RICOMINCIO DA QUI

HO SMESSO DI SCRIVERE PERCHE'...

Innanzitutto, ho smesso di scrivere perchè mi infastidiva il fatto che il mio blog finisse su fb. Sono iscritta qui e lì, ma il blog è una cosa, fb è un'altra e io non ho intenzione di mescolare le cose. Ci sono amiche, qui, che ho anche lì, ma non è detto che chi è lì, io voglia ritrovarmelo qui. 

Inoltre, devo ammettere di aver perso la mia voglia di scrivere, un pò per apatia, un pò per mancanza di argomenti. Vediamo un pò, cos'è cambiato nella mia vita in questi mesi? Ale ha ripreso la scuola, adesso frequenta la seconda media, ed io sono sempre senza lavoro. Ho fatto piccole cose, ma la grande svolta non è arrivata. In realtà non è arrivata neanche una svolta media e nemmeno piccola... 

Rispondere ad un post di Roberta e trovare il saluto di Luisa e l'invito di Edda, mi ha fatto venire la voglia di rispolverare questo spazio. Non so ancora che ne sarà, ma se non l'ho cancellato fino ad ora...

P.S.: Libero non mi fa cambiare nè il tipo di carattere, nè la dimensione, quindi armatevi di lente di ingrandimento!

MENZIONE D'ONORE

Ultimo giorno del corso P.O.N. di Alessandra. E' tornata con una busta dorata con degli oggettini non identificati e la scritta "MENZIONE D'ONORE, Alessandra M., per la poesia VITA". Spillato questo biglietto:

Le poesie di Alessandra M. sono mature. Questa poesia, però, mi ha colpita particolarmente per la sua profondità. Non è la semplice poesia alla mamma; è un grido d'amore e di ringraziamento, tanto è vero che si intitola "VITA". Alessandra ringrazia chi le ha dato la vita, chi l'ha voluta e l'ha amata. Lo fa per un motivo ben preciso: a questa persona lei deve la consapevolezza di sentirsi viva. A questa persona lei deve la gioia di sentire il cuore battere. A questa persona lei deve il suo esistere. E allora, sì, a questa persona bisognerà dire: "GRAZIE".

Ottimo,                                                 prof.ssa nome e cognome.

Non mi chiedete com'era la poesia, non ho avuto (ancora) la forza di leggerla. Mi sono commossa abbastanza solo per questo commento. Lo farò domenica, forse.

AIUTOOOOOOOOOOOO

Ragazze, ricordate il (nonnetto pervertito)? Bene, poco fa l'ho incontrato per strada, mi è venuto incontro e ci siamo salutati. Gli ho chiesto come sta sua moglie e gli ho detto che mi sarebbe piaciuto restare a chiacchierare con lui, ma avevo fretta. Mi ha risposto: "Sei la bella donna di sempre, me lo dai un bacio?".

Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!

UN SALUTO

Ci siete sempre nei miei pensieri, anche se non scrivo da tanto.

Se avessi voluto cancellare il blog, lo avrei già fatto da tempo, ma qui ci sono amici il cui contatto non voglio perdere.

Quindi, anche se di rado, torno a trovarvi e, chissà, non è detto che la voglia di scrivere non torni.

Certo, dovrebbe cambiare qualcosa nella mia vita, ma... mai dire mai...

P.S.: vi invito a leggere il commento qui sotto di review (Nino) e dare un'occhiata al suo interessantissimo nuovo blog. 

IL COMPITO DI ALE

Ieri Alessandra è tornata a casa con questa novità: "mamma, ho dato un calcio ad A. perchè mi ha offesa... non è la prima volta... mi esaspera...". L'ho rimproverata per la sua reazione, ma questa mattina sono andata a scuola per parlare con l'insegnante di lettere. In effetti, non è la prima volta che Ale mi racconta dei dispetti di questo A. Ho chiesto all'insegnante, riconoscendo i torti di mia figlia, di cercare di capire il perchè di questi atteggiamenti da parte di entrambi, per evitare problemi più seri in futuro. Ale mi ha raccontato, all'uscita da scuola, della bella ramanzina che l'insegnante ha fatto a tutta la classe, a cui ha assegnato questo compito a casa: "Parla di te, della tua classe e proponi una soluzione". Svolgimento:

Sono consapevole di essere una ragazza con molti difetti: chiacchierona, orgogliosa, testarda. Si può dire tutto di me, ma non sono manesca, anche se purtroppo questa è l'impressione che ho dato ultimamente. Voglio precisare che è la prima volta che mi succede una cosa del genere e che mai in passato ho avuto questi comportamenti con alcuno. Lo ammetto, ho reagito male e "senza contare fino a dieci", ma sono stata esasperata da comportamenti che vanno avanti dai primi giorni di scuola. Non è bello veder volare la propria cancelleria fuori dalla finestra o usata per giocare a canestro col cestino della spazzatura; non è bello vedere la propria cartella presa a calci; non è bello vedere il proprio diario svolazzare da una parte all'altra dell'aula come un pallone da pallavolo. Ma non è tutto: non è bello che qualcuno usi la mia felpa come un asciugamani o dimentichi che ho un nome, chiamandomi con aggettivi poco educati. Forse, se fossi una persona taciturna e silenziosa, passerei inosservata, nessuno si accorgerebbe di me, lasciandomi in pace. Ma una fragorosa risata o un carattere esuberante non giustificano il comportamento di persone che, dopo quattro mesi di scuola, continuano a deludermi come il primo giorno. Se rifletto sulla mia classe, giungo ad una sola conclusione: troppi "figli di papà" e troppa immaturità, perchè purtroppo questo vuol dire crescere avendo tutto senza conoscere rinunce e sacrifici. Crediamo di essere grandi solo perchè siamo alle medie, ma facciamo i capricci come i bambini di prima elementare. Non dico di essere perfetta, lo so, ma ancora non abbiamo capito che cos'è l'amicizia, quella vera, quella dei grandi. Non abbiamo capito cosa vuol dire condividere il proprio materiale scolastico con gli altri, nè rivolgerci al compagno avendo rispetto per lui e per le sue cose. Io penso che, fino a quando non avremo capito questo, sarebbe il caso di lasciarci in pace l'un l'altro, evitando alleanze strategiche con pochi complici, ma soprattutto evitando litigi e ripicche. Per andare d'accordo con gli altri, bisogna avere rispetto e tollerare i difetti degli altri, ma per tutto questo ci vuole, appunto, quella maturità che non abbiamo. Insomma: cresciamo!