una corsara mora

Post N° 457


Rubbia, la fuga...E, come era nel suo diritto, l’ha immediatamente licenziato da commissario straordinario dell’Enea. Per sostituirlo con una triade formata da un cattedratico gradito a Forza Italia, da un funzionario di lungo corso gradito ad An e da un elettricista ex senatore leghista che per giunta ha esordito dicendo che il premio Nobel è un portento quando parla di acceleratori di particelle, ma un mezzo asino quando si sofferma sull’ingegneria. Altro indizio: «Non ci sono prove scientifiche che il rilascio di anidride carbonica, metano e altri gas serra prodotti dalle attività umane stia causando, o lo farà nel prossimo futuro, un preoccupante riscaldamento dell’atmosfera terrestre e un cambiamento climatico di notevoli dimensioni». Parole scritte e pagate dal ministero dell’Ambiente che le ha pubblicate a proprie spese (insieme a una serie di considerazioni sul «superamento» del protocollo di Kyoto) su Famiglia Cristiana. Quattro pagine uscite il 24 luglio scorso che hanno suscitato quasi unanime ilarità nella comunità scientifica mondiale. Il 12 agosto il prestigioso Science scrisse: «I funzionari del ministero per l’Ambiente italiano devono amare il caldo». Scemi e anche sfigati perché dopo l’uragano Katrina persino il più feroce avversario del protocollo di Kyoto, George W. Bush, ammise l’esistenza di un nesso di causalità tra l’emissione di gas serra e il riscaldamento della Terra (che provoca l’incremento dei fenomeni estremi). Aggiungiamo i sempre più frequenti appelli al ritorno al nucleare lanciati da vari ministri, e arriviamo con tanti indizi a formare quasi una prova. Ma dopo aver stabilito che siamo tra i Paesi che lo scienziato inglese sir John Lawton cataloga come «dementi climatici», sarà forse il momento di deporre il linguaggio estremo. Anche perché proprio scienziati come Carlo Rubbia concordano sull’insufficienza di dati scientifici a riprova della correlazione riscaldamento del pianeta-attività umane e spingono per un ritorno agli studi sul nucleare, sia pure proponendo una via del tutto innovativa. Di più: esiste persino una corrente di scienziati ambientalisti che lo scrittore Michael Crichton includerebbe tra i catastrofisti che tanto ha in antipatia, che sostiene la necessità del ricorso urgente al nucleare per attenuare l’effetto serra, in attesa dello sviluppo delle energie rinnovabili e pulite e della fusione nucleare. Inoltre, oggi più che mai è possibile una mediazione tra chi sostiene le energie pulite per ridurre l’inquinamento e il riscaldamento del pianeta e chi ha sempre ignorato persino i più elementari principi di precauzione. Il costo sempre più alto del petrolio ha convinto tutti sulla necessità di superare la dipendenza dai combustibili fossili, inquinanti ed esauribili. Da qui, forse, dovrebbero ripartire la politica energetica del prossimo governo italiano e i programmi elettorali. Senza dimenticare che - come osserva il politologo Giovanni Sartori - il mercato non è adatto a risolvere questi problemi, perché si pone sempre traguardi vicini nel tempo. Infatti la Spagna investe capitali pubblici per assumere Rubbia (e per altri progetti) e offre enormi incentivi a chi produce energia solare. L’Italia si limita a impianti da pochi megawatt. Ed è forse questo il vero motivo per cui loro sono più furbi di noi.