Il Libero PensieroIl blog di Vito Schepisi |
10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI
Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani
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CONDANNA DEL COMUNISMO
Risoluzione del Consiglio di Europa n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo
Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti
europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html
« La strategia sciatta dell'Udc | Una fiducia indecente » |
Non so se sia ammissibile che un capo di stato possa asserire, come ha fatto Mahmud Ahmadinejad, chiudendo i lavori della conferenza internazionale sulla negazione dell’Olocausto
“Israele scomparirà presto”
e continuare a mantenere rapporti diplomatici con gran parte dei paesi del mondo, Italia compresa.
E’ da tempo ormai che vengono reiterate queste minacce, senza che la comunità internazionale provveda in alcun modo a chiarire che un proposito del genere non può rientrare in nessuna casistica delle controversie tra i popoli.
Eppure l’Iran mantiene regolari rapporti diplomatici con le cancellerie di tutto il mondo, o quasi.
Tra i paesi che il presidente iraniano ritiene vicini l’Italia è in primo piano.
Il nostro ministro degli esteri, infatti, ha già ritenuto ammissibile il proposito dell’Iran di fornirsi della tecnologia atomica, in dispregio ai trattati internazionali sulla non proliferazione degli armamenti nucleari.
Il Presidente del Consiglio Prodi, in precedenza, non solo ha incontrato, di ritorno dal suo viaggio in Cina, lo stesso Ahmadinejad a New York in sede Onu, unico leader occidentale a farlo, ma in precedenza aveva proposto la mediazione del leader iraniano per i focolai bellici accesi dagli attacchi degli Hezbollah libanesi sul territorio di Israele.
E’ il caso di dire che per Prodi consegnare non solo i fiammiferi, ma anche la benzina, nelle mani dei piromani sia azione corretta.
E’ inquietante non solo la reiterata minaccia del dittatore iraniano, ma anche la sfrontatezza di tenere a Teheran una conferenza internazionale con il turpe scopo di negare l’Olocausto.
La repressione degli ebrei, per i fondamentalisti radicali iraniani, non è mai esistita.
Tutto questo nonostante che, con il passar del tempo, emergano ancora testimonianze e documentazioni sull’antisemitismo che è stato non solo fenomeno nazista ma anche diffuso nei regimi popolari dei paesi comunisti dell’est europeo.
Lo storico austriaco Raul Hilberg, noto per la sua attività di ricercatore e storico dell'Olocausto, all’inizio di questa settimana a Berlino in coda ai lavori della conferenza su "L'Olocausto nella memoria transnazionale" ha dichiarato: "La realtà emersa dai miei studi è che gli ebrei deceduti a causa delle persecuzioni naziste sono stati circa 5 milioni e centomila. Due milioni e novecentomila sono morti nei lager, un milione e quattrocentomila trucidati in esecuzioni di massa, ottocentomila nei ghetti.
Questa cifra comprende anche i settemila ebrei italiani, deportati prevalentemente da Roma, Milano e Trieste".
Ma lo stesso storico ha anche affermato, a proposito dell’Iran e delle teorie negazioniste del suo Presidente, che il suo antisemitismo sia strumentale e che serva a trovare seguaci nel mondo musulmano.
Se il dittatore iraniano, però, intendeva inviare un messaggio di forza e convinzione, per imporsi come leader arabo nella lotta ad Israele, c’è da osservare che il suo proposito sia stato reso molto meno credibile dalla contestazione ricevuta dagli studenti di Teheran che hanno gridato “morte al dittatore” e dato fuoco ai suoi ritratti dinanzi ai suoi occhi.
La contestazione ricevuta lo ha reso di certo meno credibile, nonostante la pronta repressione e la sparizione fisica dei contestatori.
La sua influenza ne esce indebolita, tanto più che riemerge tra i suoi oppositori il riferimento al fallimento della sua politica economica che aveva fatto presa sulle masse e decretato il suo successo politico.
Non per questo, però, Ahmadinejad appare meno determinato a procurarsi la tecnologia per la costruzione degli ordigni atomici ed a sfidare la comunità internazionale ancora impegnata a discutere sulle sanzioni da applicare.
E’ suggestiva la tesi di David Meghnagi, libico ed ebreo, professore di Psicologia dinamica all'Università' Roma.
Si fonda su due premesse, la prima storica:
“Sebbene la storia del sionismo dimostri come questa tesi non sia corretta, e' un fatto che l'esistenza di Israele viene vissuta in Europa e nel mondo occidentale come un atto di riparazione successivo alla Shoah".
La seconda psicoanalitica che fa dire al professore:
"in quanto simbolo di riparazione, gli atti di Israele non sono valutati secondo criteri politici, bensì morali, che non si applicano agli altri stati".
E’ su queste due premesse, afferma Meghnagi che , i fondamentalisti islamici hanno capito che la distruzione di Israele passa dalla negazione della Shoah.
Secondo il professore libico, la negazione dell’Olocausto trae origine dalla convinzione di dover scardinare la resistenza del mondo occidentale all’annientamento dello stato di Israele.
L’arma atomica in preparazione diviene così una grossa minaccia alla sicurezza ed alla pace ed un pericolo per la deflagrazione di un terzo conflitto mondiale.
Vito Schepisi
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GIORNATA DELLA MEMORIA
27 gennaio 2007 Il giorno della memoria
Per non dimenticare
Dove eravamo?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.
Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.
GRIDO DI LIBERTÀ
"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.
Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.
In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.
Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.
Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.
Impari ad ascoltarla."
Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad - Teheran dicembre 2006
ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)
«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Inviato da: aldo.giornoa64
il 25/03/2015 alle 21:09
Inviato da: aldo.giornoa64
il 26/01/2015 alle 21:57
Inviato da: Vince198
il 23/09/2014 alle 17:09
Inviato da: Kalim44
il 12/08/2014 alle 10:51
Inviato da: a_tiv
il 14/07/2014 alle 07:48