Cinque assistenti sociali cambiate in due anni e mezzo in un comune di poco più di 5 mila abitanti come Pavia di Udine. Alcuni progetti, come il microcredito e lo psicologo di comunità, momentaneamente sospesi. I servizi sociali dei quattro comuni "ribelli" dell'Uti del Friuli Centrale «sono nel caos, ma non per colpa nostra - denunciano i sindaci di Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato e Pavia di Udine - ma di chi governa l'Unione territoriale che non ci coinvolge nelle strategie, nei regolamenti e nei progetti finanziati», «nonostante - precisa Teresa Billiani, legale dei quattro comuni nella lotta contro l'Uti - vi sia una convenzione ancora in piedi riguardante l'ambito socioassistenziale che obbliga il nuovo ente nei confronti di tutti i Comuni che dovrebbero farne parte». Sul banco degli imputati, secondo le amministrazioni che si riconoscono «autonome e libere», ci sono la Regione, il sindaco di Udine Furio Honsell e il dirigente dell'Uti del Friuli centrale, Giuseppe Manto. «Stiamo assistendo - dichiara il sindaco di Martignacco, Marco Zanor, nella conferenza stampa convocata ieri nella sala consiliare del proprio Comune - a una situazione aberrante e schizofrenica. Stiamo subendo la gestione da parte dell'Uti di un settore strategico, come quello dei servizi sociali, senza ricevere comunicazione di come verranno gestiti i 32 milioni finora stanziati».«E il problema - sottolineano Donato De Santis, consigliere comunale di Pasian di Prato, e Daria Blasone, vice sindaco di Pagnacco - è che non sappiamo dare spiegazione ai cittadini. Vengano Honsell e Manto a chiarirlo ai nostri residenti. Non siamo noi, come ha detto il primo cittadino di Udine, ad ostacolare la riforma. Sono loro che ci boicottano». «La legge sulle Uti - tuonano i consiglieri regionali Riccardo Riccardi e Luca Ciriani e l'assessore provinciale Elisa Battaglia, intervenuti all'incontro - hanno distrutto oltre al sistema degli enti locali, anche quello degli ambiti socio assistenziali che era l'unico che funzionava. Per non parlare dei costi del personale che sono aumentati». I quattro dissidenti, nel rispetto di quella convenzione, chiedono di essere coinvolti nelle decisioni, «affinché - spiega il sindaco di Pavia di Udine, Emanuela Nonino - non accadano più episodi come nel mio Comune dove sono stati cambiati cinque assistenti sociali in due anni e mezza a mia insaputa. Scelta che ci ha costretto a ricominciare daccapo i vari percorsi di avvicinamento tra operatori e pazienti». Molti i punti in sospeso elencati dall'assessore alle politiche sociali di Martignacco e ultima presidente dell'Ambito socio assistenziale, Catia Pagnutti: dai rimborsi sulle spese dei mezzi del personale in servizio, alla mancanza delle delibere su rette degli asili nido, ai criteri di riparti del fondo sociale, agli importi e agli obiettivi dei piani di zona, fino ai diversi servizi scaduti, come il trasporto individuale per disabili, il Caf per l'Isee, la Carta famiglia.
Sempre UTI
Cinque assistenti sociali cambiate in due anni e mezzo in un comune di poco più di 5 mila abitanti come Pavia di Udine. Alcuni progetti, come il microcredito e lo psicologo di comunità, momentaneamente sospesi. I servizi sociali dei quattro comuni "ribelli" dell'Uti del Friuli Centrale «sono nel caos, ma non per colpa nostra - denunciano i sindaci di Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato e Pavia di Udine - ma di chi governa l'Unione territoriale che non ci coinvolge nelle strategie, nei regolamenti e nei progetti finanziati», «nonostante - precisa Teresa Billiani, legale dei quattro comuni nella lotta contro l'Uti - vi sia una convenzione ancora in piedi riguardante l'ambito socioassistenziale che obbliga il nuovo ente nei confronti di tutti i Comuni che dovrebbero farne parte». Sul banco degli imputati, secondo le amministrazioni che si riconoscono «autonome e libere», ci sono la Regione, il sindaco di Udine Furio Honsell e il dirigente dell'Uti del Friuli centrale, Giuseppe Manto. «Stiamo assistendo - dichiara il sindaco di Martignacco, Marco Zanor, nella conferenza stampa convocata ieri nella sala consiliare del proprio Comune - a una situazione aberrante e schizofrenica. Stiamo subendo la gestione da parte dell'Uti di un settore strategico, come quello dei servizi sociali, senza ricevere comunicazione di come verranno gestiti i 32 milioni finora stanziati».«E il problema - sottolineano Donato De Santis, consigliere comunale di Pasian di Prato, e Daria Blasone, vice sindaco di Pagnacco - è che non sappiamo dare spiegazione ai cittadini. Vengano Honsell e Manto a chiarirlo ai nostri residenti. Non siamo noi, come ha detto il primo cittadino di Udine, ad ostacolare la riforma. Sono loro che ci boicottano». «La legge sulle Uti - tuonano i consiglieri regionali Riccardo Riccardi e Luca Ciriani e l'assessore provinciale Elisa Battaglia, intervenuti all'incontro - hanno distrutto oltre al sistema degli enti locali, anche quello degli ambiti socio assistenziali che era l'unico che funzionava. Per non parlare dei costi del personale che sono aumentati». I quattro dissidenti, nel rispetto di quella convenzione, chiedono di essere coinvolti nelle decisioni, «affinché - spiega il sindaco di Pavia di Udine, Emanuela Nonino - non accadano più episodi come nel mio Comune dove sono stati cambiati cinque assistenti sociali in due anni e mezza a mia insaputa. Scelta che ci ha costretto a ricominciare daccapo i vari percorsi di avvicinamento tra operatori e pazienti». Molti i punti in sospeso elencati dall'assessore alle politiche sociali di Martignacco e ultima presidente dell'Ambito socio assistenziale, Catia Pagnutti: dai rimborsi sulle spese dei mezzi del personale in servizio, alla mancanza delle delibere su rette degli asili nido, ai criteri di riparti del fondo sociale, agli importi e agli obiettivi dei piani di zona, fino ai diversi servizi scaduti, come il trasporto individuale per disabili, il Caf per l'Isee, la Carta famiglia.