PENSIERI...LIBERI

La perduta capacità d’indignarci


In un paese “normale”, dove per normale s’intende un paese che ha ancora in sé la forza di reagire, la conferma dell’avvenuta trattativa fra stato e mafia (come rivelato dal procuratore antimafia Piero Grasso) avrebbe creato una ondata d’indignazione generale. Tutta la classe politica, non importa se di governo o d’opposizione, avrebbe chiesto spiegazioni. Avrebbe preteso agran voce nomi, date, fatti, circostanze. Avrebbe soprattutto chiesto di sapere perché queste dichiarazioni vengono rilasciate  adesso, a distanza di diciassette anni dai fatti.Ma niente è successo di tutto questo. Né la classe politica, né l’opinione pubblica – né la collettività nazionale né il singolo cittadino – hanno mostrato, salvo rare eccezioni, il minimo moto disdegno. Questo paese – non siamo certo i primi a dirlo – ha perduto ormai la capacità d’indignarsi e quel che è peggio ha perso,contemporaneamente, anche la capacità di stupirsi, di vedere, di rendersi conto di quel che sta accadendo, di esprimere un giudizio morale, di agire. In un paese dove il limine fra furbizia e intelligenza è diventato evanescente, dove le differenze politiche si sono annullate, dove non vi è più distinzione fra un talk show televisivo e il parlamento, dove i confini fra interesse privato e ruolo istituzionale sono impalpabili se non convergenti, ecco che tutto appare indistinto, indecifrabile e quindi normale. Come in una sorta di mitridatizzazione, ci sono state inoculate  dosi di populismo e aziendalismo, meritocrazia da lettòne e disinformazione, immoralità politica elevata a prassi istituzionale e olio di ricino catodico.Il problema – e non ci stancheremo mai di dirlo – è dunque morale e culturale ancor prima che politico. E’ un problema di smarrita dignità,sia collettiva che individuale. Antonio  Gramsci, che tutti indistintamente dovrebbero considerare come un patrimonio della nazione, ebbe a dire nel 1917:  “Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo,è vigliaccheria, non è vita.”Ecco dunque che è dal recupero della dignità individuale che bisogna ripartire. Solo allora potremmo nuovamente  vedere ed indignarci e all’occorrenza batterci contro  quello che normale non è.  Augurandoci che non sia troppo tardi. di J.A. Brady