VOGLIO IL MIO PAPA'

SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE DI MINORI


SOTTRAZIONI INTERNAZIONALE DI MINORIIl dramma di bimbi che soffrono la crudele privazione del padre o della madre.  IL CASO DI LEONARDO VIOTTOContenzioso in atto: Italia-RussiaLeonardo, quarantenne musicista, nato e cresciuto a Milano. Da quindici anni trasferito residente a Fiumicino, dove ha fondato e conduce l’Associazione “Scuola di Musica Mediterranea”.  Sposato civilmente nel 2004 con Katia (32 anni), di nazionalità russa; nel 2005 nacque desiderato, amatissimo Gabriele Luigi. Tutto normale in questa giovane, bella famiglia, fino all’8 ottobre 2008; allorché la moglie Katia, uscita al solito in bicicletta per portare Gabriele all’asilo dalle Suore, non è più tornata. Illegalmente espatriata con il piccolo di tre anni e mezzo. Finalmente rintracciata nel pomeriggio sul cellulare, spiegò laconicamente al marito di trovarsi a Mosca presso i suoi genitori: “sono qui, lo sai il rapporto che ho con i miei genitori. Gabriele è qui, adesso è questa la sua casa.” “Te lo avevo detto che Gabriele potevo portarlo via quando volevo.” Comprensibile la disperazione e l’angoscia di Leonardo, che da quel giorno poté solo vedere due o tre volte (in collegamento web) il faccino sconvolto del suo piccolo figlio. E sentire la sua vocina triste che gli chiedeva di mostrargli il gatto e l’angioletto azzurro che aveva fatto dalle suore. Evidentemente shoccato per il repentino sradicamento dal suo ambiente nativo, ma soprattutto per essere stato privato della presenza e dall’affetto grande del suo papà, solito stare con lui gran parte della giornata. Poi subito chiusa anche questa labile comunicazione. E per seguenti otto mesi non fu più consentito a Gabriele e al suo papà né di vedersi né di sentirsi. Nel frattempo esperite le pratiche indicate e ottenuto l’affidamento esclusivo provvisorio dal Giudice di Civitavecchia; il caso rimane tutt’ora pericolosamente irrisolto; anche per lentezza delle indagini, attivate di conseguenza alla denuncia per espatrio illegale. Come e perché è potuto accadere che la Polizia di Frontiera abbia chiuso un occhio sull’espatrio illegale di una mamma con un piccolo bambino??Eppur noti tragici precedenti per stesso mancato rigore di controllo. O che altro??Comitato in difesa dei diritti di Gabriele bambino e cittadino italiano Continua raccolta firme:dirittibimbinostri@alice.it   AGGIORNAMENTISolidarietà a Leonardo variamente attivata anche dalla Comunità di Fiumicino, residenza nativa del piccolo Gabriele. A febbraio 2009 viaggio a Mosca nella speranza di poter rivedere il piccolo figlio. Purtroppo andato a vuoto per indisponibilità della ex moglie, madre di Gabriele; nonostante che l’appuntamento fosse stato fissato da Funzionari del Consolato Italiano. Successivi altri due viaggi a Mosca in data 2 giugno e 22 luglio 2009. Finalmente Leonardo ha potuto riabbracciare Gabriele e il piccolo, emozionato e felice di poter riabbracciare il suo papà. Come si vede dalle foto scattate al momento. Tempo di visita prefissato, sempre tramite il Consolato: due ore pomeridiane, per due giorni consecutivi, sia nel primo che nel secondo viaggio.Comunque sempre alla presenza guardinga della madre di Gabriele e di un uomo non presentato che la accompagnava. E ancora alla presenza garante di funzionaria del Consolato e Assistenti Sociali del servizio locale.Al presente, non avendo ancora ottenuto dal Giudice russo – nemmeno il diritto di visita – è sempre grazie alla mediazione del Consolato, che Leonardo si appresta a di nuovo recarsi a Mosca, per stare due ore al giorno per due giorni, con Gabriele. Ma a questo punto si chiede: quanto dovrà ancora trascinarsi per Leonardo questa incerta, snervante situazione che gli ha destabilizzato la vita??E ancora: quanto possono giovare al piccolo Gabriele, queste distanziate visite e limitazioni del tempo consentito per stare con il suo papà, ai fini di rimuovere il “trauma dell’abbandono” e ad evitare che non venga cancellata la sua identità di cittadino italiano??  ---------------------- RIFLESSIONI e COMMENTI …Fattostà che in casi di sottrazione – interna o internazionale dei piccoli figli – da parte di un coniuge di diversa nazionalità, o comunque ostilmente egoista, scaltro e irresponsabile; è solitamente il coniuge, marito o compagno (papà dei piccoli figli) a venire meno considerato, meno legalmente difeso, anzi talvolta ignobilmente dubitato e accusato. Pregiudizi del passato, gonfiati propaganti nei media, portano erroneamente a ritenere che in tempi post moderni, del tutto rivoluzionati, sia ancora e sempre l’uomo (marito o compagno) la parte forte nella coppia e in famiglia. Tantopiù che siamo in Italia e in Europa; non in paesi civilmente arretrati, ancora oppressi da oscuri retaggi e maschilismo schiavista.  --------------------------------------------