una corsara mora

Post N° 741


RICOMINCIO DA TE:       Massimo gramelliniSparlate pure di tutti gli altri ministri, ma non toccatemi Brunetta, il mio preferito. Quest’uomo, al cui confronto don Chisciotte era un pragmatico, si è messo in testa di far funzionare lo Stato. E mica in Danimarca o in Lapponia. In Italia. Non è commovente? Fra i tanti ex barbari del governo che camminano per le stanze del potere con le pattine sotto le scarpe, Brunetta «Taglia & Affetta» è l’unico ad aver conservato l’impeto delle origini. Irascibile peggio di Paperino, il kamikaze del liberismo si muove fra i riti di Palazzo con la leggerezza di un lottatore di sumo scaraventato in una coreografia del Lago dei Cigni. Non che non si sforzi di fare il diplomatico. Ieri ha addirittura convocato i sindacalisti, una categoria che gli procura attacchi d’asma e sfoghi sulla pelle curabili solo dopo lunghe ore di meditazione davanti alla foto della Thatcher che addenta le cosce di un minatore gallese. «L’amministrazione dello Stato è una palla al piede», ha esordito con la consueta cautela. L’incanto è durato un quarto d’ora, poi il delegato della Cgil ha abbandonato il tavolo (le cronache non precisano se era inseguito dai cani), protestando perché il ministro aveva invitato un solo rappresentante per ogni sigla. Ne voleva di più, quell'ingordo, senza pensare all'effetto devastante che una cucciolata di sindacalisti sbraitanti avrebbe provocato sul sistema nervoso di Brunetta, già scosso dagli sfottò che Fiorello riserva ogni giorno alla sua statura da gnomo. Ma non è un colpo basso, nel 2008, fare ancora battute sull’altezza? Lo perdoni, Brunetta. E richiami indietro i cani.