voglia

...Tanto. forse di piu'....

Cosi' semplicemente: ti voglio bene...

…Era un giorno “normale” con le cose di sempre d’intorno e la gente, la solita gente; e le cose da fare e le cose da dire, …qualche rospo, qua’ e la’, da ingoiare, un sorriso da spendere, una ruga improvvisa sul viso, il caffe’ e la brioche. Impegnato come sempre accadeva - da giorni, …da mesi, …da anni …da sempre…? – a far niente, a mettersi e togliersi “giacche”, a indossare nuove facce, a far finta di avere da fare, di saper cosa fare e che ora mai fosse. Coi pensieri costretti e legati in camicia di forza e le voglie richiuse in cantina: con l’idea di se stesso e degli altri, con quel maledetto “domani” che era subito “ieri” e la fretta di andare - …chi mai poi si ricordava, di dove…? – E quel giorno, che sordo e intronato, cominciava da adesso, a far sera, a stirarsi le ore, a pesarti sul collo, a lasciare d’intorno le sue tracce di ruggine e noia; proprio un giorno normale, con i soliti sogni, appesi alle grucce dei rami e le nebbie nascoste, pronte a uscire, silenziose e invadenti, alla prima stortura e i tranelli e le sfighe. …E il bambino, nascosto, che rideva tra i denti, a guardare in sottecchi e a far le boccacce, perche’ lui, lui lo sapeva, che domani…

Come un silenzio, avvolgi i miei pensieri; come un vento muovi le mie nubi in questo cielo che sa di Te...