una corsara mora

Post N° 434


Lei è il "pater et magister" di una grossa vena della comicità italiana. L'hanno imitata nel cinema e nell'avanspettacolo, alla televisione e negli "inserti" pubblicitari, nei salotti e nei circoli goliardici. Lei, come Totò, è un formulario dell'arte comica, una ricetta, un instancabile "robot", una pillola esilarante da trangugiare nel grigio vivere quotidiano. Queste lodi sono tratte da una lettera aperta che lo scrittore Giovanni Arpino indirizzò ad Antonio De Curtis il 14 aprile 1965.