vivapasian

La scuola materna agita il paese


Dal Messaggero VenetoDa quando a Pasian di Prato si è diffusa la notizia di presunti maltrattamenti in una scuola materna diversi genitori hanno cominciato a presentarsi in questura. Mamme e papà, dopo la sospensione dall'insegnamento di due maestre e dopo l'iscrizione nel registro degli indagati di altre due colleghe, vogliono vederci chiaro. Vogliono capire meglio che cosa si contesta alle insegnanti e che cosa potrebbe essere successo ai loro piccoli. E qualcuno, senza attendere oltre, ha già spostato il figlio in un'altra struttura.A Udine, negli uffici della polizia, c'è chi si dice stupito del fatto che il gip del tribunale di Udine abbia deciso di allontanare dall'asilo due insegnanti per otto mesi. Ma c'è chi, invece, non lo è per nulla. Intanto gli investigatori della Squadra mobile - guidati dal vicequestore aggiunto Massimiliano Ortolan e coordinati dal sostituto procuratore Annunziata Puglia - continuano a raccogliere testimonianze e altri elementi che potrebbero servire a delineare meglio i contorni della vicenda.Secondo quanto è emerso finora, ci sarebbero stati maltrattamenti fisici e psicologici ai danni degli alunni. Gli inquirenti, durante lo scorso anno scolastico, dopo aver ricevuto segnalazioni da parte di alcuni genitori (che avevano già trasferito i loro figli), hanno effettuato intercettazioni audio e video all'interno dell'asilo. Hanno tenuto la situazione sotto controllo per un mese e mezzo. Le condotte contestate, come sintetizza il giudice Matteo Carlisi nella sua ordinanza, fanno riferimento a strattonamenti o trascinamenti dei bambini e si sostanziano in comportamenti aggressivi rivolti ai bimbi sistematicamente e con tono di voce alterato. A parere degli inquirenti questi comportamenti finivano per «limitare l'espressione spontanea» dei piccoli - tutti di età compresa fra i tre e i sei anni -, «svalutandoli e squalificandoli nei casi in cui non venivano rispettate esattamente le indicazioni impartite». I bambini, inoltre, venivano sottoposti «a castighi consistenti in un'umiliante segregazione dai compagni per lunghi periodi di tempo nell'arco della giornata» e a «vessazioni quando venivano a conoscenza che gli stessi avevano riferito ai genitori episodi accaduti durante l'orario scolastico, ledendo la dignità e l'autostima dei minorenni definendoli "incapaci" e descrivendo come "porcherie" o "schifezze" i loro disegni non rispondenti ai canoni da loro determinati». In sostanza, come scrive lo stesso gip, i frequentatori della materna «comunque spettatori abituali di comportamenti aggressivi e umilianti, si trovavano in una situazione di sofferenza per la costante tensione e per il timore di esservi sottoposti». Ciò, sempre seguendo le ricostruzioni investigative, dal 2014 e fino allo scorso giugno.Dai filmati registrati dalle telecamere è emerso il frequente ricorso a grida e urla, in particolare da parte di due maestre e, in misura più limitata, di una terza. Urla profferite spesso ponendo il proprio viso a pochi centimetri da quello del bambino.