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« Messaggio #70

Il popolo delle aquile

Post n°71 pubblicato il 16 Gennaio 2007 da keell

Questa leggenda risale ai tempi dei primitivi, quando uomini ed animali comunicavano tra loro. Occorre qui fare una precisazione. Quando si racconta di animali che copulano con uomini, o coi quali parlano, non si deve pensare a semplici animali. Essi erano considerati (e lo sono ancora) degli dei, e quindi immaginati come uomini-animali, ad esempio il licantropo dell’immaginario europeo. Troverete in questa leggenda, come in altre, alcune similitudini con il Cristianesimo. In questo caso particolare con il diluvio universale. Questo per sottolineare come tutte le religioni derivino da un’unica religione, e siamo tutti figli dello stesso Creatore.Questa storia venne raccontata da un’anziana sioux brulè (uno dei sette fuochi sacri – sette tribù – che formano la grande nazione dei Sioux). Tanto tempo fa, quando il mondo era stato appena creato, Unktehi, il mostro dell’acqua (nell’immaginario dei Lakota esso assomiglia ad un enorme drago che vive in tutti i grandi laghi, paragonabile al mostro di Lockness), combatté la gente e causò una grande inondazione. Forse il Grande Spirito era arrabbiato con noi per qualche ragione. Le acque salirono sempre più alte, e alla fine ogni casa fu inondata ad eccezione della collina (vicina al luogo dove oggi si trova la cava della sacra pietra rossa con cui si fanno le pipe). La gente si arrampicò su di essa credendo di potersi salvare, ma fu inutile. Anche la cima della collina infine fu spazzata dall’acqua. Tutti furono uccisi ed il sangue si coagulò formando un immenso stagno. Esso si tramutò poi nella pietra rossa. È il questo il motivo per cui essa è sacra, in quanto è composta dal sangue degli avi. Una sola bellissima fanciulla sopravisse. Quando l’acqua spazzò via la collina, una grossa aquila macchiata si lanciò su di lei e le permise di aggrapparsi alle sue zampe. Con lei appesa, volò sulla cima di un grande albero, il quale si ergeva sul più alto pinnacolo roccioso delle Black Hills. Quella era la dimora dell’aquila, e fu l’unico punto a non essere coperto dalle acque. L’aquila tenne con sé la bella fanciulla e ne fece sua moglie. A quei tempi c’era una più stretta relazione tra uomini ed animali, e per questo poté farlo. La moglie dell’aquila rimase incinta e generò due gemelli: un bimbo ed una bimba. Felice disse: "Ora avremo di nuovo un popolo!". Quando finalmente le acque si ritirarono, l’aquila aiutò i bambini e la sua sposa a scendere dall’albero sul quale avevano vissuto, e li posò sulla terra dicendo loro: "Siate e divenite una grande nazione, il popolo dei Lakota". I due gemelli crebbero e si sposarono generando a loro volta dei bambini, una nazione era nata. i Lakota discendono, quindi, dall’aquila, e ciò è qualcosa di cui essere orgogliosi, perché l’aquila è il più saggio degli uccelli. Infatti, è il messaggero del Grande Spirito ed è un grande guerriero. Questo è il motivo per cui essi hanno sempre indossato, e sempre indosseranno, piume d’aquila.

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Data di creazione: 26/11/2006
 
 

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