una corsara mora

Post N° 456


Vietato fermare...«Gegè, ma che vuo’ tu e ’sti cervelli? Chiedi a Pippo, quello tiene una cultura esagerata...». Pippo Caprese è stato bocciato sedici volte all'esame di anatomia, ma alla diciassettesima volta una raccomandazione del sottosegretario gli ha fatto avere diciotto, e da allora si è fatto la fama di intellettuale. Ma anche Pippo non sa niente di questa storia dei cervelli che fuggono, e allarga le braccia per abbronzare anche i polsi. «E che ne so? Io qua ci sto una bellezza, Lallo! A me che mi manco? Papà mi ha accattato la Porsche nuova l'altroieri, alla Taverna del Maresciallo a mangiare i datteri di mare proibiti ci vado, l'abbonamento al San Paolo in tribuna numerata lo tengo: scusa, La’, ma a me che me ne importa? I cervelli se ne vanno? E se ne andassero...». «Pippo tiene ragione...» interviene Pami smettendo di pipare il narghilé e fissandosi le unghie per vedere se lo smalto blu con l'abbronzatura ci muore. «Papà dice che in questa città i cervelli si buttano! Io dovevo fare l'esame di coso, le villette abusive, i disegni, vabbuo’, avete capito: l'esame che poi mi laureo a architettura e mi piglio lo studio di papà e le consulenze alla...». «E allora?». «E allora non ci capivo niente, no? Ma papà ha detto: non piangere, piccere’, papà t'accatta nu cervello e si risolve tutto...». «E come è andata?». «Trenta e lode, Gegè! Papà c'ha dato una cosa di soldi a ’stu cervello e zà: quello ha fatto il progetto, e io ho passato l'esame...». «Quello mio padre lo dice sempre: Lallo, il padre di Pami è un genio...». «E certo, quello è un ragionamento logico! Ti serve un cervello? E te lo compri! Qual è il problema?». Gegè si mette due fette di pomodoro sulle guance, fa una pipata al narghilé e scuote la testa. «Secondo me questi cervelli che se ne vanno non tengono riconoscenza! Ma come: uno lo paga per fare il progettino per l'esame di Pami, e ’o cervello non è contento? E no! Se ne deve andare all'estero, adda fà il tipo esagerato! Ma dico io: che ti manca, a Napoli! Tieni il sole, tieni l'arte contemporanea, tieni gli spaghetti con le vongole, tieni le canzoni, ti diamo i pesos che t'accatte pure ’a sfugliata: Gesù, e non si saziano mai, ’sti cervelli?». Pami, tirando una lunga pipata dal narghilè, annuisce. «Dice bene papà: a quelli che protestano li dovrebbero mettere faccia al muro e ta-ta-tà!». «Giusto! Ma com'è? Questi si perdono la pizza a metro coi gamberetti freschi in Costiera? E che tamarri, Gesù, che pezzenti!». «E poi chi si credono di essere, questi cervelli? Si mettono a dire io ho studiato qua, io ho imparato là, io so questo: bello, e con ciò? Sempre pezzente sei, cervello, e a che ti serve se sai che Leopardi ha dipinto la Divina Commedia? Cerve’, tanto tu sempre gli esami a Pami devi preparare...». «E a questi ci danno pure il Nobel, Gegè! Ma tu ti rendi conto? E allora a chi ha inventato la lampada abbronzante che ci devono fare, un monumento?». «Bravo, Lallo! E sai una cosa? Il Nobel ce lo devono dare a chi inventa la fuga dal cervello, altro che atomo e quark!». «Bravo a Pippo! ’O Nobel ce lo diamo chi ci fa stare tranquilli, senza pensieri, senza problemi...». «Sì, sì, il Nobel a chi ci fa pigliare l'aperitivo a Mergellina fino a quando moriamo...». «Sì, sì, il Nobel a chi ci fa pigliare gli esami senza fà niente...». «Sì, sì il Nobel a chi ci fa fare il week-end eterno...». Le voci si spengono, le lampade stanno abbronzando anche le teste, le creme agiscono, tutti pipano dal narghilé e una pace beata scende sui sogni di Pippo e Pami e Lallo e Gegè: fuori, è cominciata la fine del mondo. Giuseppe Montesano