La Vita e La Morte

Angeli neri.


Eccomi… quanto sono piccolo..sempre a mettermi in mostra… ero sicuro di averli indosso quei braccioli.. quel molo di legno lo sento fermo sotto i miei piedi..la rincorsa, il salto..l’impatto con l’acqua…vado giù.. mi bruciano gli occhi,poi i polmoni, freddo…mi sento morire, i capelli…chi mi sta tirando?…c’è meno buio… luce,mamma, respiro.Eccomi… che freddo in questa stanza…sì che è estate… qui non dovevo venire da solo…speriamo non mi scoprano…le finestre sono chiuse…qualche spiraglio c’è però…uno cade proprio su questa  enorme cassa di legno…l’aria è un po’ secca…prendo questo sgabello così vedo…Nonno…sei qui…come sei bianco…non ti tocco un po’ mi fai paura…ti guardo…sei così nobile…ieri sera non mi hanno lasciato venir su a salutarti..mi han detto che hai chiamato tua madre…ti guardo ancora un po’…non faccio rumore,non dire alla mamma che sono venuto qui.Eccomi…è tutto nero pece…perché mi hai chiuso qui dentro…non ce la faccio ad arrivare alla maniglia, perché non ci credi che voleva ammazzarlo il mio fratellino?E’ mio…mio cugino è cattivo…apri per piacere…non respiro qui…ci sono i mostri.Eccomi...avevo studiato…non me lo meritavo…perché mi hai detto che non diventerò mai nessuno..come fai a saperlo già…non capisco, non glielo dirò mai, nascondo.Eccomi…qui in metropolitana come ogni mattina …chissà se oggi si farà autogestione…Ma quello…che cazzo..non urlare così…avrà 6 anni…lasciala stare…non la smette…non osare alzare un dito…l’ha fatto…perdo il controllo…ma porca puttana prenditela con uno grosso come te pezzo di merda!... Dio che male all’occhio, mi gira la testa..non me l’aspettavo facesse così male…mi devo sedere…lo dischiudo un attimo…le porte si richiudono…una piccola mano che piange fa ciao…ciao bambina.Eccomi….su quella maledettissima strada…vedo la donna lontana in un lago di sangue…la piccola…piccola mi senti…quello che scricchiolio di vertebre…quanta gente intorno…Signora lei mi sente…Un nome flebile…poi più niente…Allora è questa la morte…devo sedermi…sono impreparato…forse se ne avessi saputo di più….sono tutto sporco…ho bisogno di sedermi…ma perché quello fotografa... quanto sangue…credo di averne anche in viso… lampeggianti…eccoli…ora ci pensano loro..a mettere due lenzuoli.Eccomi…quel telefono…la devo chiamare…ma è quasi Natale…cinque anni…devo farlo comunque…Pronto, piango“io non lo so perché non ti amo più”.Eccomi…Milleuno, milledue, mille tre…dai carica ancora,proviamo una volta ancora…quelle mani rugose sopra le mie…Fermati..quel sorriso di chi conosce i limiti, Fermati.Eccomi…quanti anni che non mi inginocchiavo più… ti prego, ti prego…fa che non vi siano metastasi.Eccomi…era tanto che non capitava…ecco la stretta…la ricordo…non era così però…mano destra sul cuore…stringe…forte…fermo…silenzio..lo sento…ti prego riparti…Tum.potenziale d’azione.vivo.Eccomi…No…non ridarmelo…sono tuoi questi due cerchi d’argento..ti prego…ma che stai facendo…sento i treni che passano…i tuoi occhi gonfi come i miei…non prendere quel treno…perché mi abbracci così…non te ne andare…ma era tuo questo..non può essere…ma stanotte cos’era…Mi accascio a terra…Addio per sempre...occhi rotondi.Eccomi..quanta nebbia…volto rigato..centoquaranta..ma perché?...centosessanta…Non si vede niente…Centosettanta...non mi interessa niente..vibra il volante…ma perché?centottanta. Eccomi…è notte…forse da solo non ce la faccio..forse devo capire chi sono davvero…mi ritenevo invincibile ed invece eccomi qua…che faccio…questa è dunque la solitudine dei soli, vorrei iniziare a scrivere…un blog…cosa sono io?non so…mi sento Vita e mi sento morte…inseguo la prima e ho spade contro la seconda, quanto male che mi vuole…non posso stare con la faccia a terra…datemi una penna…una penna,e scriverò fino a che non camminerò di nuovo con la nobiltà e l’Amore che è nel sangue di chi porta ed ha portato il mio cognome.