una corsara mora

Post N° 222


Già disastrata dalla guerra mondiale da poco conclusa, fiaccata da un inverno, quello del 1946, particolarmente rigido, l'Europa stentava a riprendersi. L'economia era a terra e i disagi sociali non mancavano. Ma dal 1947 caddero dal cielo gli aiuti degli americani, che dopo aver liberato il Vecchio Continente dall'incubo nazifascista, fecero uno sforzo immane per rilanciarlo anche economicamente. Ma anche il più americanofilo dei lettori difficilmente potrà credere alla favoletta dello zio Sam mosso solo da motivi umanitari.Come è ovvio e lecito che sia, in politica estera si agisce con strategie diverse rispetto a quelle della Caritas. Dietro l'idea del Piano Marshall, il programma di aiuti per l'Europa, c'erano strategie e obiettivi politici ed economici ben precisi e c'è chi sostiene addirittura che fu proprio il Piano Marshall ad aprire ufficialmente la "guerra fredda" tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Una cosa è certa: non si può dare un giudizio sul piano annunciato il 5 giugno 1947 dal segretario di stato George Marshall in un discorso tenuto alla Harvard University senza metterlo in relazione con lo stato dei rapporti tra Stati Uniti e Unione Sovietica e senza fare una ricostruzione del passaggio, graduale ma inesorabile, dall'alleanza tra le due superpotenze in chiave anti-nazista allo scontro frontale.Le due potenze uscivano, infatti, da un'alleanza che aveva portato alla vittoria sul nazi-fascismo. Ma l'alleanza durò poco e nel giro di pochi mesi quella che era stata una valida collaborazione si traformò in un conflitto che avrebbe condizionato il pianeta nei successivi quarant'anni. Gli storici hanno dibattuto parecchio per definire esattamente quando sia iniziata di fatto quella che è entrata alla storia come "guerra fredda", vale a dire il decennio successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ma soprattutto si è dibattuto molto sulla definizione delle responsabilità delle super potenze per la fine dell'alleanza e lo "scoppio" delle ostilità. La tradizione ortodossa della storiografia americana indica nell'Unione Sovietica la vera e unica responsabile della divisione del mondo in due blocchi contrapposti. Per citare una famosa definizione di Arthur Schlesinger jr. la guerra fredda fu "la risposta coerente e coraggiosa di uomini liberi all'aggressione comunista".In seguito è emersa la tesi "revisionista" che individuava nell'imperialismo americano la vera causa dell'ostilità tra Usa e Urss. Gli Stati Uniti avrebbero fatto una politica tesa essenzialmente ad assicurarsi mercati all'estero e una continua espansione economica all'interno e a questo scopo avrebbero cercato di attirare nella loro sfera d'influenza tutti i Paesi europei.Il Piano Marshall fu perfettamente funzionale al raggiungimento di questo obiettivo.La collaborazione A questa politica l'Unione Sovietica avrebbe risposto con mosse di carattere puramente difensivo. Chiarezza su questo periodo si va facendo ora che finalmente si sono aperti gli archivi sovietici (finora la storiografia della guerra fredda di entrambe le "fazioni" si era dovuta basare solamente sugli archivi americani) e, sfrondata della retorica tipica degli anni Cinquanta, sembra molto più credibile la versione della tradizione ortodossa.