una corsara mora

Post N° 26


Rabindranath Tagore oh poeta, la sera s'avvicina; i tuoi capelli diventano grigi. Nel tuo meditare solitario odi il messaggio dell'aldilą? « E' sera », rispose il poeta, « e sto in ascolto perché dal villaggio qualcuno potrebbe chiamarmi, sebbene l'ora sia tarda. Osservo se i giovani cuori vagabondi s'incontrano, e due paia d'occhi supplicanti chiedono che la mia musica rompa il loro silenzio e parli per loro. Chi tesserą i loro canti appassionati, se io siedo sulla riva della vita contemplando la morte e l'aldilą? » « Gią tramonta la stella della sera. Il fuoco d'una pira funeraria muore lentamente presso il fiume silenzioso. Dal cortile d'una casa deserta gli sciacalli urlano in coro alla luce della luna sfinita. Se un viandante, lasciando la casa, viene qui a contemplare la notte e ad ascoltare a testa china il mormorio dell'oscuritą, chi gli sussurrerą i segreti della vita se io, chiudendo le mie porte, cercassi di liberarmi dai legami mortali? » « Poco importa se i miei capelli diventano grigi. Sono sempre giovane e vecchio Come il pił giovane e il pił vecchio di questo villaggio. Alcuni hanno negli occhi sorrisi semplici e dolci, alcuni un furbesco ammiccare. Alcuni piangono alla luce del giorno, altri piangono in segreto nel buio. Hanno tutti bisogno di me, e non ho tempo di rimuginare sull'eternitą. Ho la stessa etą di ciascuno, e cosa importa se i miei capelli diventano grigi? »