...e via discorrendo

Robert Smith


Premessa: ODIO quando, dopo aver scritto una media di 10000 caratteri, sto benedetto sito ti manda a puttane tutto e devi ricominciare da zero!! Non sarà mai lo stesso, e poi, con l'incazzatura non mi piace scrivere!! F****o Libero!Again: non ricordo quando ho cominciato ad ascoltare i The Cure, non è nella mia memoria se era un lunedì oppure una domenica. So per certo che li ascolto da tanto, tanto tempo. Mi sorprendo quando incontro qualcuno con una T-shirt dei cure oppure al passaggio di una autovettura la cui radio trasmette un brano NON-Radiofonico di Robert Smith. Non è un gruppo commerciale, non lo dico per farmene un vanto. E' una constatazione. Purtroppo, dato che mi farebbe piacere ascoltarli con maggiore frequenza alla radio. L'album che ascolto con maggiore accanimento è Wish. Contiene brani come Apart, high, from the edge of the deep green sea, che mi mettono i brividi. L'ultima, quella dal titolo "breve", è un tuffo nel cuore. La mente diabolica e poetica di Smith ha partorito veri e propri capolavori. Ma il tempo passa anche per lui, 29 anni di carriera! Nel '96 ero a Milano a fare il militare. I Cure erano in tourneè promozionale per l'album Wild mood swings. Appreso del concerto al PalaFila decisi che ci sarei andato, a costo di passare un processo militare. In qualità di furiere e caporale chiesi udienza al comandante di compagnia per richiedere un permesso per rientrare dopo il contrappello. Mi accordò un permesso fino alle 23:00. Poco ma meglio di niente. Con due amiche di novara andai al concerto. Le finanze non mi consentirono di comprare magliette o altri gadget. Il concerto iniziò alle 21:00. Robert suonò e cantò per oltre 160 minuti senza sosta. Ero nella merda. Avevo abbondantemente superato le 23:00. Telefonai in caserma per avvertire del ritardo, era una attenuante, ma non avevo giustificazioni "valide". A quel punto decisi di rimanere fino in fondo, se punizione doveva essere almeno doveva avere una BUONA ragione! Il palco era semplice, l'unica frivolezza era un grosso ragno che ci guardava dall'alto. La gente ascoltava in silenzio, e cosa davvero strana per me, immobile. Con le mie amiche invece abbiamo pogato a lungo, cantato e sudato. Giunto in caserma con la loro auto alle 01:20 busso al portone e mi apre un maresciallo. Mi guarda e mi dice: "Hai chiamato tu per avvertire del ritardo?". -Si! con un filo di voce.  -"L'ufficiale di picchetto è in ricognizione, vattene in camerata camminando al buio e cerca di non farti vedere, ti sei divertito al concerto?" -Si, maresciallo, è stato fantastico! - "Curr 'a durmì, nun te fa vedè, bona notte guagliò!" Sono rientrato in camerata che ero un gigante.