Vita ordinaria

Post N° 69


Da Grazia:"«Anche qui in India, che credevo patria di tolleranza e laicità, devo nascondermi. Solo perchè dico ciò che a me sembra ovvio: e cioè che le religioni sono state inventate per opprimere, quella islamica in modo particolare.» Parla Taslima Nasrin, scrittrice bengalese 46enne, in esilio in India dal '93, prima a Calcutta e poi a Delhi, perchè raggiunta da svariate "fatwa" (condanne a morte da parte degli estremisti islamici che non gradiscono le sue opinioni) e appena insignita del premio Simone di Beauvoir dal governo francese. Peccato, però, che quel premio Taslima non possa riceverlo: Nicolas Sarkozy, nei giorni scorsi in visita ufficiale a Delhi, voleva consegnarglielo personalmente. Ma il governo indiano si è opposto: troppo pericoloso a causa delle minacce dei fondamentalisti che non gradiscono i romanzi della scrittrice (in Italia è stato pubblicato solo Vergogna, Mondadori) che non ha paura di denunciare la violenza di padri, fratelli, mariti contro le donne, considerate esseri inferiori. Niente cerimonie ufficiali, dunque, nè incontri privati, anche perchè la Nasrin vive reclusa in un appartamento messo a disposizione dal governo indiano, da cui non può muoversi. Ma da cui non rinuncia comunque a far sentire la sua voce. Perchè è questo il guaio di Taslima: che non le basta dare scandalo, non le basta pagare con la fatwa la sua crociata per la libertà di parola, Taslima esiste per raccontare in tutti i modi possibili l'oscenità di vivere braccata.(segue l'intervista)"Daniela Bezzi