La Vita e La Morte

Le fiabe di carta.


Avvolto in un soffitto dipinto ascolto note di piano danzare in ghiaccio di stelle,fuori una fredda notte estiva, cianosi blu di punta di dita, di naso, di lobi d’orecchie.Ricordo sogni turbati da scuri colori di affreschi antichi, ricordo il salire sulle gambe per ascoltare di vita, ricordo il racconto dei cuccioli di rondine con destino di morte se avessero spiccato il volo troppo presto o troppo tardi.Sguardo in cielo, stanotte si vedono, le guardo solo, non posso far altro, cerco Cassiopea. Buio, mi  muovo a memoria in sassi che anni fa complicavano un incedere incerto, arrivo al giardino delle capriole, accarezzo l’erba bagnata di pioggia non caduta, ne strappo uno stelo per portarlo alle labbra, non si allontana, girovagando giardini chissà perché non ha mai ricevuto una margherita. Scovo una piccola chioccia, corpo delicato difeso da corazza sembra non temere una mano a racchiuderla, la ripongo, dove andrai..Mi volto,enorme scalone di pietra dura portasti in sposa il sangue dal quale provengo, ascolto il lento respiro, un giorno forse, attenderò anch’io al primo scalino. E’ una mezzanotte di venti, quelli caldi sono fermi da un vortice d’iceberg intorno a me,posti a muraglia ne vedo solo la punta ignorandone da cieco la profondità.Ho la mano sinistra piena di passato, la destra di un rombo d’aereo, omeri e tibie a reggere presente.Sogno la terapia per un cuore di cicatrici, un’altra potrebbe romperlo, non mi sento bene, cerco e prego sangue puro, senza meritarlo.