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da una brutta esperienza una vita nuova
 

 

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Non servono commenti mi vergogno di essere italiana con ministri del genere ..

Post n°50 pubblicato il 02 Novembre 2009 da alixvolare2008
 

Sognando un’altra spedizione dei Mille
 
di Giuseppe Giacovazzo

Problemi molto seri gravano sull’Italia. Mettiamoci dentro anche la questione meridionale, che al solo accenno fa venire l’orticaria. Ai meridionali, oltre che alla gente del Nord. Roba da intellettuali, eterni ruminanti. Unico vero problema la fuga silenziosa dei laureati. Via dal Sud. Senza malinconia, senza rimpianti.

Ma oggi è in libreria un altro libro sul Sud. Di un professore del Nord che insegna all’Università di Venezia. Ed è anche ministro del governo in carica. Renato Brunetta è uno di quei caratteri impetuosi e iperattivi destinati a far parlare di sé. Non privo di originalità e di simpatia, ha scoperto la piaga dei “fannulloni” che abbondano nei meandri della burocrazia. Più che l’effetto di una legge ha potuto la strizza che ha creato a molti lavativi incalliti. Si è fatto un sacco di nemici. 
Ma lui tira diritto. E questa volta s’è messo in testa di mettere in riga non solo i fannulloni ma l’intera classe dirigente del Sud.

Una diagnosi spietata. Parte dal fallimento delle politiche per il Mezzogiorno, che a furia di leggi sbagliate è rimasto tale e quale. L’Italia non è stata in grado di adattare al Sud le misure previste per il Nord e per l’Europa. E il Sud è rimasto in mano a una criminalità che la fa da padrona. Il difetto sta nel manico. “Il Sud ha bisogno essenzialmente di una nuova classe dirigente”, dice a gran voce il ministro della Funzione pubblica.

E fin qui il ragionamento fila. Non è il primo a mettere il dito nella piaga. Un meridionalista come Guido Dorso sosteneva già sotto il fascismo che per fare la “rivoluzione meridionale” occorrevano “cento uomini di ferro”. Un po’ come quelli sognati da Lenin per la Rivoluzione d’Ottobre. Ma come si può realizzare un rinnovamento così radicale, in una terra dove tutte le rivoluzioni sono fallite, dopo Masaniello?

Brunetta lancia la sfida: “Serve una nuova spedizione dei Mille!”. Una invasione che dovrà puntare, come fece Garibaldi, sugli “insorti locali”. Non sulle barricate, ma sulla pubblica amministrazione. Bisogna cercare al Nord “funzionari e dirigenti pubblici esperti e capaci da inviare al Sud”. Brunetta invaghito di una crociata in salsa garibaldina. Sedotto da quella straordinaria epopea, suggerisce un’operazione nel solco di Rosolino Pilo, il patriota siciliano che a prezzo della vita spianò la strada a Garibaldi mobilitando la protesta contadina.

Sfugge a Brunetta il fatto che l’impresa dei Mille servì sì a unificare il Sud nelle mani di re Vittorio, ma non cambiò nulla nel costume della Sicilia e del Sud. Pochi mesi durò l’effetto Nino Bixio che soffocò nel sangue le rivolte di Bronte, Randazzo e dintorni. I senzaterra delusi dalle promesse invasero i demani e i feudi dei galantuomini, cacciarono i gabellotti, bruciarono i catasti. Le camicie rosse diventarono poliziotti accaniti.

Ma la Sicilia rimase quella del Gattopardo, dove tutto si muove perché tutto rimanga immobile, con tutti i difetti storici del Sud. Si rilegga “I Viceré” di De Roberto. Vi sono le radici del trasformismo politico e i semi del brigantaggio disperato che il luogotenente Bixio non capì neanche da deputato eletto al Parlamento di Cavour.

Una spedizione di colletti bianche da Nord a Sud rischia di ridurre in barzelletta questo libro del ministro che pure muove da una corretta analisi. Una classe burocratica preparata e onesta il Sud l’ha avuta proprio al tempo di quella vituperata Cassa del Mezzogiorno che ebbe a capo un giurista di alto livello come Gabriele Pescatore. Ma quella stagione della politica meridionalistica fu inquinata esattamente dall’affarismo del Nord che scese al Sud a costruire capannoni senza industrie pur di lucrare lauti contributi statali.

Quanto al trasferimento di funzionari, Brunetta deve sapere che la maggior parte di quei bravi burocrati del Nord non sono che meridionali o figli di meridionali immigrati. E non potrebbero mai compiere al Sud una rivoluzione del costume che nessuna classe dirigente può compiere. Si riformano le politiche, non le civiltà. Ci vuole ben altro che una fantasiosa spedizione dei Mille per sanare i mali del Sud

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