una corsara mora

Post N° 181


******segue dal post.180.la sua ragion d’essere e'  nel porsi come una sorta di intermediario o mediatore del potere, un vero e proprio imprenditore che manipola e mobilita risorse ai fini del potere e del profitto personale. Una "scomoda" figura sociale, paragonabile a quella che l’on. Saredo, nell’inchiesta parlamentare sui mali di Napoli e sulla degenerazione della sua vita pubblica del 1901, definì "l’interposta persona  dall’industriale ricco, che voglia aprirsi la strada nel campo politico o amministrativo, al piccolo commerciante che debba richiedere una riduzione di imposta; dall’uomo di affari che aspiri a una concessione, all’operaio che cerchi il posto in un’officina; dal professionista desideroso di una clientela d’un istituto o d’un corpo morale, a colui che cerchi un piccolo impiego; dal provinciale che viene in Napoli per fare acquisti, a quello che deve emigrare per l’America; tutti trovano davanti a loro un’interposta persona, e quasi tutti se ne servono, sia per naturale indolenza, sia per quella perplessità che i meridionali hanno nel trattare da sé i propri affari".Una realtà meridionale che fa da sfondo a una realtà napoletana, o meglio a una "questione di Napoli", così come emerge, soprattutto, dai lavori di F.S. Nitti. Ciò che, infatti, poteva e doveva osservarsi verso la fine del secolo scorso, era proprio il fenomeno dell’irrevocabile distaccarsi della "testa" dal suo "corpo" o, per essere più precisi, del "corpo" dalla sua sempre più superflua e ingombrante "testa". "La città di Napoli - scriveva Nitti - rappresenta ormai uno dei fenomeni caratteristici della vita italiana. I suoi abitanti, come nella parabola del grammatico Sophus, crescono di numero e si contentano di cibo sempre più scarso. Ogni giorno il consumo si assottiglia: il popolo porta sul volto le stigmate dolorose della povertà; la borghesia le porta nell’anima. Mai forse al tempo nostro una città ha rappresentato un dramma umano così spaventoso. Sotto tanta bellezza di cielo, fra tanta bellezza di vegetazione e in tanta rivalità di genti, Napoli decade ogni giorno".(continua)....