Creato da vivapasian il 12/09/2013
osservatorio del Comune di Pasian di Prato e non solo

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Messaggi del 06/08/2017

Contributo straordinario Gruppo Folk Passons

Post n°1995 pubblicato il 06 Agosto 2017 da vivapasian
Foto di vivapasian

DETERMINAZIONI
Registro generale
530
Data registro generale
01/08/2017
Oggetto
CONCESSIONE CONTRIBUTO STRAORDINARIO ALL'ASS. GRUPPO FOLKLORISTICO DI PASSONS PER MANIFESTAZIONE "LIS AGANIS" - VANTAGGIO ECONOMICO
Data inizio pubblicazione
06/08/2017
Data fine pubblicazione
21/08/2017
Ufficio
SEGRETERIA
Dirigente
FANTINO ANGELO
Responsabile del procedimento
Fantino Angelo
Documento

 
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Contributo Straordinario alla Pasianese calcio

Post n°1994 pubblicato il 06 Agosto 2017 da vivapasian
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Delibera Di Giunta
Numero delibera
161
Data delibera
01/08/2017
Oggetto
CONCESSIONE CONTRIBUTO STRAORDINARIO ALL'ASD PASIANESE CALCIO DI PASIAN DI PRATO PER L'ACQUISTO DI UN DEFIBRILLATORE
Ufficio
SEGRETERIA
Segretario verbalizzante
Fantino Angelo
Responsabile del procedimento
Fantino Angelo
Assessore proponente
Sindaco Sindaco
Immediata eseguibilità
Si
Soggetta a ratifica
No
Data inizio pubblicazione
03/08/2017
Data fine pubblicazione
18/08/2017
Data esecutiva
01/08/2017
Documento

 
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Sempre UTI

Post n°1993 pubblicato il 06 Agosto 2017 da vivapasian
Foto di vivapasian

Cinque assistenti sociali cambiate in due anni e mezzo in un comune di poco più di 5 mila abitanti come Pavia di Udine. 





Alcuni progetti, come il microcredito e lo psicologo di comunità, momentaneamente sospesi. I servizi sociali dei quattro comuni "ribelli" dell'Uti del Friuli Centrale «sono nel caos, ma non per colpa nostra - denunciano i sindaci di Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato e Pavia di Udine - ma di chi governa l'Unione territoriale che non ci coinvolge nelle strategie, nei regolamenti e nei progetti finanziati», «nonostante - precisa Teresa Billiani, legale dei quattro comuni nella lotta contro l'Uti - vi sia una convenzione ancora in piedi riguardante l'ambito socioassistenziale che obbliga il nuovo ente nei confronti di tutti i Comuni che dovrebbero farne parte». Sul banco degli imputati, secondo le amministrazioni che si riconoscono «autonome e libere», ci sono la Regione, il sindaco di Udine Furio Honsell e il dirigente dell'Uti del Friuli centrale, Giuseppe Manto. «Stiamo assistendo - dichiara il sindaco di Martignacco, Marco Zanor, nella conferenza stampa convocata ieri nella sala consiliare del proprio Comune - a una situazione aberrante e schizofrenica. Stiamo subendo la gestione da parte dell'Uti di un settore strategico, come quello dei servizi sociali, senza ricevere comunicazione di come verranno gestiti i 32 milioni finora stanziati».«E il problema - sottolineano Donato De Santis, consigliere comunale di Pasian di Prato, e Daria Blasone, vice sindaco di Pagnacco - è che non sappiamo dare spiegazione ai cittadini. Vengano Honsell e Manto a chiarirlo ai nostri residenti. Non siamo noi, come ha detto il primo cittadino di Udine, ad ostacolare la riforma. Sono loro che ci boicottano». «La legge sulle Uti - tuonano i consiglieri regionali Riccardo Riccardi e Luca Ciriani e l'assessore provinciale Elisa Battaglia, intervenuti all'incontro - hanno distrutto oltre al sistema degli enti locali, anche quello degli ambiti socio assistenziali che era l'unico che funzionava. Per non parlare dei costi del personale che sono aumentati». I quattro dissidenti, nel rispetto di quella convenzione, chiedono di essere coinvolti nelle decisioni, «affinché - spiega il sindaco di Pavia di Udine, Emanuela Nonino - non accadano più episodi come nel mio Comune dove sono stati cambiati cinque assistenti sociali in due anni e mezza a mia insaputa. Scelta che ci ha costretto a ricominciare daccapo i vari percorsi di avvicinamento tra operatori e pazienti». Molti i punti in sospeso elencati dall'assessore alle politiche sociali di Martignacco e ultima presidente dell'Ambito socio assistenziale, Catia Pagnutti: dai rimborsi sulle spese dei mezzi del personale in servizio, alla mancanza delle delibere su rette degli asili nido, ai criteri di riparti del fondo sociale, agli importi e agli obiettivi dei piani di zona, fino ai diversi servizi scaduti, come il trasporto individuale per disabili, il Caf per l'Isee, la Carta famiglia.

 
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UTI TRE

Post n°1992 pubblicato il 06 Agosto 2017 da vivapasian
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«Chiederemo il Tso per Panontin e quell'altra». 



Nemmeno il caldo e l'afa di questi giorni e lo stop ai lavori del consiglio regionale per la pausa estiva fermano il dibattito sulle Uti che da quattro anni infiamma ormai il mondo politico. Questa volta a farsi prendere la mano è stato il capogruppo di Forza Italia, Riccardo Riccardi, che, presente alla conferenza stampa indetta dai Comuni di Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato, e Pavia di Udine, i quattro "ribelli" dell'Uti del Friuli Centrale, per denunciare «lo stato di caos in cui versano i servizi sociali affidati all'Unione», non ha usato mezzi termini. «Chiederemo il Tso, trattamento sanitario obbligatorio, per Panontin e quell'altra». Dove «quell'altra», senza citarla espressamente se non in un secondo momento a margine - come si vede nella video intervista che appare sul sito del Messaggero Veneto - è la presidente Debora Serracchiani. «La mia è stata una battuta - ha chiarito poi il capogruppo degli azzurri -. La cosa che mi fa più arrabbiare è continuare a vedere Serracchiani e Panontin andare avanti su questa riforma abbassando la testa. Non hanno avuto le minima responsabilità di dire che se una cosa non funziona va corretta. Invece ritengono di avere sempre e comunque ragione loro».Ma la presidente della Regione non ci sta e affida la riposta a Twitter "Ironia - scrive - non nasconde la violenza verbale". Dura la replica anche da parte dell'assessore regionale Panontin: «Ho poco da commentare su questa triste battuta: qualifica chi la pronuncia. Il consigliere è di solito un uomo intelligente, ma ora è in preda al nervosismo e all'ansia da campagna elettorale. Alcuni amministratori - sottolinea Panontin -, e tra questi anche quelli che hanno partecipato alla conferenza stampa, hanno deciso di fare battaglia politica sulla pelle dei cittadini e anzichè collaborare per la migliore riuscita dei servizi sul territorio, hanno scelto di adire le vie giudiziarie, costringendo così la Regione a difendersi. Il Tar ha dato ragione a noi e alla luce della sentenza affior il nervovismo in Riccardi e Ciriani, poco credibili perché con Tondo hanno approvato il disegno di legge sulle unioni montane, condividendo in pieno gli stessi principi che sono oggi alla base delle Uti».

 
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