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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

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Un 2007 da dimenticare

Post n°114 pubblicato il 20 Dicembre 2007 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

A sinistra non sanno che pesci pigliare! La maggioranza ed il Governo, i partiti ed il Parlamento sono imbrigliati in una morsa stringente. Si muovono in affanno alla ricerca di soluzioni per uscire dall’impasse in cui si sono addentrati. Osservano impotenti le sorti dell’Italia che per la loro insipienza scivola verso un inesorabile declino. Hanno impantanato il Paese in una palude di sabbie mobili, con l’economia che perde colpi, il debito pubblico che cresce ed i redditi dei lavoratori insufficienti a star dietro al crescente costo della vita reale. Uno Stato che perde competitività ed indietreggia ed è risucchiato sempre più giù in Europa. Un’Italia che s’intristisce e che con collaudata pazienza aspetta che passi anche quest’ondata di pessimo tempo.

Nelle stanze del centrosinistra hanno tutti gli occhi fissi nel vuoto. Guardano con sadica rassegnazione l’inevitabile procedere di questo Governo in bilico su di un sentiero buio e senza via d’uscita. Sono impotenti a tracciare margini ad un declino inesorabile, persino inermi e arresi nella rassegnazione fatalistica dell’inevitabile, convinti che rimediare sia impossibile, specialmente quando si ritiene che non esista la necessaria coesione nelle possibili soluzioni da adottare.

Ora la maggioranza sa solo farsi del male da sola: ma causa malanni anche ai cittadini italiani. Il Governo, tra le sue contraddizioni e le sue velleità, è in completa balia delle onde: ma ciò che è più grave è che trascina nella sofferenza tutto il Paese. La sinistra italiana è insicura ed incerta come un soggetto infantile che stenta a sollevarsi, e che non è in grado di mantenersi sulle proprie gambe. La sua crisi per ignoranza, demagogia ed infingarda supponenza trascina tutto: è come un fiume in piena che tracima  e che, impetuoso, scorre e travolge tutto ciò che incontra sulla sua strada.

Il Governo di Prodi vive ormai alla giornata. Non può fare programmi, non ha una linea politica, non un percorso condiviso, non ha un’anima che s’ispiri ai bisogni del Paese: è la lotta di tutti contro tutti.

Dopo le preoccupazioni dello scorso anno, dopo l’emergere delle falsità dette agli italiani in campagna elettorale, dopo aver torchiato i contribuenti con una pressione fiscale da spavento, all’inizio del 2007 si era riunita a Caserta, in conclave, per consentire a Prodi di dettare le sue 10 regole. Doveva essere il programma del 2007 per rilanciare l’iniziativa politica. Mai lancio, però, fu più effimero, debole e di basso profilo, e sui risultati è meglio stendere un velo pietoso.

Alla reggia, il Prodi, imperatore della sinistra italiana, si era rivolto ai sudditi convenuti imponendo i suoi editti, a cui tutti si dovevano strettamente attenere. La confusione, infatti, era già tale da far paventare, già allora, un repentino crollo dell’impero Romano. A porte chiuse aveva detto che gli dovevano obbedienza, come si conviene ad un condottiero di nome Romano. Aveva alzato la voce e gridato che, senza la sua guida, per la sinistra c’era solo la sconfitta e lo sfaldamento della maggioranza: c’erano, insomma, le elezioni anticipate e Berlusconi.

Era un insieme quello di Caserta, animato da un’unione di partiti delle sinistre italiane, senza respiro politico, disperso nei protagonismi. Un’Unione che trovava coesione solo nel timore di perdere le poltrone e di dover dar ragione al “nemico” di Arcore. E così, mentre si elevava ancora forte il richiamo alla coesione, già i suoi sottoposti interpretavano con diversa misura e tensione il significato dei comandamenti del prode Romano. L’eco era ancora nell’aria, quando il suo imperativo categorico si sfaldava ed il diluvio evocato travolgeva illusioni e speranze.

Le sue 10 tavole sono state spazzate, arse dal fuoco della follia di ritenere che si possa governare contro il popolo e malgrado l’indignazione degli uomini. Aveva proprio ragione Boselli, dopo Caserta, a sostenere che “non c’è stato un briciolo di coraggio per affrontare i nodi che vanno sciolti. Si è imboccata solo la strada del rinvio”. E come dar torto, così, al segretario di Rifondazione Comunista Giordano quando, dopo la gita a Caserta, trionfante affermava: "Li abbiamo fermati. Partita chiusa."?

Con quello che va a chiudersi sarà passato un anno dal conclave nella reggia vanvitelliana dove, non il re borbone, ma il principe imbroglione si impegnava al rilancio dell’iniziativa di governo. E se gli italiani nelle piazze reclamavano meno tasse e più sicurezza, Prodi con la sua corte di cortigiani e ministri ci ha offerto più insicurezza e più tasse. Se il popolo chiedeva chiarezza e trasparenza, la sinistra si è invece distinta prima con un golpe alla Rai, sostituendo il Consigliere Petroni, e poi con la rimozione del Generale Speciale dal comando della Gdf, “colpevole” di aver ostacolato la rimozione di ufficiali integerrimi e capaci che indagavano sulle scalate bancarie, dove erano coinvolti uomini di punta dei DS. Provvedimenti che il Tar del Lazio ha giudicato illegittimi, quindi autoritari ed illeciti.

I cittadini hanno quindi chiesto risparmi e rigore e la risposta del Governo è stata quella di dilatare la spesa e di mercificare persino il voto sulla fiducia al Senato, concedendo a uomini e gruppi politici ingenti risorse sottratte ai contribuenti.

E’ stata invocata più giustizia e imparzialità e, mentre si infanga il leader dell’opposizione con accuse infondate e senza rilevanza penale, sono posti sotto procedimento disciplinare i magistrati che hanno indagato su episodi di malcostume in cui sono coinvolti uomini di governo.

Traendo un bilancio dell’anno trascorso, a Prodi non gli rimarrebbe così niente di più dignitoso che rassegnare le dimissioni, per il rispetto che deve al popolo Italiano.

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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

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LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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