una corsara mora

Post N° 86


Donne in campoProcreazione assistita: perché per molte donne è una minaccia al proprio corpo e alla libertà di sceltaLa legge sulla procreazione assistita è riuscita a scuotere la diffusa indifferenza delle italiane per le problematiche sociali. A molte non piace la legge 40/2004 per due ordini di motivi:- il primo riguarda la sfera etica, e più precisamente il diritto a decidere autonomamente su questioni riguardanti la nascita e la procreazione;- il secondo riguarda più strettamente la tutela della propria salute. In che modo dunque la nuova normativa può costituire una minaccia al diritto individuale e al benessere fisico della donna?Ragioni eticheL’ art. 1 della legge fa espressamente riferimento ai “diritti del concepito”, mettendo “il concepito” sullo stesso piano, giuridicamente e moralmente, dei soggetti già nati.Stabilito ciò, la normativa costringe la donna a ricevere l’impianto dei tre embrioni fecondati in vitro (se ne possono produrre solo 3 per volta), anche quando uno di essi sia affetto da una grave malattia o malformazione. L'ambiguità è evidente: non ci si può rifiutare di ricevere un embrione malato, ma si può intervenire, finché sarà in vigore la legge 194, con un aborto terapeutico entro il 180° giorno di gravidanza. Il timore di molte donne infatti è che si vogliano porre le basi per un eventuale, successivo intervento sulla legge 194 sull'aborto, mettendo a repentaglio importanti libertà acquisite.Una volta fecondati gli embrioni in provetta, inoltre, la donna non può rifiutarsi di proseguire la terapia di inseminazione avviata.C'è chi interpreta in questi provvedimenti l'emergere di una figura femminile molto simile a un “contenitore” piuttosto che a un essere cosciente in grado di esercitare scelte che dovrebbero competere solo a lei e al proprio partner. Il divieto posto all'inseminazione artificiale infine, pare ridurre il significato di “maternità” e “paternità” alla trasmissione di un corredo cromosomico, come se le madri o i padri di un figlio adottivo fossero genitori di serie "b". Ragioni medicheLimitando a tre il numero degli embrioni che possono essere prodotti e vietandone la conservazione, come vuole la legge, non si tiene conto della peculiarità di ogni singolo caso, con gravi conseguenze per la salute della donna. Accade infatti che una donna normalmente fertile rischi di portare avanti una gravidanza trigemellare; oppure vi possone essere pazienti costrette a più tentativi di fecondazione, che devono pertanto sottoporsi a cicli di pesanti stimolazioni ormonali e a successivi interventi per il prelievo degli ovuli da fecondare... sperando che sia la volta buona, ma con un margine di probabilità che difficilmente supera il 25%.