Vita ordinaria

Kenya


Il 27 dicembre scorso Mwai Kibaki, presidente uscente, è stato proclamato vincitore delle elezioni in Kenya con 230mila voti di scarto (circa il 5% in più) rispetto all'opposizione, guidata dal candidato alla presidenza Raila Odinga.L’opposizione ha contestato brogli elettorali e ha chiesto all’Unione Europea il riesame dei risultati. Immediatamente sono scoppiati vasti disordini in diverse zone del paese. L'episodio più grave è stato registrato a Eldoret, nell'ovest del paese, allorché una cinquantina di persone (fra cui numerosi bambini) sono morti nel rogo di una chiesa cristiana. Gli scontri sono acuiti dalla rivalità etnica tra i Kikuyu (il gruppo da sempre dominante nella vita pubblica kenyota, di cui fa parte il presidente Kibaki) e i Luo, minoranza di notevole potenza economica e culturale. Al momento le vittime sono circa 600, ma è un bilancio provvisorio perché gli scontri continuano, anche se con minore intensità. Dal sito dell’Unicef :“Fatuma Roba, 22enne, vive a Kibera. Fatuma ha raccontato ciò che ha visto accadere negli ultimi giorni e le sue impressioni. «Il fulcro della violenza qui a Nairobi, per come la vedo io, è proprio dove vivo. E colpisce tutto e tutti.» Fatuma dice che nulla, nella sua comunità, si sta svolgendo in maniera normale. Gli scontri hanno ripercussioni sulla disponibilità di acqua corrente, energia elettrica e di cibo. Molti hanno abbandonato le abitazioni, temendo per la propria stessa vita.«Le nostre esistenze sono giunte a un punto morto. C'è un'enorme tensione, e io ne sono terrorizzata.» Fatuma teme anche per i suoi studi. La scuola dovrebbe riprendere la prossima settimana, dopo la pausa delle festività natalizie, ma in questi giorni lei raramente esce di casa per via della diffusa insicurezza nelle strade.«Non sappiamo quando torneremo a scuola. Al momento non so nulla di cosa accadrà e non riesco a combinare niente», confida.Le elezioni nazionali della scorsa settimana sono le prime cui Fatuma ha potuto prendere parte. La giovane afferma di essere stata felice di votare per la prima volta, ma anche che se si dovesse tornare a votare non è certa che lo rifarebbe.«In questo momento non si capisce se la gente cade vittima della violenza per una questione politica. Avrei paura a tornare a votare, perché non so cosa potrebbe succedere.»Fatuma è una giovane che si è sempre interessata alla politica e ha partecipato alle attività del Centro per la donna di Kibera. Ma ora è triste e sconcertata al pensiero di ciò che accadrà nei giorni a seguire.«È terribile essere in preda alla guerra nel proprio paese. Siamo kenyani, questa è la nostra terra, eppure viviamo qui come dei profughi.»”