SIAMOVIVI_VENETO

NO alle basi di guerra nella nostra regione!


Vicenza e il Veneto dicono NO alla nuova base Dal Molin sul proprio territorio! NO alla criminalizzazione dei movimenti democratici che difendono il territorio e si oppongono alle logiche di guerra!  
  Nonostante la c.d. guerra fredda sia finita 20 anni fa, con il crollo del muro di Berlino, gli USA hanno deciso da circa 3 anni di potenziare la propria base militare di Vicenza (Ederle), ampliandola per portarci altre migliaia di soldati e mezzi militari, fino a farne la base americana più grande d'Europa. La città di Vicenza, insignita dall'UNESCO del titolo di patrimonio dell'Umanità, città pacifica e accogliente da sempre, si ritrova così ad essere trasformata in una immensa servitù militare USA, con l'esproprio di centinaia di ettari di territorio, sottratti ai vicentini e destinati alla costruzione di una nuova base nel sito dell'ex aeroporto cittadino, alle porte dellaa città, sottratto agli usi civili per essere destinato, forse domani, ai cacciabombardieri. Il sito tra l'altro si trova in zona prossima alle falde acquifere che alimentano gli acquedotti cittadini. Tutto ciò comporta la progressiva militarizzazione degli spazi pubblici, ed in più Vicenza diventa bersaglio privilegiato di eventuali attacchi terroristici antioccidentali.  Tutto questo grazie ad un accordo tenuto segreto tra Amministrazione americana Bush e Governo Berlusconi nel 2005, di cui la città e l'opinione pubblica locale e nazionale sono state tenute del tutto all'oscuro, alla faccia della democrazia e dello slogan "paroni a casa nostra",  ormai desueto slogan leghista, visto che ora la la Lega sostiene il progetto della base americana e osteggia fortemente il movimento democratico di opposizione vicentino. 
 Da circa 2 anni si è quindi formato un grande movimento di opposizione alla base, che ha prodotto moltissime iniziative, tra cui raccolte di firme, referendum (bloccati dal Consiglio di stato), denunce, acquisto di lotti di terreno destinato al sito della nuova base, asseemblee pubbliche, manifestazioni e cortei (tra cui una grande manifestazione a livello nazionale con 80.000 partecipanti tenutasi il 15 dicembre 2007), un campeggio estivo nell'area della base con un presidio permanente, ecc. Da ultimo sono state attuate iniziative del tutto pacifiche di blocco dell'accesso dei mezzi delle ditte appaltatrici dei lavori alla base. Blocchi più che altro simbolici ma a fronte dei quali il nuovo questore Sarlo, un vero fascista patentato mandato da Maroni a sostituire non a caso il precedente questore perchè troppo "dialogante" con la comunità locale, ha ritenuto di usare la mano dura della repressione ipotizzando la denuncia per associazione a delinquere per tutti i manifestanti impegnati nelle azioni di protesta. A fronte di ciò il giorno 14 febbraio si è svolta l'ennesima grande manifestazione promossa dal Presidio Permanente No Dal Molin; circa 8.000 persone, nonostante la pesante cappa di intimidazione da parte della Questura, hanno preso parte al corteo per denunciare la sospensione di fatto del diritto costituzionale di manifestare, attuata dal Questore Sarlo e dal Prefetto Mattei.Il Questore ha ipotizzato che questo movimento è un'associazione per delinquere, a causa dei blocchi pacifici dell'accesso alla base dei camion delle ditte appaltatrici dei lavoro alla base, attuati nei giorni scorsi; quella di ieri è stata una grande risposta democratica dei cittadini a chi vuol criminalizzare il dissenso, chiudere gli spazi di protesta e intimidire la città. Microfoni aperti durante la manifestazione, dai quali decine di cittadini hanno denunciato piccoli e grandi soprusi avvenuti in questi giorni da parte delle forze dell'ordine.Prossimo appuntamento, un presidio per la democrazia venerdì prossimo in Via Ferrarin, strada pubblica, e che quindi dovrebbe essere liberamente agibile a tutti, ma chiusa ai cittadini dalle forze dell'ordine per garantire l'accesso al Dal Molin.  
 “Vicenza non è un'associazione a delinquere, Vicenza è uno spazio di democrazia”. Vicenza non ci sta ad essere svenduta alle Forze Armate americante per diventare base di partenza delle missioni di guerra. Per questo diciamo: NO ALLE BASI DI GUERRANO ALL'ESPROPRIO E ALLA SVENDITA DEL TERRITORIO ALLE AUTORITA' MILITARI USASI AL DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE E PACIFICAMENTE IL DISSENSOwww.nodalmolin.it 
un'altro mondo è possibile!