una corsara mora

Post N° 503


 Ha finalmente potuto dimostrare, con una forza e un’evidenza che non è possibile misconoscere o ignorare, di essere una città viva e vitale, generosa e solidale. Lo ha dimostrato innanzitutto a se stessa e poi ai suoi molteplici detrattori «stranieri» ed anche locali. La notte bianca è stata ricchissima di spettacoli, da quelli di grande richiamo a quelli raffinati e poveri di Strit festival. Ma il vero, grande spettacolo è stato proprio la gente: il suo fluire ordinato ed allegro, le famiglie, gli anziani, i bambini, le mamme in attesa, gli invalidi in carrozzella. Tutti quelli che potevano, sono usciti di casa per la gioia di stare insieme, per la gioia di essere e sentirsi comunità. Una gioia che non ha dimenticato i più deboli: anche al dormitorio pubblico, come era doveroso per la Napoli solidale, si è fatta festa. Si è fatta festa in centro ed in periferia e la sfilata dei carri di San Giovanni a Teduccio è stata indubbiamente una delle manifestazioni più riuscite e partecipate. Con la notte bianca Napoli non ha certo risolto i suoi problemi gravi e urgenti. Il lavoro da fare è ancora moltissimo e già ieri (domenica mattina) quando da poco si erano spente le ovazioni di piazza Plebiscito, si è ricominciato a lavorare in un quartiere difficile come Forcella. Un lavoro quotidiano e incisivo, coraggioso e paziente che, alla fine, non potrà non portare frutti. E come a Forcella, in tanti altri quartieri della città.E allora due considerazioni. Innanzitutto un pensiero di ammirazione e di gratitudine per tutti i napoletani, per il loro comportamento civilissimo e cordiale. Un grazie ai tanti turisti che da fuori sono venuti a condividere con noi una splendida serata. Un grazie agli artisti, famosi e meno famosi, ed ai tanti, tantissimi che hanno duramente lavorato perchè la notte bianca riuscisse così bene. E poi un augurio: Napoli che in una notte di festa ha saputo essere così unita e impegnata speriamo continui ad esserlo anche nel quotidiano. Uno scorrere della vita più solidale e sincero, più spontaneo e - perché no? - gentile e misurato aiuterebbe tanto non a dimenticare i problemi, ma ad affrontarli e risolverli con la forza rinnovata che deriva sempre dall’essere e sentirsi, pur nel pluralismo delle idee e delle posizioni, comunità e comunità solidale. Rosa Russo Iervolino (* Sindaco di Napoli)