...e via discorrendo

Crepuscolo


La nebbia. Non ricordo cosa fosse davvero a tenermi compagnia. La fame di vendetta? Il desiderio di sopraffazione? L'egoistica visione del mondo? Vagavo in auto lanciato ad alta velocità incurante del colore dei semafori, del traffico. A mio vantaggio c'era l'ora tarda, la chiusura delle scuole, il week end alle spalle. "Lunedì, credo sia lunedì oggi, al massimo martedì." Sono confuso, accecato dall'ira. Il tachimetro segna 220 e la lancetta oscilla tra i 120 ed i 160. In città. Sento lo stridere delle gomme sul selciato, il profumo delle pasticche dei freni surriscaldate dall'eccessivo lavoro. Brusche frenate e repentine ripartenze. Scalo le marce, quarta, terza, seconda, talvolta lavoro di freno a mano dando gas e avverto nei miei muscoli le trazioni e le accelerazioni. Al mio fianco vedo scorrere le palazzine dell'Ina casa, la 167, agglomerato urbano troppo spesso noto per traffici illeciti, sforzi di sopravvivenza, malaffari. Un altro incrocio alle spalle, un nuovo a poche centinaia di metri. Ti troverò. Le luci del tramonto mi abbagliano la vista attraverso lo specchio retrovisore. Quarta, quinta, sento il mio cuore in sintonia con i giri del motore. 180. Inspiro veloce e trattengo il fiato mentre attraverso il viadotto che passa sulla ferrovia. La vettura effettua un piccolo volo, un metro, forse due. Sento il rombo del motore salire i decibel come quando in folle si va giù sull'acceleratore. Schizza su l'adrenalina proprio mentre le gomme fischiano al contatto con il catrame. Le palazzine basse del quartiere arenaccia mi accolgono con stupore, sembra quasi che i lampioni della luce si chiedano l'un l'altro chi sia quel demonio che sfreccia a quest'ora tra la quiete e la pace della sera, proprio mentre va in onda l'ennesima fiction. Terza, seconda, e la fiancata che perde smalto rovinando contro le fiancate delle auto parcheggiate in via gobetti. La radio manda in onda un brano di Vasco, live in san siro, riconosco la mano di Braido alla chitarra.