Creato da antonio.palmas il 08/08/2010
La vita quotidiana spesso mi porta a confrontarmi con la sofferenza, con la tragedia di una malattia incurabile o di una troppo prematura morte.
 

 

Papa Giovanni Paolo II°, 1991.

Post n°5 pubblicato il 14 Agosto 2010 da antonio.palmas

‎"E' essenziale non ignorare i valori morali e spirituali che entrano in gioco quando degli individui decidono liberamente e consapevolmente di donare una parte di sé, una parte del loro corpo, al fine di salvare la vita di un altro essere umano".

 
 
 

Il trapianto è vita

Post n°4 pubblicato il 11 Agosto 2010 da antonio.palmas

Una delle frasi che più spesso si leggono nelle campagne di sensibilizzazione alla donazione d’organi è “il trapianto è vita”; tale affermazione è innegabile: migliaia di persone in tutto il mondo, trapiantate di rene, hanno migliorato enormemente la loro qualità di vita non dovendosi più sottoporre alla dialisi, tante altre, nel caso di trapianti salvavita quali cuore e fegato, hanno potuto continuare a vivere.

Se il trapianto è quindi un evento gioioso non bisogna dimenticare che alla base di tutto vi è purtroppo un fatto triste e doloroso come la morte di una persona, evento mai facile da accettare.

Uno dei problemi del trapianto è la discrepanza tra necessità e disponibilità di organi ed uno dei motivi è rappresentato da una percentuale ancora rilevate, di rifiuti alla donazione; i motivi di questo sono diversi ma sicuramente uno dei più rilevanti riguarda il dubbio che quella persona sia veramente morta.

 Frasi come “Ma come faccio ad essere sicuro che sia morto, respira ancora”, “Non do l’assenso, non voglio essere io ad ucciderlo”, “Non do l’assenso, finché il cuore batte c’è speranza” sono comuni e sicuramente comprensibili ma sono probabilmente dovute ad una non perfetta conoscenza del problema, soprattutto riguardo al significato di morte cerebrale.

Spesso si tende a confondere la morte cerebrale con il coma, situazione a prima vista simile ma in realtà completamente differente dalla precedente.

•Il coma è una perdita di conoscenza dell’individuo, di gravità variabile, ma sempre potenzialmente reversibile e la reversibilità e dovuta al fatto che permane ancora attività cerebrale.

•La morte cerebrale è invece morte dell’individuo in quanto purtroppo il cervello non presenta più alcun segno di funzionamento con polmoni e cuore che funzionano solo grazie a dei macchinari.

Purtroppo però, nel linguaggio comune ed attraverso alcuni mezzi di informazioni, le parole utilizzate risultano talora imprecise e di conseguenza generano dubbi e confusione nella popolazione; termini come coma e morte cerebrale, di per se chiaramente interpretabili, vengono spesso accomunati ad altri quali coma irreversibile, coma profondo, clinicamente morto che spesso creano attese e speranze non realistiche nei famigliari ed ostacolano la diffusione della consuetudine di donare gli organi in seguito a morte cerebrale.

La diagnosi differenziale tra coma e morte cerebrale è una diagnosi certa ed avviene attraverso la valutazione clinica e strumentale della presenza o meno di attività cerebrale.

La diagnosi di morte cerebrale è semplice e non necessita di strumenti sofisticati ma proprio per garantire la maggio trasparenza, una legge italiana (Legge 2 dicembre 1975 n.° 644 e Legge 29 dicembre 1993, n. 578 e successive modifiche) prevede che essa venga fatta in modo strettamente codificato; le modalità, qui riportate in modo semplificato, attraverso cui si arriva alla diagnosi ed alla conferma di morte cerebrale sono:

1.Diagnosi di morte cerebrale da parte del medico di Rianimazione; in caso di morte cerebrale devono coesistere: stato di incoscienza, assenza di riflessi del tronco cerebrale ed assenza di respiro spontaneo, silenzio elettrico cerebrale dimostrato attraverso l’elettroencefalogramma.

2. Richiesta di convocazione da parte del medico della Rianimazione di una Commissione Medica che eseguirà l’accertamento; tale Commisione è composta da tre medici di 3 specialità diverse: - anestesista-rianimatore - neurologo - medico-legale

3.l’osservazione deve durare: - 6 ore per gli adulti e per i bambini in età superiore ai cinque anni - 12 ore per i bambini di età compresa tra 1 e 5 anni - 24 ore nei bambini di età inferiore ad un anno

4.in concomitanza con i parametri clinici riportati in precedenza, deve essere evidenziata all’elettroencefalogramma la presenza di silenzio elettrico cerebrale per una durata continuativa di 30 minuti (il cosiddetto elettroenecefalogramma piatto); le registrazioni elettroencefalografiche vanno ripetute a metà ed alla fine del periodo di osservazione.

5.In caso di silenzio elettrico in tutti i tracciati elettroencefalografici ed in assenza di cambiamenti dello stato clinico, la commissione si riunisce ed accerta la morte dell’individuo.

 
 
 

West Nile virus e trapianti: una nuova speranza.

Post n°3 pubblicato il 10 Agosto 2010 da antonio.palmas

É il primo caso al mondo di prevenzione efficace dell’infezione da WNV in un paziente che contrae la stessa con l’organo trapiantato.

Contrae un virus a seguito di un trapianto ma si salva grazie al lavoro di squadra di diverse equipe del Sant’Orsola. É il primo caso al mondo di infezione da virus West Nile trasmessa mediante trapianto in cui non si ha la comparsa di malattia . E il protocollo di gestione del paziente sviluppato a Bologna ottiene il riconoscimento attraverso la pubblicazione sul prestigioso Clinical Infectious Diseases.

Si chiama West Nile virus (WNV). Il nome lo ha preso dal distretto ugandese dove è stato isolato per la prima volta, nel 1937. Lo trasmettono le zanzare e può colpire sia le persone che gli animali. Dagli anni 50 ha iniziato a dilagare. Nel 99 la prima epidemia ha colpito New York. Dieci anni dopo la presenza del virus è stata riscontrata in 49 stati su 50 (ad eccezione delle sole Hawai). Se questa è la situazione degli Stati Uniti non se la passano meglio gli altri paesi del mondo, Europa compresa. Da noi il virus ha cominciato a far parlare di sé nel 2008, con un focolaio endemico che ha portato ad ammalarsi persone e cavalli, soprattutto nella bassa valle del Po, tra l’Emilia e il Veneto.

“Il virus - spiega Vittorio Sambri dell’Unità Operativa di Microbiologia, Laboratorio di Riferimento per le Emergenze Microbiologiche- è trasmesso dalle zanzare e colpisce gli uccelli. Poi quando la massa virale in natura raggiunge una dimensione sufficiente salta ad infettare uomo e cavalli”.

Quali gli effetti sull’uomo? “Nell’85% dei casi il virus è asintomatico e grazie agli anticorpi sviluppati, l’individuo colpito guarisce – spiega Sambri -. Circa il 10/15 % invece sviluppa una febbre simile all’influenza.
C’è però anche un 1% di casi in cui si sviluppa una forma di meningo-encefalite che può guarire lasciando importanti sequele neurologiche o anche essere letale”.
É facile comprendere cosa possa capitare se sangue o organi infetti (come il fegato ad esempio) vengano donati ad un’altra persona. “In casi del genere contrarre la malattia neurologica per il paziente trapiantato è praticamente una certezza - prosegue Sambri-. Su 4 casi di trapianto infetto negli Stati Uniti tre hanno portato al decesso, mentre uno ad una grave e invalidante patologia. Per questo la regione Emilia-Romagna ha deciso un seppur costoso programma di screening, nel periodo estivo, sul sangue e sugli organi donati da persone che hanno vissuto in territori dove entomologi e veterinari confermano la circolazione e la presenza diffusa del virus”.

“Quanto è capitato ad una giovane donna qualche tempo fa – racconta ancora Sambri – è parso un vero accanimento del destino. La paziente infatti affetta da una grave patologia epatica ha ricevuto un trapianto pochi giorni prima dell’entrata in vigore del protocollo di screening su organi e sangue. E proprio quell’organo era infetto”.

“La conoscenza della malattia, che stavamo studiando da due anni, assieme ad una formidabile collaborazione tra i chirurghi autori del trapianto (l’equipe del prof. Antonio Daniele Pinna, con la dottoressa Maria Cristina Morelli), i microbiologi (lo staff della prof Maria Paola Landini), il centro Trasfusionale del Policlinico, il Centro Regionale trapianti oltre alla Sanità Pubblica della Regione, alle associazioni di volontari donatori di sangue e la collaborazione per alcuni aspetti dell’Istituto nazionale malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma hanno permesso di ribaltare la sorte per la paziente”.

“Abbiamo controllato la presenza del virus nel sangue e identificato la sua presenza già tre giorni dopo il trapianto. Quindi attraverso un bilanciamento nella somministrazione di anticorpi purificati (gammaglobuline specifiche di origine israeliana) e cospicue quantità di plasma (messo a disposizione dall’Avis di Ferrara) ottenuto da donatori che avevano contratto la l’infezione in modo asintomatico e sviluppato gli anticorpi necessari, e ancora attraverso il controllo dell’immunodepressione della paziente trapiantata, in 33 giorni, si è riusciti a far scomparire il virus dal sangue, evitando che raggiungesse il sistema nervoso centrale e si sviluppassero i segni della malattia neuroinvasiva con le ovvie conseguenze”

 
 
 

Poesia del donatore: per ricordarvi di me.

Post n°2 pubblicato il 09 Agosto 2010 da antonio.palmas
 


Verrà il giorno in cui il mio corpo giacerà su un lenzuolo bianco
rincalzato con cura sotto i quattro angoli di un materasso
in ospedale.
A un certo momento un medico dichiarerà che il mio cervello ha cessato
...
di funzionare e che la mia vita si è fermata a tutti gli effetti.
Allora non chiamate quel letto il mio letto di morte
chiamatelo il letto di vita e lasciate che tutte le parti del mio corpo
vengano utilizzate perché altri possano vivere meglio.
Date i miei occhi a un uomo che non ha mai visto un’aurora,
il viso di un bambino e l’amore negli occhi di una donna.
Date il mio cuore a una persona che per esso ha patito infinite sofferenze.
Date i miei reni a chi è legato a una macchina per sopravvivere.
Togliete dal mio corpo tutte le ossa,
i muscoli e i nervi e studiate il modo di utilizzarli
per far camminare un bimbo minorato.
Esplorate ogni angolo del mio cervello.
Prendete le mie cellule, se necessario, e conservatele,
forse un giorno serviranno affinché un ragazzo privo della parola
possa urlare quando gli lanciano il pallone
e una bimba sorda possa sentire il ticchettio della pioggia sui vetri.
Bruciate quel che resta di me e spargete le ceneri al vento,
serviranno a far crescere i fiori.
Se dovete seppellire qualcosa seppellite i miei difetti, le mie debolezze e tutti i pregiudizi contro i miei simili.
Date i miei peccati al diavolo, la mia anima a Dio.
Se vorrete ricordarvi di me, fatelo con una buona azione,
con una parola di conforto per qualcuno che ha bisogno di Voi.
Se farete tutto ciò vivrò per sempre!

Robert N. Test

Di mio aggiungo: non voglio che al mio funerale ci siano dei piagnistei, non dico di sganasciarsi dalle risate, ma di essere allegri. Non ci voglio nemmeno dei fiori, perchè i fiori si regalano ai vivi e non ai morti

Non piangete perchè sono morto, ma sorridete perchè mi avete conosciuto.

 
 
 

Oltre la morte...!!!

Post n°1 pubblicato il 08 Agosto 2010 da antonio.palmas

Apro questo argomento con un pensiero di  Henry Scott Holland

La morte non è niente.

Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.

Io sono sempre io e tu sei sempre tu.

Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.

Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.

Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.

Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.

Prega, sorridi, pensami!

Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.

La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.

Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?

Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.

Rassicurati, va tutto bene.

Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.

Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:

il tuo sorriso è la mia pace.

 
 
 
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