Cuori disadorni

Parentesi


Il mondo libero non è il mondo buono o perfetto.E’ il mondo dove si fanno anche le porcherie.Ma almeno se ne discute.  
Viva Mao, viva Ho Ci Min, viva Cuba, viva il Che.In Italia operai e studenti si sgolavano nei cortei inneggiando ed invocando questi paladini della democrazia.Che importava loro se sia Mao che Ho Ci Min, che il generale Giap e Van Thieu o Cao Ki, appartenevano tutti alla stessa Casta Nobile dei Patrizi Nguyèn?Chi mai aveva spiegato loro che quella guerra rivoluzionaria che durava da cinquanta anni non era altri che una lotta per la supremazia feudataria su un territorio conteso da secoli dalle loro famiglie patrizie?Chi mai aveva spiegato loro che Castro, il ricco Hidalgo Fidel Castro Ruiz, era il più grosso proprietario terriero di Cuba, e che in poco tempo sarebbe diventato uno dei cento uomini più ricchi al mondo?Cuba era il suo stato personale, di tipo feudale.I  figli dei borghesi vendevano ‘stellarossa’ ai bordi delle strade, credendo di migliorare la società,Ma altri ‘miglioratori’ cominciarono a sparare a giornalisti colpevoli solo di averli definiti ‘teppisti’.Altri ‘miglioratori’ si dedicavano agli espropri proletari nei supermercati, facendo incetta di salmone caviale e champagne.Sia che fossero di matrice comunista o di matrice fascista erano solo vandali sociali, barbari  e prepotenti, ed erano cresciuti per l’inefficenza dei governi che si succedevano uno dietro l’altro, incapaci di governare veramente, impastoiati dai ricatti politici delle coalizioni e lontani dal paese reale.In Italia il proletariato non esisteva più, anche se qualcuno se ne riempiva la bocca.Il proletario era forse quello che viaggiava in ‘cinquecento’, e si vestiva Marzotto o Lebole alla domenica, mentre i giorni feriali metteva gli stessi ‘levis’ che si metteva L’avvocato Agnelli, e andava in ferie a Rimini e beveva coca cola e fumava Marlboro.Dopo Yalta, nessun partito comunista avrebbe potuto governare in occidente, ed i Russi erano i primi a rispettare i patti.Per quanto riguarda il fascismo, nessun analista politico serio ha mai preso in considerazione la possibilità di un tale rigurgito in Europa.Un’ovvia assurdità. Ma...Operazione DelfinoUff.R. sez.Sad n.n.30124.032.280. Attività addestrativa. Operazione Delfino 15-24 aprile 1966. Trieste-Monfalcone-Muggia. Operazione diretta da Roma.Gruppo I- Operazione Delfino.Esposizione della situazione locale (Trieste)3.1. Proteste a mezzo stampa per la mancata iniziativa del governo e della regione contro il decadimento economico della città.4.1. Mancate assicurazioni ai lavoratori da parte del commissario di governo.5.1. Proclamazione di uno sciopero generale di 24 ore con picchetti duri, gli operai in corteo manifestano davanti alla Prefettura.6.1. A Muggia a seguito di alcuni licenziamenti presso un cantiere locale viene indetto uno sciopero di 12 ore con comizio di un sindacalista della Cgil.10.1. In conseguenza della ripresa dei bombardamenti Usa contro il Nord Vietnam, gli operai comunisti formano un comitato a sostegno dei vietnamiti.15.1. Un comitato di agricoltori indice una protesta contro gli espropri di terreni per costruire autostrade.18.1. Cortei di agricoltori protestano per le vie della città.28.1. I lavoratori costituiscono un comitato di lotta contro le speculazioni dei padroni pubblici e privati. Seguono scioperi delle varie categorie contro il governo e le autorità locali che non sanno risolvere i problemi economici di Trieste e Monfalcone. Anche i portuali scendono in lotta. Vengono organizzati comizi e cortei di operai.Esposizione della situazione politica nazionale italiana.Il progressivo indebolimento della Nato determina una situazione di incertezza nel Paese.I partiti di sinistra (Psi-Pci) ne approfittano per fomentare il disordine nel mondo del lavoro dando un'apparenza di rivendicazioni economiche alla lotta politica.Si punta alla presa del potere attraverso la consultazione elettorale e si cerca di influenzare gli incerti.Cominciano le intimidazioni nei grandi complessi industriali.Le regioni sorte dopo tanti contrasti sono un elemento fondamentale nel gioco dei comunisti i quali ormai dominano dal Po alle porte di Roma.Il Pci fomenta le lotte e acquisisce il controllo di importanti settori dell'economia e dei servizi.Il centrosinistra cade e gli succede temporaneamente un governo d'affari con compiti puramente amministrativi.Si fa strada un governo di unità nazionale che unisce il centro e tutti i partiti di destra senza distinzione politica che possa risolvere la difficile situazione.E' però evidente che il Pci userà tutte le sue forze per impedire tale soluzione e sono da prevedere azioni violente.Operazione Delfino- Gruppo C-1Descrizione operativa.Come già noto, nel periodo 15-24 aprile 1966 si effettuerà una esercitazione nella zona di Trieste con la partecipazione del nucleo P/4 e un nucleo di evasione-esfiltrazione E/4 e la unità di pronto impiego Stella marina.L'esercitazione si svilupperà su basi sperimentate con temi concernenti le operazioni della guerra non convenzionale in situazioni di insorgenza.Lineamenti dell'esercitazione.-Direzione Roma-Direzione manovra Trieste.-Zona operativa: territorio della Venezia Giulia; Aquileia-Monfalcone-Sistrana-Trieste.-Base logistica: aeroporti di Rivolto e Ronchi dei legionari.-Scopo: organizzazione e attivazione dei comandi per operazioni di insorgenza operanti di fatto nel corso della esercitazione.Situazione generale. Allegato n.11° FASE.In talune zone dell'Italia settentrionale gruppi di estremisti, guidati e sostenuti dalla Jugoslavia, stanno promuovendo una situazione che all'attenzione degli elementi più sensibili appare contenere tutti i germi di una possibile più vasta situazione di insorgenza. Questa azione è condotta secondo i dettami della tecnica del camuffamento, sotto diverse forme, rivendicazioni sociali, economiche, sindacali, sfruttando le situazioni contingenti (miseria, ingiustizie sociali) ricorrendo a tutte le forme della deformazione delle informazioni, con l'obiettivo di minare le difese fondamentali del Paese e distruggere la fiducia nelle autorità costituite.2° FASE.Le autorità civili e militari si propongono di evitare uno stato di conflitto vero e proprio tenendo aperte le trattative dilazionatorie; assicurano il mantenimento dell'ordine pubblico nei centri principali e la funzionalità dei servizi generali, conducendo sulla restante parte del territorio azioni dimostrative di forza basate sulla mobilità dei reparti impiegati. In questa fase gli elementi delle unità precostituite sviluppano e intensificano i loro programmi di controinsorgenza.3° FASE.L'aggravarsi della situazione costringe le autorità civili e militari ad una scelta.-Impiego delle forze con conseguente rischio di aprire un conflitto militare.-Ricorso al compromesso politico, accettando di fatto per la zona particolare un temporaneo ordinamento.Nella convinzione che la prima soluzione debba risultare troppo gravosa per le popolazioni e per l'economia della regione, le autorità optano per il compromesso.Nasce una situazione che non si vuole peraltro debba cristallizzarsi a tale fine per suscitare fermenti di rivolta e confermare l'italianità della zona; si attivano le formazioni di guerriglia precostituite.Schema operativo 3° Fase.-Attivazione delle formazioni precostituite.-Organizzazione di nuovi gruppi di resistenza.-Azione di controintimidazione.-Richiesta via radio di intervento a supporto di un distaccamento operativo delle "Special Forces Usa"Situazione locale.1°FASE-Il governo, pur dimostrando di interessarsi della situazione locale, il effetti non concorre in alcun modo al suo risanamento e si astiene da ogni intervento.-L'insorgenza continua in ogni modo ad infiltrare nuovi elementi, a finanziare ed assorbire attività commerciali e ad accentrare il patrimonio immobiliare a nome di elementi slavi. In molti casi le attività restano mascherate da ragioni sociali italiane.-Assecondata dai partiti Psi e Pci, notoriamente filo slavi, l'insorgenza preme sulla massa dei lavoratori provocando, sotto l'apparenza di rivendicazioni economiche, una agitazione progressiva con il fine ultimo di richiamare la fratellanza italo-slava.-La controinsorgenza  ha accertato che la popolazione locale è divisa in due correnti nelle seguenti percentuali: insorgenza 40%, agnostici 20%.Con le intimidazioni fatte risulta chiara la prevalenza della insorgenza, occorre organizzare la controinsorgenza a partire dai seguenti centri:-postelegrafonici-Ff.Ss.-Municipio -Società di navigazione-Lavori pubblici-Tribunale-Ospedali-Banche-Compagnie di assicurazione-Scuole-Lega nazionale-Cai-PrefetturaCompiti specificiInformativi-Localizzare i centri di ritrovo dei rivoltosi.-Individuazione degli elementi di spicco.-Tempestive informazioni circa raduni-comizi-manifestazioni.-Azioni di disturbo nelle manifestazioni al fine di creare piccoli incidenti atti a stimolare la reazione.Programma d'azione-Serie di articoli sui giornali rievocando la 2° guerra mondiale, risvegliando l'odio antislavo.-Altri articoli che mettano in evidenza il benessere italiano contro la miseria jugoslava.-Acquisizione di notizie particolari, personali su elementi di spicco dei ribelli da rendere pubblici.-Disturbo di comizi e manifestazioni.-Organizzazione di contromanifestazioni.-Azioni di intimidazione contro chi lotta.Azioni di contrasto-Autostrada: dire che i lavori sono in pieno svolgimento.-Cantieri: l'ammodernamento non è stato fatto, ma sono previsti investimenti.-Porto: le richieste fatte a Trieste saranno esaudite.-Ferrovie: è stata data la priorità alle autostrade, ma in futuro verranno potenziate.-Porto: accusare i portuali filocomunisti di avere fatto scioperi per favorire i porti jugoslavi.2° FASEAzioni di contrasto-Nelle zone dove sono sorti focolai di insorgenza e dove i rossi hanno ottenuto il controllo, sarà intensificata l'azione di propaganda con manifesti, volantini, esposizione del tricolore.-In previsione del solito comizio del 1° maggio e usuale tentativo di formazione del corteo per raggiungere piazza dell'unità d'Italia, verranno predisposte azioni di gruppi di attivisti per disturbare ed impedire il raggiungimento. Tale azione verrà predisposta ogni volta che vi sarà sentore di manifestazioni e cortei.3° FASELa insorgenza è in atto e gli insorti dominano la situazione in quanto occupano tutti i passi dell'altopiano come i rioni periferici di Trieste. La polizia si limita a presidiare le principali installazioni e non interviene nelle dimostrazioni per non creare incidenti.Compiti operativia) Intensificazione delle azioni intimidatorie (lancio manifesti, cancellatura scritte ecc.) lancio di petardi, azioni di sabotaggio mascherato.b) Individuazione dei centri di rifornimento di armi dei rivoltosi.c) Presa di contatto con la centrale per la richiesta di ulteriori materiali per aumentare gli aderenti contro l'insorgenza.d) Intensificazione delle ricerche per case sicure.e) Controllare e mantenere le condizioni per lanci e sbarchi.f) Eventuali atti di terrorismo da addebitare agli insorti.g) Predisposizione di luoghi di concentrazione e addestramento per l'attacco finale agli insorti.