una corsara mora

Post N° 176


"lL'Economist  dedica una copertina  al presidete americano dal il titolo La lunga estate calda di George, e ne elenca le sconfitte: «il suo secondo mandato - scrive il settimanale britannico - non sta andando bene, il disastro visibile resta l'Iraq, la faccia della giustizia americana resta Guantanamo». Il capitalismo realizzato non fa più simpatia? Non fa più rima con democrazia? L'impopolarità degli Stati Uniti nel mondo sta lì a dimostrarlo. Neanche il papa benedice più la modernità e il progresso, anzi ne sancisce il fallimento e punta all'espansione e alla conquista del campo laico senza più «valori». C'è un'aria di smantellamento del mondo luccicante dei consumi e una voglia di fede. L'immaginario scientifico non è più il multiculturale cyborg, ma il mostro di Frankeinstein.l'America collassa, nonostante i teo-con. L'ombra paurosa delle Torri ha disegnato un Medioevo prossimo venturo. Quella paura oscura e apocalittica agitata dal presidente per ottenere il secondo mandato è cresciuta, si è ingigantita, ha la faccia delle migliaia di morti squarciati della bombe di Baghdad. Lo spettro dell'aggressore che ha colpito l'11 settembre 2001 è diventato l'unica proiezione immaginaria di questa parte del mondo, che ha arruolato anche gli embrioni. Dov'è l'America del sogno e della felicità? L'allegro modo di vivere degli yankees che tutti invidiavano?Suicidio di un paese che non ha più nulla da esportare e che è stato declassato nella hit-parade planetaria. Questa è l'America di Bush. Indice di gradimento zero." IL MANIFESTO