Il ‘rosti ‘ gli era piaciuto.Era l’entrée che mancava di qualcosa.La crudité d’abord non sostituiva un bel piatto di pastasciutta.Manrico si sentì profondamente italiano e provinciale.Con la coda dell’occhio spiava i vicini che traevano dalle tasche i franchi per pagare il loro pranzo e si domandava se ce l’avrebbe fatta a pagare con quelli che aveva lui.Mélanie arrivò in suo soccorso: era sveglia quella ragazza.- Non preoccuparti per il conto.Paga il Capo. -La frase non lo sollevò da un certo imbarazzo, sentiva una scomoda sudditanza nel lasciar pagare agli altri i suoi bisogni primari.- Non vedo l’ora di consegnargli questa borsa. -Appena detta questa frase si sentì in dovere di precisare. - Starei qui volentieri qualche giorno, ma senza questo pensiero. -Mélanie sembrò apprezzare la precisazione e Manrico rincarò la dose. - Mi spiace di esserti stato d’ingombro, ma non è colpa mia. -- Di che ingombro parli?Almeno ho avuto un buon motivo per uscire un po’ dagli uffici.E di uscire una sera a cena anche se non era venerdì. -- Vorrei la rivincita, una volta o l’altra. – - Rivincita? -- Un’altra fondue. –Mélanie sorrise. - Perché no? – s’interruppe un attimo e scuotendo una ciocca di capelli che le era caduta sulla fronte aggiunse: - Ci sono anche altre penitenze, sai. -- Per esempio? -Mélanie accennò ad alzarsi. - Bisogna che andiamo.Ti accompagno a casa mia e poi torno in ufficio. -Un sole accecante invece di sparire in mare, sparì dietro un palazzotto pretenzioso, con le finestre esattamente uguali a quella da dove Manrico guardava fuori, al quinto piano di un palazzotto identico ed uguale ad un altro che era sulla destra.Un parcheggio vuoto ‘nur besucher’.Il quartiere Ruti.Anonimo e curatissimo quartiere, costruito coi più moderni requisiti. Sotto il garage sotterraneo ogni palazzina aveva il rifugio antiatomico, mensilmente rifornito di nuove vettovaglie a spese dei condomini.Prendevano le cose molto sul serio, gli abitanti di quel quartiere. Manrico si sentiva un pesce fuor d’acqua.Avrebbe voluto uscire, per far due passi, ma l’incontro con l’addetto condominiale che girava con un bloc-notes simile a quello degli agenti di polizia e che lo aveva fissato a lungo e con sospetto mentre si affacciava sul pianerottolo, lo aveva fatto desistere. Quello sarebbe stato capace di non farlo rientrare in casa e magari di chiamare la Polizei. Spiò nello spioncino il simil-agente che scribacchiava sul suo blocco.Manrico era sicuro che stava scrivendo i suoi connotati.Non c’era da aspettarsi altro da parte di gente che dormiva sui propri rifugi antiatomici, pronti alla bisogna.Erano pazzi loro od erano pazzi fottuti tutti quelli che come lui se ne fregavano della bomba?Considerò la cosa democraticamente.Erano molti di più quelli che continuavano a vivere senza pensare alla bomba, quindi, essendo la maggioranza, avevano ragione loro: i pazzi erano quelli che credevano nei rifugi.
..e la consegna?
Il ‘rosti ‘ gli era piaciuto.Era l’entrée che mancava di qualcosa.La crudité d’abord non sostituiva un bel piatto di pastasciutta.Manrico si sentì profondamente italiano e provinciale.Con la coda dell’occhio spiava i vicini che traevano dalle tasche i franchi per pagare il loro pranzo e si domandava se ce l’avrebbe fatta a pagare con quelli che aveva lui.Mélanie arrivò in suo soccorso: era sveglia quella ragazza.- Non preoccuparti per il conto.Paga il Capo. -La frase non lo sollevò da un certo imbarazzo, sentiva una scomoda sudditanza nel lasciar pagare agli altri i suoi bisogni primari.- Non vedo l’ora di consegnargli questa borsa. -Appena detta questa frase si sentì in dovere di precisare. - Starei qui volentieri qualche giorno, ma senza questo pensiero. -Mélanie sembrò apprezzare la precisazione e Manrico rincarò la dose. - Mi spiace di esserti stato d’ingombro, ma non è colpa mia. -- Di che ingombro parli?Almeno ho avuto un buon motivo per uscire un po’ dagli uffici.E di uscire una sera a cena anche se non era venerdì. -- Vorrei la rivincita, una volta o l’altra. – - Rivincita? -- Un’altra fondue. –Mélanie sorrise. - Perché no? – s’interruppe un attimo e scuotendo una ciocca di capelli che le era caduta sulla fronte aggiunse: - Ci sono anche altre penitenze, sai. -- Per esempio? -Mélanie accennò ad alzarsi. - Bisogna che andiamo.Ti accompagno a casa mia e poi torno in ufficio. -Un sole accecante invece di sparire in mare, sparì dietro un palazzotto pretenzioso, con le finestre esattamente uguali a quella da dove Manrico guardava fuori, al quinto piano di un palazzotto identico ed uguale ad un altro che era sulla destra.Un parcheggio vuoto ‘nur besucher’.Il quartiere Ruti.Anonimo e curatissimo quartiere, costruito coi più moderni requisiti. Sotto il garage sotterraneo ogni palazzina aveva il rifugio antiatomico, mensilmente rifornito di nuove vettovaglie a spese dei condomini.Prendevano le cose molto sul serio, gli abitanti di quel quartiere. Manrico si sentiva un pesce fuor d’acqua.Avrebbe voluto uscire, per far due passi, ma l’incontro con l’addetto condominiale che girava con un bloc-notes simile a quello degli agenti di polizia e che lo aveva fissato a lungo e con sospetto mentre si affacciava sul pianerottolo, lo aveva fatto desistere. Quello sarebbe stato capace di non farlo rientrare in casa e magari di chiamare la Polizei. Spiò nello spioncino il simil-agente che scribacchiava sul suo blocco.Manrico era sicuro che stava scrivendo i suoi connotati.Non c’era da aspettarsi altro da parte di gente che dormiva sui propri rifugi antiatomici, pronti alla bisogna.Erano pazzi loro od erano pazzi fottuti tutti quelli che come lui se ne fregavano della bomba?Considerò la cosa democraticamente.Erano molti di più quelli che continuavano a vivere senza pensare alla bomba, quindi, essendo la maggioranza, avevano ragione loro: i pazzi erano quelli che credevano nei rifugi.