...e via discorrendo

La porta


Bussano, mi sembra di sognare qualcosa, bussano.Le finestre chiuse tengono lontani i rumori della vita, ma possono nulla contro il rumore intermittente che proviene dall'ingresso.Bussano. E' un pò di minuti che insistono con colpi più forti e frequenti. Ad ogni modo non è mia intenzione alzarmi dal divano. Resto qui, sdraiato a far nulla. Credo di sognare, di perdermi nei miei pensieri. Ora torno bambino con i calzoncini corti ed il pallone rosso sotto il braccio. A pensarci bene manca una cosa, ebbene si, le ginocchia sbucciate per le cadute sul selciato. Bussano. Le azioni di gioco erano sempre molto macchinose. Avevamo dodici, forse quattordici anni, ma eravamo immersi nel mondo del calcio e la vittoria era sempre sudata. Ora mi ritrovo adulto, con i figli accanto che mi dicono cosa fare, dove andare. Loro, che oggi sono attaccati ai miei pantaloni, mi rimproverano e mi danno consigli alimentari, mi giudicano e mi indicano.Bussano. La finestra del soggiorno tiene a bada le insidie della vita ma la porta, quella no, quella è il passaggio preferito di tutte le domande a cui non voglio rispondere. La porta mi separa dai miei errori, dalle paure, da tutte quelle azioni che si immergono nel mio passato intriso di giorni lontano da casa, di suoni e parole diverse dalle mie, di occhi, di colori. Le mie, soltanto mie, sono le giornate spese senza vedere sorgere il sole, senza accompagnarlo a riposare. Le mie, solo mie, giornate spese a brontolare per poi ricominciare come prima, più di prima.Bussano. Le persone stupide si divertono a giudicare. Dovrebbero limitarsi ad acquisire informazioni, dal loro punto di osservazione, senza elaborare perchè nel tentativo di dare una spiegazione alle altrui azioni inevitabilmente si finisce per fare un confronto con le proprie o, ancora peggio, si può farle proprie. Una opinione resta soggettiva, una istantanea di un momento estrapolato dal percorso di una vita, non può mai rappresentare la vita stessa. Bussano. Mi rivedo in motorino con i jeans a zampa di elefante, i capelli lunghi, lisci, biondo scuro, che svolazzano sulle mie spalle mentre con gli occhiali da sole ed il giubbotto di pelle nero mi sento il padrone della mia vita, il custode delle mie illusioni, il gendarme delle mie paure.Bussano e non me ne frega niente, non aprirò per sentirmi blaterare le solite cose.Bussano. Continuo a sognare.