Creato da martha76.mt il 14/01/2008

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"Istruitevi perchè avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi perchè avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo.Organizzatevi perchè avremo bisogno di tutta la nostra forza."
ORA E SEMPRE RESISTENZA

LO AVRAI
CAMERATA KESSELRING
IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI
MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRÀ
A DECIDERLO TOCCA A NOI
NON COI SASSI AFFUMICATI
DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO
NON COLLA TERRA DEI CIMITERI
DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI
RIPOSANO IN SERENITÀ
NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE
CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO
NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI
CHE TI VIDE FUGGIRE
MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI
PIÚ DURO D'OGNI MACIGNO
SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO
GIURATO FRA UOMINI LIBERI
CHE VOLONTARI S'ADUNARONO
PER DIGNITÀ NON PER ODIO
DECISI A RISCATTARE
LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO
SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE
AI NOSTRI POSTI CI TROVERAI
MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO
POPOLO SERRATO INTORNO AL MONUMENTO
CHE SI CHIAMA
ORA E SEMPRE RESISTENZA(Piero Calamandrei)

 

VERITÀ E ONESTÀ

Adolf Hitler nella sua biografia dice:

" Tra la verità e la menzogna non esiste gran differenza. La sola differenza è questa:

la verità è una menzogna ripetuta così spesso da far dimenticare che si tratta di una menzogna".
Io dico
Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.

 Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.


 

 

 
 

 

« ...ciao VikSIAMO ALLA FRUTTAAAA!!! »

Dedicata a Vittorio Arrigoni la serata del 2 maggio: era un vero cronista

Post n°431 pubblicato il 01 Maggio 2011 da martha76.mt
 


di Alberto Spampinato

Dedicata a Vittorio Arrigoni la serata del 2 maggio: era un vero cronista

Abbiamo deciso di dedicare a Vittorio Arrigoni la serata teatrale di lunedì 2 maggio a Roma in memoria dei giornalisti uccisi per mafia e terrorismo perché Vittorio appartiene a pieno titolo alla lista d'onore delle vittime che vogliamo ricordare. Vittorio non aveva il tesserino di giornalista, non aveva una formazione giornalistica, ma faceva - anche - il giornalista, oltre all'attivista umanitario. Come altro qualificare la sua attività che lo portava a scrivere articoli per il Manifesto in cui raccontava ciò che accadeva intorno a lui? E i suoi post sul blog? 
Il giornalismo di cronaca richiede di stare in mezzo ai fatti, come il lavoro dell’arbitro di calcio richiede di stare in campo e correre dietro al pallone, anche se è stancante e si rischia di prendere qualche calcio. Ci vuole qualcuno sul posto, qualcuno che veda con i propri occhi ciò che succede e lo riferisca agli altri. Ciò permette agli altri di sapere ciò che accade. Quando il tizio che sta in mezzo ai fatti ha riferito ciò che vede,  chiunque, da casa, dalla scrivania in redazione, o da dietro una telecamera in studio, può parlare di quel fatto come se lo avesse visto con i suoi occhi. Vittorio faceva questo. Stava a Gaza in mezzo ai fatti e ci prestava i suoi occhi, e raccontando ciò che vedeva permetteva a molti altri di partecipare a quegli avvenimenti, di farsene un'idea. Faceva informazione.  
Vittorio non aveva la formazione pratica e accademica del giornalista. Non aveva neppure l'inquadramento e lo status del giornalista. Era un autodidatta e un precario, come lo furono altri giornalisti italiani che uccisi per il loro lavoro, perché si avvicinavano troppo ai fatti che volevano raccontare. Vittime che ricorderemo collettivamente lunedì sera 2 maggio alle 21 alla Biblioteca Nazionale di Roma in viale Castro Pretorio con un recital teatrale  Alcuni di loro erano precari come Vittorio Arrigoni. Come lui, raccoglievano notizie rischiose in luoghi rischiosi. Si spingevano dove i giornalisti affermati non andavano. Con tutto ciò, non erano considerati giornalisti. Lo sono stati solo dopo la morte. E’ il caso di Peppino Impastato, di Giovanni Spampinato, di Mauro Rostagno, e dell’ultimo della nostra lista, Enzo Baldoni, rapito e ucciso in Iraq nel 2004. C’è voluto tempo prima di dire che erano giornalisti, e anche bravi. Non è giusto, ma non c’è da stupirsi. Lo stesso disconoscimento e' riservato oggi a molti giornalisti precari, anche a quelli che subiscono minacce e rappresaglie mentre raccolgono notizie sui fronti più esposti. Sono centinaia in Italia questi giornalisti invisibili. Si dubita che esistano veramente ed è raro che si parli di loro. Quando noi di Ossigeno raccontiamo le loro storie, con nome, cognome, luogo e indirizzo e costringiamo qualcuno ad ammettere la loro esistenza, il commento più frequente è di questo tipo: "ma quello è un precario!", oppure "ma è un blogger!". Lo dicono come se dicessero:  ma è di un'altra specie! Dobbiamo sforzarci di riconoscere chi è della nostra stessa specie anche se non veste come noi, anche se guadagna poco, anche se fa una vita più scomoda della nostra.  E’ il caso di dire, come diceva Vittorio Arrigoni, "Restiamo umani". E’ necessario anche per essere buoni giornalisti. 

* consigliere della FNSI, direttore di Ossigeno per l'Informazione

Ps:non so domani chi e cosa si festeggierà? Cari e onorevoli amici...mi avvalgo della facoltà di non rispondere! Baci RESISTENTI E PURE INCAZZATELLI A TUTTI! ^__*

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Commenti al Post:
alfiere13
alfiere13 il 01/05/11 alle 01:49 via WEB
Se la parola giornalista oggi volesse dire solo riportare e diffondere le verità di partito sarei felice di negare a Vittorio lo status di giornalista. Vittorio era in cerca di verità assolute e non delle verità di comodo o politiche. Raccontava di uomini e di pace, di possibilità reali di coesistenza e del rifiuto della menzogna e dell'aggressione. Vittorio non distorceva i fatti all'insegna del giornalismo di potere, Vittorio parlava al cuore della gente, raccontava storie reali e aveva il dono di farne poesie col suo esempio di vita. Grazie Vittorio ... Grazie Martha.
 
 
martha76.mt
martha76.mt il 03/05/11 alle 22:56 via WEB
L'Ordine dei Giornalisti, ha inserito Vik tra i giornalisti impegnati nella cronaca, che è la prima linea dell'informazione, di giornalisti "speciali" impegnati sul fronte mafie, terrorismo, affari illegiti, fronti di guerra o missioni internazionali, che corroneo molti rischi. E Vittorio ne è stato riconosciuto come utlima vittima, e ieri sera hanno sottolineato il fatto che per ogni giornalista ucciso ce ne sono molti altri che subiscono minacce, intimidazioni, violenze, gravi abusi legali, e che la maggior parte non si verifica sui fronti di guerra, ma in paesi "pacifici" come l'Italia, a danno dei cronisti che documentano i fatti. Un'amara verità di cui non si ha consapevolezza, ma i dati parlano chiaro, solo in Italia nelgi ultimi cinque anni, i giornaisti coinvolti direttamente o indirettamente in minacce, intimidazioni, abusi, sono stati almeno 600. La punta di un iceberg, perchè al maggior parte delle storie restano segrete perchè le vittime hanno paura di denuciarle. E proprio Vittorio era inserito in una lista tra le prime persone dell'I.S.M da eliminare, e negli ultimi mesi riceveva telefonate e messaggi su facebook o privati dove si augurava la sua morte. Insomma questo per dire quanto è scomoda una persona che ha sposato una causa con il cuore e quanto la sua INFORMAZIONE sia stata importante e abbia permesso a tante persone tra cui me dia prire letteralmente gli occhi su una violenza così palese e prevaricatrice, verso un popolo, e così fortemente taciuta e manipolata da tutti i mezzi di informazione. Grazie a te caro Alfiere! :)
 
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...BISOGNEREBBE ABBRACCIARSI PIÙ SPESSO :)

 


Il corpo è mio e decido io!

La carità comincia in casa...
e finisce in un casino.
Nel casino ho visto un re...
che ne montava due o tre.
Due escort e una mignotta...
quelle crude e questa cotta.
Che nella cotta dal bianco lino...
c'è sempre in moto un pistolino.
Pare mollo invece è duro...
come la crozza d’un canguro.
Se il canguro è pure prete...
il pontefice lo allingua alla parete.
Poi gli toglie gli attributi...
e li butta nei rifiuti. 
Nei casi più gravi lo spoglia 
della

veste...e nei casi meno gravi?

Si rivolge al gran celeste.

 

Poi che tutto sarà bonificato...
il pedofilo ne uscirà riprogrammato.

La carità ricomincia (di nuovo) in una casa...
e finisce (sempre) in un casino.

Domanda dei cento pedofili:

quando si nasce pedofili?

Risposta: quando il feto si presenta

pedofilicamente e tutti si toccano

per esorcizzarlo! 


 

GRAZIE LIBERO

 

PACE PER TUTTI!!


 

Chi vive senza follie non è savio quanto crede.

Francois La Rochefoucald

 

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