Il Libero PensieroIl blog di Vito Schepisi |
10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI
Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani
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CONDANNA DEL COMUNISMO
Risoluzione del Consiglio di Europa n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo
Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti
europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html
« Una crisi nell'equivoco | Il Governo di un piccolo uomo » |
“Non deve sorprendere che la coalizione arcobaleno italiana si sia frantumata la scorsa settimana, ma che continui a governare”.
E’ una frase tratta da un pungente articolo sulla crisi politica italiana del prestigioso Financial Times di Londra.
Uno di quei modi di dare la notizia da scuola di giornalismo, in cui si stabilisce che niente di ciò che è ovvio costituisce notizia, ma se si verifica una cosa folle questa si che è notizia.
Un po’ come dire che non sia una notizia se un cane morde un uomo ma è notizia che questi morda un cane.
Così nell’articolo di commento molto critico sulle vicende italiane, l’autorevole quotidiano britannico punta il dito osservando che l’Italia avrebbe bisogno di una svolta e non di continuare con l’esecutivo uscente.
L’autore dell’articolo, Wolfang Munchau, avverte così la necessità delle larghe intese per realizzare le riforme che consentano il risanamento della economia italiana.
Le cosiddette riforme strutturali che vedrebbero l’ala della sinistra estrema della coalizione di Prodi, che l’articolista britannico definisce ala conservatrice, del tutto dissidente e contraria.
Il Financial Times osserva ancora che l’economia italiana sia in ripresa soprattutto perché è in forte ripresa il mercato tedesco, bacino di grossa diffusione della produzione italiana.
Se dovesse, però, rallentare la domanda tedesca, l’Italia avrebbe grosse difficoltà nel procedere verso la ripresa.
Per il Financial Times il problema di Prodi non è solo la politica estera ma anche e non meno le preoccupanti divergenze sul modello di sviluppo e sui contenuti della politica di risanamento e sull’intera politica economica.
I richiami del commissario europeo Almunia sulla manovra taglia deficit, richiederebbe una rigorosa politica della spesa.
I dodici punti di Prodi, in cui si indica per la spesa previdenziale l’accorpamento degli enti come misura per il taglio delle risorse economiche assorbite, è considerata insufficiente.
Anche le notizie di stampa che danno l’impressione di cedimenti del ministro del lavoro Damiano, su pressione dell’ala radicale della maggioranza e delle organizzazioni sindacali, sullo scalone previdenziale giustificano le preoccupazioni per il venir meno degli impegni di Prodi in sede europea di dar corso entro marzo alla definitiva riforma sulle pensioni.
E’ preoccupata l’Ecofin ed il suo responsabile, tanto da far predisporre un documento, alla discussione dei ministri europei dell’economia, in cui si afferma che “l’Italia dovrà dare piena attuazione alla riforma delle pensioni compresa le revisioni dei coefficienti”.
Nel documento Almunia non si sottrae dal porre in evidenza la natura della manovra finanziaria italiana recentemente varata, tutta sbilanciata sul piano dell’aumento delle entrate anziché sui contenimenti della spesa.
Il Commissario europeo nella stesura del documento ammonisce l’Italia a destinare tutte le maggiori entrate (leggi tasse aumentate) alla riduzione del deficit.
L’Italia è sotto procedura di deficit eccessivo e non è in condizione di permettersi di disattendere i suggerimenti della Commissione Europea.
Di questo passo altro che 2009, come detto da Padoa Schioppa, per la riduzione delle tasse e ci si prepari invece alla finanziaria 2008 ancora lacrime e sangue.
Bisognerà dire addio agli investimenti ed a salire sul treno dello sviluppo.
Niente innovazione, niente modernizzazione del Paese, niente infrastrutture, niente investimenti, niente sviluppo e occupazione.
Sarà questa l’Italia di Prodi.
La notizia è dunque che ritorni il Governo di Prodi!
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UNDICI SETTEMBRE
Crono 911: tutto su l'11 set 2001 a N.Y.
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GIORNATA DELLA MEMORIA
27 gennaio 2007 Il giorno della memoria
Per non dimenticare
Dove eravamo?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.
Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.
GRIDO DI LIBERTÀ
"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.
Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.
In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.
Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.
Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.
Impari ad ascoltarla."
Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad - Teheran dicembre 2006
ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)
«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Inviato da: aldo.giornoa64
il 25/03/2015 alle 21:09
Inviato da: aldo.giornoa64
il 26/01/2015 alle 21:57
Inviato da: Vince198
il 23/09/2014 alle 17:09
Inviato da: Kalim44
il 12/08/2014 alle 10:51
Inviato da: a_tiv
il 14/07/2014 alle 07:48