una corsara mora

Post N° 443


ilqualunquistaprotagonista della fase eroica dell’abbattimento della prima Repubblica , ormai,  messo un po’ nell’angolo, se non sconfitto certo logorato o ridimensionato.Di Pietro incarnava la figura dell’eroe puro, che aveva tra le mani la mannaia che finalmente si abbatteva sui potenti e la maneggiava per conto del popolo. Ma non c’era una voluttà da tricoteuse, in coloro che assistevano allo spettacolo dell’umiliazione della nostra classe dirigente. C’era, invece, la soddisfazione di una verità finalmente svelata, e cioè che i partiti e i politici rubano, e sono in questo davvero tutti simili tra loro: verità che ciascun cittadino conosceva, ma che non si poteva esprimere. La figura del pubblico ministero si rifaceva allo stereotipo di Bertoldo, del contadino un po’ rozzo ma furbo, così tipico della nostra tradizione comico-popolare, che Di Pietro ha interpretato assai meglio di Dario Fo. È riuscito, infatti, a produrre qualcosa di simile al rovesciamento carnascialesco dell’ordine costituito, anche linguisticamente: il ricorso a formule semi-dialettali, come il famoso "che ci azzecca", il tu per tu familiare con cui trattava personaggi intoccabili, e così via.A questa rivisitazione di stereotipi letterari non ignobili, Di Pietro affianca una vocazione ducesca e decisionista molto meno apprezzabile. È l’anima antidemocratica del qualunquismo, quella che risolve l’incomprensibile inefficienza e macchinosità del sistema parlamentare e della burocrazia pubblica con una semplificazione antica, la necessità dell’uomo forte, di un capo che interpreti direttamente la volontà delle masse. Ma nonostante la notevolissima ambizione e l’immensa popolarità di cui "Tonino" ha goduto, oggi non pare navigare in acque promettenti. Si trova imprigionato in una coalizione che gli è profondamente estranea, che rappresenta il punto più alto di conservazione della prima Repubblica, e i cui elettori possono, al massimo, condividere la vocazione giustizialista dell’ex poliziotto, che è, politicamente, il suo tratto più plateale ma meno significativo.e pensare che era l'uomo piu' amato dagli italiani,