La Vita e La Morte

Omnia Incompleta. Ultimo atto.


Ho scritto ubriaco ,ho scritto piangendo, ho scritto sbattendo i tasti e spezzando mine, gocciolando sangue e asciugandomi di solitudine.Siamo un susseguirsi di capitoli, l’aprirne uno nuovo racchiude in sé la consapevolezza del vissuto e la voglia di scrivere i prossimi su un bianco diverso, oggi Vita e Morte dal suo palco s’inchina, ha una mano sul cuore, ringrazia in lacrime il pubblico pagante, applausi, un passo indietro scrutando le migliaia di menti, quanto siete belle, “chissà dove andrete vite perdute e ritrovate” l’ultimo pensiero, prima dell’odore di stoffa rossa.E’ un diario di storia vera, questo ne è il capitolo finale;  nel tempo di una carezza mi riporta alle  prime righe… scritte da quel giovane innamorato che correva nella nebbia perché forse quello era l’unico modo per poterla vedere ancora una volta, una volta ancora, e non importava se fosse stato in un letto di terapia intensiva.Questo Blog è stato il mio microcosmo, il mio rifugio, la mia casa di panpepato. Attorno ad esso hanno navigato centinaia di satelliti ed ombre scure, briciole di neve e lucciole di primavera, ho conosciuto anime fredde Re magi di calore, sorrisi di occhi stanchi e viandanti bagnati, ho potuto ascoltare fiabe d’altri tempi e mondi di fate, ho coperto orme codarde e tagliole di volpi, ho respirato grano ed inseguito una stella cometa.Nei sogni avevo smesso di crederci, poi il tempo passa, la coscienza matura, prima piove poi di arcobaleni ne vedi ancora e giorno dopo giorno si rischiariscono i sensi, per primo torna l’olfatto ed il fiore d’oriente lascia posto agli agrumi della terra fertile, poi torna l’udito che da Piano diventa violino e chitarra e infine il tatto degli occhi, il sapore di vero e la vista di domani.Cosa voglio e cosa ricerco da quest’unica vita ancora in vero non lo, sempre più in alto respiro scrutando qualcosa che possa sorprendermi sopra ogni cosa, a 28 anni ho conosciuto la morte e apprezzato la vita, vivo nella totale indipendenza economica e non credo vi sia un lavoro più bello del mio, ho due amici veri che valgon per cento, ho salute ed Amore, occhi puliti a guardarmi, odore di caffè, risate ed intelligenza. Non so cosa mi spinge a volere nei polmoni arie diverse, “Perché vuoi farlo?” mi hanno chiesto alla sede di Emergency quando ho chiesto di poter partire con loro parecchi mesi senza ricevere compenso,”Cosa ti spinge...noi ora abbiamo bisogno in Afghanistan, cosa ti spinge?” …per quanto m’aspettassi una domanda del genere la vera risposta l’ho tenuta per me, lo so che il non accontentarsi non potrà mai portare alla vera felicità, forse perché non riuscirò mai a sentirmi arrivato, forse perché mi manca la guerra per capire l’uomo, forse perché di luce io voglio morirne.Vita e Morte, due parti così presenti in me, Yin e Yan, ed io sono l’uno e sono l’altra, sempre,in quello che faccio, che scrivo, che voglio, poli opposti d’una pila d’energia..e mi piacciono entrambi,forse allo stesso modo. Non so se sia fortuna o condanna, l’idea di crearmi una famiglia, di avere dei figli di essere chiamato papà mi attira quanto quella di passare una vita in giro per il mondo a mettere in pratica l’unica cosa che so fare. C’è una splendida canzone di De Gregori che inizia così… “Il più bel sogno fu,il sogno non sognato, E il miglior bacio quello non restituito, Ed il più lungo viaggio fu quel viaggio che non fu iniziato, E fu senza saluto il più compiuto addio”.( http://www.youtube.com/watch?v=Z8iUCP9-Q6k )Vorrei trovare qua dentro la mia verità, rimango in silenzio di fronte alla bellezza dei significati presenti dietro ogni parola,è però un silenzio di bosco, con fischi di vento forte che mi ricordano quando da bambino rimanevo ore a guardare i temporali contandone i lampi, “cerchi sempre energia” mi disse una volta il mio povero nonno.Tra voi c’è gente che mi legge e mi scrive sin dall’inizio, ha osservato da spettatore il mio crescere tenendomi compagnia quando ero io per primo ad allontanare chiunque. La bellezza delle amicizie virtuali forse sta proprio in questo, nel parlar all’anima e non alla persona. Tante sono le persone che mi scrivevano d’ aver pianto leggendomi …leggevano “Quel giorno quando LO vidi” e mi scrivevano parole viscerali d’emozione sincera… Sapere di essere capace di creare emozioni nel periodo in cui io stesso ero certo di non poterne più provare mi ha salvato la vita, per quanto possa sembrare assurdo mi serviva una scintilla e mai avrei pensato che la scintilla potesse arrivare da una penna che neanche sapevo di saper usare. Ho sempre pensato che le parole fossero il miglior regalo di sempre, avevo smesso di crederci, bello aver ricominciato. Tempo fa, una persona indelebile mi raccontò uno storia vera, credo fosse la sua di storia, credo volesse dire che chi ama è per sempre, era una canzone..e diceva così… "NEL MOLO DI SAN BLAS"lei salutò il suo amore lui partì su una barca nel molo di San Blas lui giurò che sarebbe tornato e lei inzuppata di lacrime giurò che lo avrebbe aspettato mille lune passarono e lei stava sempre nel molo aspettando molti pomeriggi si annidarono nei suoi capelli e nelle sue labbra portava sempre lo stesso vestito così se lui fosse tornato non si sarebbe sbagliato i granchi le mordevano le sue vesti,la sua tristezza e la sua illusione ma il tempo volò e i suoi occhi si riempirono di albe e si innamorò del mare e il suo corpo si radicò nel molo Sola Sola nell’oblio sola con il suo spirito sola con il suo amore il mare nel molo di San Blas i suoi capelli diventarono bianchi ma nessuna barca le riportò il suo amore e nel paese la chiamavano la chiamavano la pazza del molo di San Blas e un pomeriggio di Aprile tentarono di portarla al manicomio nessuno potè strapparla da lì e nessuno mai più l’avrebbe separata dal mare rimase sola Con il sole e con il mare Rimase lì Rimase sola fino alla fine Rimase lì Rimase nel molo di San Blas Con il tempo di un pentagramma riempito da chi ha una storia da raccontare, a voi tutti, Buona Vita.