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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

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Epifani e Di Pietro: cos'hanno in comune?

Post n°231 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da a_tiv
 

Non me ne voglia Epifani. Ha i modi, lo spessore culturale, un’educazione diversa, ma il suo compito tra i sindacati, nella Cgil, è lo stesso di quello che il leader dell’Idv Antonio Di Pietro assume nell’ambito della lotta politica.

Epifani per i suoi pregiudizi è come il magistrato spogliato Di Pietro.

C’è in Italia un’opposizione imbalsamata dal leader dell’Idv che sembra aver per missione quella di impedire il dialogo, la civiltà del confronto, le riforme.

Di Pietro gestisce un partito che, per sottrarre al PD i consensi della componente più intollerante e caciara, in modo pregiudiziale, si rifiuta di affrontare il confronto sulle diverse questioni della politica, riducendo tutto il suo impegno all’assunto di rappresentare e promuovere la legalità. Come tutti i demagoghi fa leva sulla protesta, lo scontento, l’invidia e la rabbia per infiammare gli animi, come gli abbiamo visto fare a Fiumicino per la questione Alitalia. La sua immagine è quella della farsa di una marcia su Roma in lessico molisano.

Di Pietro, coi dubbi e le contraddizioni delle tante domande senza risposta a cui è sottoposto, è in continua ricerca di visibilità; è tignosamente impegnato a sottrarre spazio politico al PD. Attrezzatosi con le compagnie giuste per acquisire consenso nell’aria del qualunquismo reazionario e forcaiolo, si è assunto il ruolo di impedire le riforme e di conservare un’Italia obsoleta, incapace di esprimersi con rapidità, intrecciata tra poteri, caste e privilegi: insomma, un’Italia che indigni!

Epifani, nel sindacato, alla pari di Di Pietro, reitera i suoi no ad ogni iniziativa che possa rigenerare il rapporto responsabile delle organizzazioni sociali con i lavoratori e l’impresa, con il Paese e la produttività, con lo sviluppo e l’efficienza.

C’è nell’azione del leader della Cgil un visibile impedimento alla creazione di una contiguità virtuosa tra il merito, l’efficienza, la produttività e la crescita professionale del mondo del lavoro. C’è una barriera culturale di vetero marxismo o di anarchico menefreghismo che non si smuove e non si evolve, anche se le nuove frontiere del mercato rivoluzionano l’economia e se i venti della crisi recessiva pongono con serietà l’esigenza di riflessioni profonde.

C’è stata, infatti, questa riflessione nel sindacato e nelle associazioni di categoria. C’è stata convergenza sui principi della responsabilità, del merito e della valorizzazione della produttività. C’è stata, e senza che la cosa sia apparsa come uno scandalo, la preoccupazione del sindacato per la collocazione dell’azienda sul mercato, per la sua sorte e per tutte quelle questioni che sono state oggetto di dotte teorizzazioni  (qualità – sicurezza – occupazione), anche nei convegni sindacali, ma che stentavano a diventare parte di un comune sentire e di una responsabile gestione aziendale.

Si è sfilata ancora una volta la Cgil di Epifani, sospinta sulle posizioni più estreme della FIOM, sin da quando il governo del Paese è passato dalle politiche del massacro dei lavoratori di Prodi, alle aperture sui diritti relazionati ai doveri dell’attuale governo.

E’ stata una giornata storica per le relazioni sindacali, quella del 22 gennaio 2009, che avrà la stessa valenza degli accordi per lo statuto dei lavoratori del 1970 (legge n. 300) e degli accordi sulla scala mobile del 1992.

L’accordo è su di un modello contrattuale valido per tutte le categorie pubbliche e private. Modificherà l’attuale rapporto conflittuale, nella stipula dei contratti, con un approccio condiviso alla contrattazione di primo livello, per poi, con il secondo livello di contrattazione, favorire la produttività e la valorizzazione decentrata dei salari. Alle dinamiche salariali verranno applicati non più i criteri dell’inflazione programmata ma quella degli indici revisionali dei prezzi ed inoltre sarà introdotta la possibilità di correttori salariali rivenienti da incentivi e da sgravi.

“Lavoro e salario – ha dichiarato il leader della Uil Angeletti - riacquistano la loro dignità”. Una vera rivoluzione, frutto di impegno delle parti sociali e del governo, con un’ampia adesione delle parti, ma con l’ostacolo della Cgil che sulle conquiste del mondo del lavoro continua a far sentire tutta la sua assenza.

Epifani somiglia sempre più a Di Pietro, disinteressato al Paese, per inseguire solo il suo odio.

Vito Schepisi

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Commenti al Post:
insorgente
insorgente il 23/01/09 alle 15:24 via WEB
Ciao Vito.
Non avevo letto di questa notizia.
Non ho capito bene cosa è avvenuto il 22 gennaio 2009.
In sintesi, cosa cambia?
Grazie.
 
 
a_tiv
a_tiv il 26/01/09 alle 08:28 via WEB
Cao Gianpiero...cambia sostanzialmente l'approccio alle relazioni sindacali, modificando l'attuale sistema conflittuale della rappresentanza dei lavoratori sin dalla presentazione della piattaforma ccnl e si affida al secondo livello di contrattazione la localizzazione delle criticità. I salari ancora saranno collegati non più all'inflazione programmata ma ai costi. E' da ritenersi una grande conquiosta sindacle ed anche un metodo di civiltà: due obiettivi con uno. Stempera le punte della conflittualità e del corporativismo. Per questo non va alla Cgil che usa i lavoratori come merce politica. Saluti carissimi. Vito
 
lllll_June_lllll
lllll_June_lllll il 23/01/09 alle 17:01 via WEB
Ciao caro Vito. Trovo veramente azzeccato il paragone Di Pietro-Epifani: due demagoghi piazzaioli della peggior risma, sempre a caccia di visibilità e magari anche voti.
Governo e parti sociali si sono incontrati eri a Palazzo Chigi ed hanno firmato l’accordo quadro tra le associazioni dei datori di lavoro e sindacati; un accordo che dovrebbe durare un quindicennio e che ridarà dignità al salario ed al lavoro.
L'unco a non firmare è stato Epifani e qualche sigla sindacale che però ha chiesto più tempo per approfondire.
Prima ancora dell’incontro già Epifani minacciava uno sciopero generale nel caso il Governo non avesse dato risposte adeguate.
E dunque mi attendevo ciò che è accaduto: ossia che la Cgil non firmasse.
Angeletti, della Uil, e Bonanni, della Cisl, hanno parlato di coraggio e senso di responsabilità di fare riforme, e alla Cigil sono mancati entrambi. Anche confindustria ha giudicato positivo l'accordo.
Solo Cgil non lo vede confezionato ad arte e dunque paventa sciopero generale.
Ora io mi chiedo due cose:
1) come mai quando il governo Prodi spremeva gli italiani il caro buon Epifani non ha mai fatto o proposto uno sciopero a favore dei lavoratori tartassati?
2)se la sola sigla sindacale che non ha firmato è la Cgil significa che è solo la Cgil a fare l'interesse dei lavoratori oppure significa che sta facendo la solita propaganda politca che fa ormai da troppo tempo?
Stamattina poi c'è stato il via libera definitivo al contratto dei ministeri e della scuola per il 2008-2009.
La Cgil ovviamente non ha sottoscritto i relativi contratti, confermando uno sciopero per il 13 febbraio.
Io vedo una Cgil reazionaria, insofferente ad ogni proposta che non sia proveniente da se stessa o dalla sinistra. Mi auguro che gli operai capiscano che questo sindacato li stumentalizza per fini estranei all'interesse dei lavoratori e che più che essere un sindacato è a tutti gli effetti un partito politico. E credo che già molti lo capiscano, visto che nei sondaggi Epifani risulta il sindacalista meno stimato dagli italiani. Sta nuocendo solo ai lavoratori (v beh che nella Cigil il 6% degli iscritti sono pensionati)e a quella Cgil che è sempre più emarginata, grazie solo ad Epifani. E naturalmente farà uno sciopero, che gli servirerà, se non altro, per la sua carriera politica futura. Un abbraccio
 
 
lllll_June_lllll
lllll_June_lllll il 23/01/09 alle 17:05 via WEB
mi correggo: il 60% degli iscritti Cgil non sono lavoratori. Lo zero della tastiera sta facendo uno sciopero alla Epifani, ma come a questi, non gli servirà a gran che. ;-) un sorriso
 
   
a_tiv
a_tiv il 26/01/09 alle 08:39 via WEB
...attenta june..si comincia dai boicottaggi nelle piccole aziende, dai piccoli scioperi ....per poi paralizare il Paese....ahahaha!!! Un abbraccio. Vito
 
 
a_tiv
a_tiv il 26/01/09 alle 08:37 via WEB
Cara June...l'Italia è piena di nemici del popolo...ma tra i tanti ce ne sono sempre alcuni che brillano per ferocia, per malanimo, per codardia o per ipocrisia. Di Pietro ed Epifani nel disinteresse per il Paese e per i lavoratori nel perseguire scopi diversi si distinguono e spesso con ampio margine. Se gli stessi comportamenti fossero stati assunti dalla cisl ad esempio con un governo diverso la cgil l'avrebbe accusata di strumento della reazione, di inseguire derive corporative e populiste e di minare la stabilità del Paese attraverso il rifiuto della pacificazione sociale. I lavoratori italiani dovrebbero sentirsi offesi dall'esser utilizzati dalla Cgil come merce di scambio politico. Un caro saluto. Vito
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

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LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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