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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Una vera rivoluzione per BariE' tempo di tasse »

Renzi ci dice che l’Italia va. Ma non è così.

Post n°546 pubblicato il 08 Giugno 2014 da a_tiv

La Bce abbassa il costo del denaro al minimo storico, allo 0,15%.
Il provvedimento può favorire le imprese per la riduzione dei costi degli impieghi bancari, consentendo alle stesse di allargare i margini di redditività degli investimenti.
Draghi, ancora, annuncia operazioni di rifinanziamento a medio e lungo termine rivolti al settore famiglie, per invogliare i consumi e far ripartire, con una domanda più sostenuta, la dinamica dell'inflazione.
In Italia, però, le cose non sono così semplici. La produzione industriale sta calando e preoccupa non poco la crescita della disoccupazione.
C'è molta confusione. Anche le recenti notizie sugli scandali e le tangenti, dall'Expo al Mose, consolidano quel senso di sfiducia che induce al risparmio più che alla spesa. Il voto a Renzi alle Europee non va letto come una scelta verso il PD, ma come un voto di speranza. Gli italiani hanno voluto dar credito a un uomo che dice e promette tante cose.
Tutti, ora, sono in attesa dei fatti, ma è difficile che arrivino. Per i fatti non ci sono le condizioni politiche, e lo spettro del voto anticipato rende impraticabili le iniziative impopolari. La pressione fiscale italiana è di 4 punti superiore alla media europea e rende meno competitiva la nostra produzione. Bisognerebbe abbassarla, ma la tendenza è invece all'aumento. Tasi e Tari e altre diavolerie si preannunciano come salassi sugli italiani e si parla anche di una manovra aggiuntiva. Mancano 6 miliardi all'appello.
Le condizioni del Paese sono schizofreniche, il decreto Poletti non entusiasma: la crescita e il lavoro non decollano. Le imprese si sentono vessate e dove non arrivano tasse e balzelli, arriva la burocrazia con la sua ottusità.
I salari medi italiani sono al di sotto, per 500 euro, della media europea, mentre il costo della vita è allineato a quello della media. L'impatto è travolgente perché il costo medio della vita in Italia assorbe l'83,8% del reddito, mentre in Europa non supera il 68%. Se prendessimo a confronto alcuni dati delle condizioni di vita dei lavoratori italiani, con quelli della Germania, penseremmo al confronto dei dati di un paese europeo con quelli di uno del terzo mondo.
Facciamolo: il reddito medio in Germania è pari a 2.580 Euro al mese, in Italia è di 1.410 (meno del 55%); il costo della vita in Germania è di 37,2 Euro al giorno, in Italia è di 39,4 (in Italia la vita costa di più per 2,2 Euro. E' assurdo ma è così!); l'impatto in Germania del costo della vita sul reddito è del 43,2%, in Italia è dell' 83,8%, quasi il doppio.
Nel 2013 i risultati delle elezioni politiche avevano imposto un Governo di larghe intese. Poteva essere sfruttato per fare le riforme e con queste riprendere a fare politica, non beghe. Politica economica per riequilibrare i costi dello Stato e adeguarli alle esigenze dei cittadini, tagliando gli sprechi, i privilegi, gli abusi, i lussi. Poteva essere il momento buono per rischiare l'impopolarità prendendo decisione condivise e responsabili.
La “mission” doveva essere quella di ridurre la pressione fiscale di pari passo con la riduzione delle spese; si dovevano fare le riforme per rendere più trasparente e sicura la giustizia italiana, più efficiente e pronto il Governo, più responsabile e laborioso il Parlamento, meno arraffona e più sobria la politica e i partiti.
Niente! Dopo 15 mesi stiamo peggio di prima, con i partiti più frantumati e litigiosi, una maggioranza incapace e senza una precisa direzione politica.
C’è solo la BCE di Draghi che ci prova, con il disappunto della Merkel, a creare le condizioni per far ripartire il Paese.
Basterà?

Pubblicato su EPolis Bari del 7 giugno 2014
Vito Schepisi

 
 
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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