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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 29 Dicembre 2006 da vipear

   LA CASA

 

La casa era troppo grande

Per me, e mia madre soli.

E qualche volta,

cercavo in quell’immenso labirinto,

di arrivare fino a lei.

Ma trovavo solo il suo cuore.

Eravamo in due mondi diversi.

Lei era l’inverno.

Io ero L’estate.

L’unico mio amico:

un usignolo che tutti i giorni

si posava sul davanzale della mia finestra,

cinguettando come a chiamarmi.

Ma ormai anche lui è scomparso.

Lo ho cercato invano, fra le rami degli alberi.

Lo ho cercato invano fra la biancheria

Stesa al sole ad asciugare.

Lo ho cercato invano sopra i tetti.

Povero amico mio.

Tu che mi rallegravi con il tuo canto

Quei giorni tristi,

e mi tenevi compagnia

senza chiedere niente.

Dove sei adesso?

Perché non canti più?

Spero solo,

che ovunque tu sia,

canti ancora per qualcuno.

 
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Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 29 Dicembre 2006 da vipear

Sonetto d’amore

 

Allor quando il pesco fiorisce,

e sbocciano le rose,

inizia la stagione del cuore.

Vorrei donarti una stella,

la più luminosa che ci sia.

Ma le stelle sono lontano.

Troppo lontano

Per afferrarle con la mano.

Ed allora mi accontento di dirti ti amo……

 

V.P.A.

 
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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 25 Dicembre 2006 da vipear

 

 

 

                              SIGNORE DELLA SOLITUDINE

 

Tutte le sere, lo stesso rito che si ripete.

Sotto il tepore di quelle coltri che non ti proteggono.

Leggi.

Lasci la luce accesa.

Fumi una sigaretta dopo l’altra,

per paura d’addormentarti.

Ma alla fine, quando ti addormenti,

con la cicca fra le dita, e la luce accesa, ecco che ti assalgono.

Il passato che ritorna,

con un’accavallarsi d’immagini e visi.

Creando incubi nella tua mente.

Ed è allora che diventi.

Signore della solitudine.

Signore di schiere eteree,

che combattono notte, dopo notte,

le tue battaglie contro i demoni,

e i mille incubi, che assalgono questo tuo castello,

fatto di sogni  incompiuti, di errori commessi e mai pagati,

devastando il tuo riposo notturno.

Immagini bruciate- per fortuna troppo in fretta-

Da risvegli bruschi e dolorosi,

che danno tregua a quest’assalto senza fine,

che si ripete; notte, dopo notte,

divorandoti la mente, consumandoti lentamente.

Combatti, signore della solitudine,

che di notte a cavallo del tuo petaso,

guidi le schiere della fantasia.

Combatti contro le armate dei sogni senza senso,

contro quegli invincibili mulini a vento.

Tentando di vincere le tue debolezze passate,

i tuoi tormenti.

Combatti tentando di dimenticare,

cancellando dalla tua mente gli incubi,

il passato ancora vivo:

gli spettri che assalgono il tuo cuore,

stringendolo in un gelo profondo.

Combatti signore della solitudine.

Combatti con le armi di cui disponi.

Fa che la tua fantasia, sia dilagante, e dimentica tutto.

Fa che i tuoi sogni siano di nuovo coerenti.

Solo allora potrai dormire il sonno profondo

Degli uomini giusti.

Solo allora potrai tornare a sognare i tuoi desideri.

 

VPA

 
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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 25 Dicembre 2006 da vipear

              GUERRA  SENZA  TEMPO

 

 

Nuvole di tristezza all’orizzonte

Di questa guerra senza vincitori, ne vinti.

Questa guerra:

dove anche l’essere più intimo muore.

Dove solo la solitudine riesce a sopravvivere.

Dove alla fine il vuoto più profondo rimane.

Capelli al vento, e lacrime senza fine,

per riempire un fiume senza fondo.

Per affogare nel pianto questo dolore atroce.

Per guardare il mondo dall’alto,

e diventare duri, e insensibili come pietre.

Per sopravvivere……..

Per non morire, in questa guerra senza tempo.

Un cuore senza amore è una vita senza via d’uscita.

Un gabbiano che vola incontro al sole morente

E scompare poco, a poco.

E’ una vita vuota;

senza passato, senza futuro, senza una meta.

E  questa guerra senza principio ne fine,

che continua, e continua.

Una guerra senza tempo.

 
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Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 25 Dicembre 2006 da vipear

 IL VENTO

 

 

Il sussurro del vento,

piega l’erba,

fa fremere le foglie,

spazza via le nuvole,

aggredisce il mare,

sposta la sabbia,

s’infrange contro le montagne.

Ma niente lo può placare,

niente lo può fermare.

Gli ho affidato un compito:

portarti le mie parole,

e donarti un sorriso.

 

 

V.P.A.

 
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