Una Vita

FRA’ CRISTOFORO ZANOTELLI E IL CONTE ATTILIO BERTOLASO


leggi almeno il grassetto!! le foto che punteggiano la lettera sono scannerizzate, riprendono pecoree nate intorno alla zona dove vogliono aprire il mega inceneritore di Acerra (n.d. Marco) I dati ufficialmente presentati dal Commissario Bertolaso lo scorso 12 aprile 2007 hanno accertato il nesso di causalità tra smaltimento lecito e illecito dei rifiuti e incremento di patologie tumorali e malformazioni. La metodologia epidemiologica della raccolta dei dati e la loro elaborazione ha finalmente, ma dopo troppi anni, chiarito ciò che con semplice “buon senso” era sin troppo noto a tutti. “Ma cosa si stima che sia il buon senso? Un modo facile di pensare a fronte del difficile e faticoso altrui? …………Il buon senso è sintesi: e la fatica della sintesi è quella che oggi si desidera fuggire……” (Benedetto Croce). Sono stati dimostrati da Bertolaso, con una raccolta dati ferma comunque al 2002: a) una percentuale sino all’83 % in più di malformazioni congenite neonatali (cioè patologie il cui manifestarsi indica una “pressione ambientale” con danno del materiale genetico avvenuto in tempi più ridotti rispetto allo sviluppo dei tumori) negli otto comuni a maggiore rischio e del 45% in più nei comuni di terza fascia in cui (dai colori dei grafici), pare essere inclusa Napoli; e va considerato che, al contrario delle pecore di Acerra, i feti degli umani scoperti malformati in gran parte “spariscono” dai conti del computer per aborto terapeutico prima di nascere ! b) un incremento medio dei tumori in prossimità di discariche legali di rifiuti “tal quale” e di discariche illegali dal 9 al 12%;c) la esplicitazione che il problema non è stato avviato a soluzione con un efficace filiera di riciclo e raccolta differenziata ma si è ulteriormente aggravato.E’ logica deduzione quindi che la situazione oggi può essere soltanto ulteriormente peggiorata, senza necessità di attendere altri anni per successive indagini epidemiologiche.
Non si comprende pertanto come :1) Non si avvii innanzitutto, con tutti gli strumenti possibili al potere commissariale, la filiera del riciclo e della raccolta differenziata spinta, tesa ad una drastica riduzione della produzione giornaliera di rifiuti;2) Non vengano posti in essere tutti gli strumenti possibili e tutte le forze necessarie deputate ad un severo controllo del territorio, sinora evidentemente realizzato in maniera non sufficiente, finanche con il ricorso all’esercito ed ai satelliti ;3) Non venga potenziata ed arricchita delle strumentazioni e di una dotazione organica adeguata di chimici e analisti la Agenzia Regionale per la Protezione Ambiente Campania (ARPAC), ancora priva di laboratori attrezzati, di personale chimico e analista di ruolo e di poteri di intervento autonomo, quale primo valido baluardo a tutela della salute pubblica;4) Non si risolva il problema del vuoto normativo e gestionale dei monitoraggi di tossicologia ambientale sull’uomo in Campania istituendo un attrezzato “OPEN LAB” aperto a ricercatori e clinici le cui professionalità esistono da tempo in Campania;5) Non si istituisca d’imperio e d’urgenza uno stabile Registro Provinciale Tumori a Caserta o presso la Fondazione Pascale.
L’unica soluzione invece proposta, e che risolverebbe solo i problemi igienici della voluta (?) emergenza nel breve tempo (cioè nei tempi necessari al rispetto del mandato commissariale ricevuto), ma che non risolverebbe minimamente i problemi tossicologici dimostrati nello studio presentato dalla stessa Protezione Civile, è solo il recupero a qualunque costo di discariche di rifiuti “tal quale” più o meno a norma come Lo Uttaro, e la sospirata partenza in una zona già inquinata da diossina di uno degli inceneritori più grandi di Europa. Va solo ricordato che, nella eventuale disgrazia di una messa in opera di tale inceneritore in sinergia con l’altro previsto a S. Maria La Fossa, si creerà una sovrapposizione delle aree di emissione dei prodotti di combustione tossici proprio sul territorio di Caserta e dintorni.
I bilanci già da tempo in deficit della Sanità campana non possono reggere l’urto di ulteriori incrementi di patologie croniche, e non solo oncologiche, dovute a questa situazione di disastro ambientale certificato. Sta finendo, per tragica saturazione, un ciclo storico di sviluppo globalizzato senza regole. E sta rinascendo una nuova forma di governo federalista, un nuovo modello di Città Stato (Nea polis), basato sull’impegno civile e diretto dei cittadini e delle loro spontanee associazioni. Nel rispetto dei cicli vichiani, per non perire tutti è necessario ritrovare presto la strada del controllo (la maturità dell’Uomo civilizzato). Facciamo non come sta facendo Milano oggi, ma almeno dieci volte di più e subito! Recuperiamo regole e credibilità in tempi brevissimi! Eppure, oggi apprendiamo che le dinamiche del potere sono sempre le stesse. Fra’ Cristoforo Zanotelli, appena giunto il Commissario Bertolaso, ha messo a disposizione gratuita del Commissario di governo tutti i professionisti medici, geologi, giuristi, facenti capo alla Assise di Palazzo Marigliano e lo invitò con affetto a riflettere sulle cose più giuste da fare. Dopo avere invece scelto (o subito?) dei vice-Commissari arrestati pochi mesi dopo, il conte Attilio Bertolaso, anziché ricordare al Cardinale zio le colpe dei Don Rodrigo campani, se la prende con Fra Cristoforo Zanotelli che cerca di impedire ai Don Rodrigo di imporre ciò che hanno imposto da anni: “la (raccolta) differenziata non s’ha da fare!” Ma per quanto non ci possano credere, persino prima della fine del mandato degli attuali governanti, vivremo sulla nostra pelle la inesorabile punizione della Natura come nel 1600. Chi viola senza alcun ritegno le leggi della Natura, come avviene in Campania da tempo, ha un destino obbligato che nell’Antigone di Sofocle venne chiaramente compreso ed espresso dai nostri avi Greci. Subisce dagli Dei, e senza alcuna pietà, la punizione peggiore : la morte del figlio (+ 83% di malformazioni negli otto comuni a maggior rischio e + 45% a Napoli !) . E non c’e Magistratura (più o meno ridimensionata) cui dovere rispondere: questo triste periodo della Regione Campania è già entrato da tempo nei libri di Storia.Napoli, li 20 aprile 2007Dott. Antonio MarfellaTossicologo oncologo