Missione Tolleranza

Banche armate, scoppia il caso Bpm


La sorpresa è stata massima. Quando il vertice di Banca etica ha letto la relazione governativa annuale sull’import ed export di armi s’è allarmato. Negli istituti di credito che forniscono servizi d’appoggio per il commercio di armi italiane all’estero compare, infatti, anche la Banca popolare di Milano che, oltre ad essere socia di Banca Etica, partecipa alla compagine sociale di Etica sgr, la società di gestione del risparmio del gruppo Banca Etica, che promuove fondi comuni di investimento e altri prodotti finanziari .«Una partnership fondata proprio sulla trasparenza e sulla condivisione di alcuni valori fondamentali» ha sottolineato in una nota Fabio Salviato, presidente di Banca Etica. Se vi fosse una conferma della volontà di operare nell’ambito dell’industria bellica, sarà il nostro stesso cda a intervenire in maniera ufficiale: prima con una lettera e, successivamente, con tutti i provvedimenti del caso». L’idea di una finanza al servizio dello sviluppo umano è infatti incompatibile con qualsiasi attività al servizio dell’industria bellica. «Per noi è un obbligo – ha ribadito Salviato – farci garanti di questo valore nei confronti dei nostri soci e di tutti i nostri risparmiatori».Salviato, tuttavia, non si è accorto che nell’elenco delle banche armate compare, sebbene con importi decisamente inferiori rispetto alla Bpm, anche la Popolare dell’Emilia Romagna, altra socia di Banca Etica.Due presenze, quindi, assai ingombranti.