Il Libero Pensiero

Una fiducia indecente


Si dovrebbe riflettere sul fatto che in un’Italia retta da una democrazia rappresentativa, divisa perfettamente in due alle ultime elezioni, i senatori a vita invece siano divisi solo in una parte politica. C’è qualcosa che non funziona in questo meccanismo. Il buon senso vorrebbe che questi uomini illustri rappresentassero il Paese, ne fossero la coscienza critica e propositiva, ne incarnassero l’ingegno e l’impegno. Ma il Paese è schierato al cento per cento solo da una parte? E’ mai questo il Paese del pensiero unico? Se un osservatore asettico dovesse guardare verso il voto espresso nei reiterati appelli alla fiducia, nonché nelle elezioni delle cariche istituzionali e delle commissioni permanenti del Senato della Repubblica, otterrebbe un’idea distorta del sentimento popolare. Sarebbe portato ad osservare che in Italia prevale una coscienza solidale, un comune sentire, una cultura monolitica, un’espressione non da democrazia liberale ma da democrazia popolare. Quelle forme che molti governanti di oggi, anni fa, applicate nei paesi dell'est europeo, spacciavano per miti della democrazia, della civiltà e della felicità sociale e che, invece, si sono rivelati come sacche di miseria e di ingiustizia, oltre che di violenza e repressione del pensiero. Uno Stato che sceglie e decide servendosi di un manipolo di parlamentari, insediati per nomina o per diritto, anche su questioni prettamente tecniche e squisitamente politiche come una finanziaria. Il Laticlavio a vita era stato pensato, invece, dai costituenti come un’opportunità per il Paese e per il Parlamento. Una facoltà di potersi dotare di fonti di conoscenza ed esperienza da adoperare nella formazione delle leggi. L’opportunità di servirsi di uomini scelti tra il popolo per aver rappresentato degnamente il Paese nelle arti, nelle scienze e dell'azione civile, scelti per essere nobili esempi di dirittura etica sui grandi temi del pluralismo e della tolleranza e garanti credibili nella indifferibile scelta dei valori della democrazia e dell’identità nazionale del popolo. Ed Invece? Invece vengono indecentemente utilizzati come massa votante, per invertire una maggioranza voluta dal popolo, per modificare gli assetti stabiliti dalle consultazioni elettorali dove il popolo sovrano ha espresso le sue scelte politiche e parlamentari. Prestarsi a questo gioco non solo è umiliante per chi si presta, ma anche indecente per coloro che fanno uso di questa “massa manovra”, utilizzata in chiaro spregio sia dello spirito costituente che della volontà popolare.Non può sfuggire agli uni (senatori a vita) ed agli altri (partiti della maggioranza) che c’è una parte dell’ Italia, che è maggioranza nel Paese, che non sente più proprio questo Governo, c’è un’Italia quasi intera che non sente adeguata questa manovra finanziaria. Una grossa fetta dell’Italia che considera immorale il comportamento di uomini, non investiti da mandato popolare, che mantengono in vita una maggioranza ed un Governo che considera il peggiore che ci sia mai stato.Vito Schepisihttp://vitoschepisi.blogspot.com/