stava sopra.Io alzai la testa e vidi Olti che guardava verso noi.Quella mattina, al mio ritorno, Beni mi accolse come non faceva più da un po’ di giorni: con calci e pugni. Non avevo capito cos’avevo fatto, ma importante era che quel momento durasse poco…non ci tenevo ad avere spiegazioni: a cosa mi sarebbero servite? Avrei forse potuto spiegare la mia versione dei fatti e sarei forse stata ascoltata? No! Era meglio stare zitta…piangere se proprio necessario, ma non fare domande!Poi, a fine “seduta”, apri i pantaloni, e mi prese li…era eccitato, molto. Rimasi esterrefatta: si era eccitato picchiandomi? Speravo proprio di no…altrimenti ci sarebbero state altre “sedute” come quella.Dopo  non riusci a prendere sonno facilmente. Pensavo a ciò che mi era successo. Beni era pazzo, psicopatico e violento. Dovevo fare qualcosa per proteggermi. Dovevo dire a Edoardo di portarmi via al più presto. E se non fosse possibile portarmi via ? Cosa avrei dovuto fare? Mi stupi…per la prima volta stavo cercando di ragionare, di cercare una soluzione, o almeno, un rimedio. Sorrisi al pensiero.Quella sera tornai in strada con la speranza di vedere Edoardo e di parlargli, dirgli ciò che mi premeva. Intorno all’una- avevo fatto 450.000 lire fino a quel momento- si avvicina una macchina. L’autista abbassò pochissimo il finestrino, e prima che io finissi di dire la mia formula, mi disse “Si, Sali!”Salì quasi svogliata, e notai che la macchina partì con grande velocità. “Calmati” –dissi, ma nello stesso momento mi sentì tirare i capelli, e una mano mi afferrava il braccio sinistro. Dal sedile posteriore si alzarono altri due ragazzi, che si erano sdraiati per nascondersi da me…ora tremo, ripensando a quegli attimi…credo sia stato uno dei momenti più terribili che io abbia mai passato.Con la mano destra tentai di aprire la portiera, ma l’autista aveva chiuso la sicura, e poi, uno dei ragazzi di dietro mi saltò addosso per fermarmi.La macchina andava ad una velocità spaventosa, verso la campagna…stavo focalizzando ciò che mi era appena successo: ero stata appena rapita, probabilmente da una banda di balordi, o di drogati. Sicuramente mi avrebbero preso i soldi, ma questo era il male minore… e poi, probabilmente mi avrebbero violentata…e forse…no…no, non dovevo pensare oltre. Cosa potevo fare.I soldi li avevo nascosti nelle calze, sotto la pianta del piede. Ma sicuramente mi avrebbero controllata…forse mi conveniva darglieli io, potevo essere premiata…borsetta non avevo quella sera…nella mano destra avevo 5 preservativi…dovevo farli sparire, prima che si fermassero, altrimenti ….“Vomitare, io vomitare qui!”“Puttana-disse l’autista e apri il finestrino continuando a guidare- fuori la testa!” Misi la mano destra davanti la bocca, come se stessi cercando di trattenere i conati e nello stesso momento misi in bocca i profilattici. Non avevano notato nulla, ma il ragazzo seduto dietro di me, mi tirò per i capelli, e mi cacciò la testa fuori. Sputai i profilattici e rimasi un attimo cosi, guardando le ruote della macchina procedendo in quella strada dissestata.Poi mi tirarono dentro… ridevano . Ed ora, cosa mi aspettava?