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UTI TRE


«Chiederemo il Tso per Panontin e quell'altra». Nemmeno il caldo e l'afa di questi giorni e lo stop ai lavori del consiglio regionale per la pausa estiva fermano il dibattito sulle Uti che da quattro anni infiamma ormai il mondo politico. Questa volta a farsi prendere la mano è stato il capogruppo di Forza Italia, Riccardo Riccardi, che, presente alla conferenza stampa indetta dai Comuni di Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato, e Pavia di Udine, i quattro "ribelli" dell'Uti del Friuli Centrale, per denunciare «lo stato di caos in cui versano i servizi sociali affidati all'Unione», non ha usato mezzi termini. «Chiederemo il Tso, trattamento sanitario obbligatorio, per Panontin e quell'altra». Dove «quell'altra», senza citarla espressamente se non in un secondo momento a margine - come si vede nella video intervista che appare sul sito del Messaggero Veneto - è la presidente Debora Serracchiani. «La mia è stata una battuta - ha chiarito poi il capogruppo degli azzurri -. La cosa che mi fa più arrabbiare è continuare a vedere Serracchiani e Panontin andare avanti su questa riforma abbassando la testa. Non hanno avuto le minima responsabilità di dire che se una cosa non funziona va corretta. Invece ritengono di avere sempre e comunque ragione loro».Ma la presidente della Regione non ci sta e affida la riposta a Twitter "Ironia - scrive - non nasconde la violenza verbale". Dura la replica anche da parte dell'assessore regionale Panontin: «Ho poco da commentare su questa triste battuta: qualifica chi la pronuncia. Il consigliere è di solito un uomo intelligente, ma ora è in preda al nervosismo e all'ansia da campagna elettorale. Alcuni amministratori - sottolinea Panontin -, e tra questi anche quelli che hanno partecipato alla conferenza stampa, hanno deciso di fare battaglia politica sulla pelle dei cittadini e anzichè collaborare per la migliore riuscita dei servizi sul territorio, hanno scelto di adire le vie giudiziarie, costringendo così la Regione a difendersi. Il Tar ha dato ragione a noi e alla luce della sentenza affior il nervovismo in Riccardi e Ciriani, poco credibili perché con Tondo hanno approvato il disegno di legge sulle unioni montane, condividendo in pieno gli stessi principi che sono oggi alla base delle Uti».