Il mio inferno

La mia natura


Non cambierò mai, la fortuna non è mai stata mia amica, ma devo dire che per arrivare a questo punto anch'io c'ho messo del mio. Non sono mai stato un tipo socievole, ho sempre fatto fatica a fare amicizia, ne ho sempre avuti pochi di amici, oggi me ne restano veramente pochissimi, che tra l'altro vedo col conta gocce perchè hanno tutti la loro vita. Finalmente dopo anni ero riuscito a fare amicizia con qualche collega di mio gradimento, ma coglione che non sono altro credo di aver già chiuso la pratica.Questo fine settimana siamo partiti per un agriturismo, nulla di che, aria buona, cibo sano e vino a profusione, tante risate e forte mal di testa, comunque 2 giorni di relax e spensieratezza. Il collega che ha preso la macchina ha voluto guidare lui tutto il viaggio, un centinaio di Km tra autostrada e strade extraurbane, il problema è che il tipo ha la "smartphonite acuta" sempre col cellulare in mano a rispondere ai messaggi, a guardare i video che gli arrivavano, a mandare note vocali ecc ecc, per tutto il viaggio d'andata ho cercato di convincerlo a posare il telefono con educazione, gli ho anche detto che avrei guidato io, ma nulla, per quieto vivere e per evitare discussioni con i miei "nuovi amici" ingoio il boccone amaro e lascio stare. Al ritorno peggio dell'andata, ricomincio a rompere, gli dico dai guido io, dai posa il cellulare, niente, 20 secondi a fissare il telefono, 2 secondi un occhiata veloce alla strada. lasciata l'autostrada, imbocchiamo una strada statale ad una corsia per senso di marcia, inizio a sudare freddo. Per farla breve per rispondere ad un cazzo di messaggio addrizza una curva momenti facciamo un frontale con un suv di merda che se lo prendevamo eravamo spacciati, ebbene si, mi si è spento il cervello, gli ho strappato dalle mani il cellulare e l'ho sbattuto con forza sul tappetino, imprecando e dandogli del coglione con le vene che momenti mi scoppiano sulla fronte, quando sono tornato in me, ho capito subito quello che era appena successo, mi ero condannato a morte, li ho gurdati in faccia e le loro espressioni stupite e cupe parlavano chiaro, avevano visto il vero me, e non gli era piaciuto per nulla. Da quel momento l'atmosfera non è più stata la stessa, io ho detto 4 parole in tutto, lui ha ripreso il cellulare e ha ricominciato ha rischiare la vita di tutti senza che nessuno gli dicesse nulla, quella è stata la conferma del fatto che per come vanno le cose oggi quello sbagliato sono io. Quando sono sceso dalla macchina ci siamo dati la mano e mi ha detto ci sentiamo, ma il suo modo di guardarmi mi faceva pensare tutto il contrario, nella mia vita mi hanno guardato così in molti, ed è stato lo sguardo di chi poi mi ha eliminato dalla sua vita.