IL MARE, LA MIA PASSIONE
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RALLENTA I TUOI RITMI
Come lavorare meno e godersi la vita” Cos’è il downshifting? Letteralmente scalare la marcia della macchina, in senso lato la decisione consapevole di scegliere un ritmo lavorativo meno impegnativo al fine di godersi al vita. In italiano, secondo wikipedia, sarebbe da tradurre in “Semplicità volontaria”. Sembra un paradosso, ma è proprio la crisi ad aver dato impulso a questa filosofia di vita, soprattutto Oltreoceano, tanto che secondo i ricercatori è destinata a segnare il costume nel mondo del lavoro dei prossimi anni. Non si tratta di rinunciare alla carriera – e infatti il fenomeno è trasversale e riguarda entrambi i sessi -, “male minore” che invece di solito è richiesto alla donna, ma di rivoluzionare la propria scala di valori e di fruizione del tempo. Rallentare, lavorare meno per godersela di più: ma se non ce la si fa con i soldi? Qui casca l’asino: per “downshiftare” e sopravvivere occorre partire da buone entrate, ma è comunque richiesto un adeguamento del proprio stile di vita verso forme più semplici e meno consumistiche. Ci saranno meno soldi da spendere, è vero: ma volete mettere? Si può lavorare meno - con scadenze più ragionevoli, rifiutando determinati compiti o addirittura le promozioni -, si può lavorare in maniera diversa - da casa, o condividendo il lavoro con un’altra persona. Ma come si fa – in concreto – a downshiftare in un mondo del lavoro che in realtà chiede sempre di più? Innanzitutto occorre convincersi che un minor reddito può essere sufficiente a coprire le necessità (il possedere beni rende più felici?), ma anche che chi guadagna meno ha maggiori possibilità di conservare il proprio posto. Poi bisogna passare all’azione: chiedere l’orario flessibile o il part-time, rifiutare promozioni e fare un passo indietro, andare in pensione anticipatamente. Stabilita la road map, c’è l’ultimo ma non trascurabile dettaglio: occorre convincere il capo o l’azienda per cui si lavora. Eessere convincenti (non sempre basta…), farsi amico il capo (ipotesi di solito difficilmente realizzabile), mettere per iscritto il proprio progetto (effettivamente utile, soprattutto se la decisione finale dovrà essere presa a vari livelli). Il solito manuale di pura utopia? Poco importa, perché l’importante è sognare di poter vivere una vita migliore e più completa, magari proprio leggendo il libro sotto l’ombrellone, quando l’ufficio sembra così meravigliosamente lontano. E magari, tornando al lavoro, chissà…
MY LOVE
DELICATEZZA
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Post n°32 pubblicato il 31 Maggio 2010 da dolcissima6612008
Le malattie della tiroide causate dalla carenza di iodio potrebbero diventare un ricordo. Sulle tavole degli italiani arriveranno entro la fine dell'anno carote, pomodori, insalata, ma anche latte e formaggio, tutti naturali ma con un maggior contenuto in iodio. Alimenti che vanno ad aggiungersi a sale e patate iodati, già da tempo in vendita nelle città italiane. Lo ha annunciato a Milano Aldo Pinchera endocrinologo dell' Università di Pisa e presidente dell'Associazione Italiana Tiroide (Ait), alla vigilia della prima 'Giornata Europea della Tiroide', nell'ambito di una campagna internazionale di informazione per incentivare una regolare assunzione di iodio, la cui carenza rappresenta una delle prime 10 emergenze di salute del pianeta. «Nel mondo, oltre due miliardi di individui sono a rischio di carenza iodica - afferma Pinchera - 800 milioni di persone hanno il gozzo e 30 milioni i bambini con deficit mentale. In Italia il problema riguarda il 10% della popolazione, pari a 6 milioni di persone. Nelle donne oltre i 60 anni questo comporta l'ipotiroidismo, nelle donne in gravidanza possono verificarsi ripercussioni sul feto e nei bambini conseguenze sullo sviluppo cerebrale, con difetti cognitivi». Il successo dei programmi di iodioprofilassi ha permesso di ridurre da 110 a 47 il numero di Paesi con gradi significativi di carenza iodica. «Ma - secondo Pinchera - nel continente europeo l'obiettivo di una adeguata iodoprofilassi è ancora lontano dall'essere raggiunto». La disponibilità dei nuovi prodotti iodati è frutto delle ricerche realizzate dall'Università di Pisa. Nel 2009, in particolare, 70 mucche in lattazione sono state nutrite con mangime arricchito con iodio in quantità superiore alla norma, ma ampiamente inferiore al massimo consentito dalla legislazione europea. Ebbene, nel formaggio 'grana padanò prodotto con tale latte la quantità di iodio per 100 grammi è 2,5 volte maggiore. Carote, pomodori e insalata iodati si ottengono arricchendo il terreno e i concimi con iodio, mentre è in fase di studio la possibilità di ottenere un'erba geneticamente modificata per il pascolo, in modo che i bovini assorbano direttamente con l'alimentazione naturale una quantità adeguata. di iodio. |